Lord Voldemort
si alzò dal suo giaciglio e si guardò
intorno, cercando di filtrare qualche raggio solare.
Si
sentì il mago più potente e figo del mondo e
dell'universo capace di distruggere chiunque con il solo sguardo. Oh,
come si
sbagliava. Non poteva sapere di certo, che la sua esistenza avrebbe
avuto un
piccolo CLOCK, da quel momento la sua
gloria veniva oltraggiata, il
suo nome storpiato e le sue memorie ribaltate.
«DING-DING-DONG-DONG-DENG-DENG...
E
cosa più? Ah sì! DANG-DANG!» fece il telefono
personalizzato del Lord.
«Ma
chi sarà? Oggi nessuno potrà disturbare la mia
quiete, neanche se sapessi che quel magnanimo di Harry Potter si stia
preparando
a conquistare il mondo! Muahahahahahahah! Pronto? Casa Riddle, lei sta
parlando
con Lord Vo...»
«Uelhà,
Tom!» disse una voce femminile
dall'altro capo del filo.
«Cielo!
Chi è?» chiese Voldemort, titubante.
«Ma
come, Tom? Non mi riconosci?? Sono Ortensia! Tua
sorella! Oh, che smidollato che sei!»
Il mago si
mangiucchiò le unghie. (nouu! Ci avevo
appena passato lo smalto fucsia! ndLord) Non sentiva da anni sua
sorella
Ortensia, da quando era diventato Lord Voldemort il Magnifico non aveva
(fortunatamente ndLord), avuto più sue fantomatiche notizie.
«Oh...
Uhm... Ehm… Ihm... Orty?! Sei tu?» chiese il
mago, ancora spaventato.
«Certo,
chi ti aspettavi fosse? Albus Silente? Eh?
Ah,ma alla fine è morto?»
«Ca-categoricamente
sì, anzi no» ammise Voldemort.
«Mh...
Ecco avrei bisogno che tu facessi da
baby-sitter per un pò. Insomma, so benissimo che per te
potrebbe anche essere
un problema, dato che hai da fare con le tue memorabili imprese oscure
e
blablabla, ma siccome io sono tua sorella e tutti e due abbiamo lo
stesso
sangue, ti propongo, anzi ti obbligo a badare le mie due figlie
per tutta l'estate,
senza che tu mi risponda di...»
«...NO!»
proclamò il Lord.
«Come
sarebbe! Io sono Ortensia Merope Riddle, come
te erede di Serpeverde! E tu rifiuti una mia proposta! GRRRR! Si tratta
delle
tue nipotine, Tom! Che ti piaccia o no, io te le affibbierò!
Muahahahahah!
Morirai o se morirai!»
«Oh
santaccì! Ortensia sei sleale! Voglio un favore! Mi
devi un favore!» ribatté Voldemort.
«Dimmi,
caro fratello, che genere?»
«Ecco....pspspspspspspspspspsp!
Capito?»
«Mh…
Si può fare! Ora ciao, Tom! Vado a ballare la samba!
Holà, stupido fratello rimbambito e deformato!»
«Aspetta,
Ortyyy!»
CLICK.
Tututututututututututututu...
«Chi,
io?» domandò Voldemort al telefono.
Tututututututututututu...
«Ho
capito che ce l'hai con me. Ma io stavo parlando
con mia sorella, se non ti dispiace!» disse gelido.
Tutututututututututututu...
«Ma
insomma! Va’ a quel paese! Grrr!» disse Voldemort
chiudendo il telefono.
«Signore,
tutto bene? La vedo un po’ incacchiata oggi!»
domando il suo seguace servo Codaliscia.
«Ortensia
me la vuole far pagare. Vuole che io badi
alle mie stupidi nipoti!»
«Ha
delle nipoti? Wow, signore! Non credevo! Ma chi
sarebbe Ortensia, scusi?» domando Codaliscia, sorridendo.
«Come
chi è? Ma sei cioto? E’ mia sorella! E vuole che
io badi a due ragazzine viziate!»
«Bello!
Quando vengono, Sir?»
«Eeeh?!
Come hai detto?» disse Voldemort, arrabbiato.
«Che
è un plagio, Signore. Un plagio!» disse
Codaliscia.
«Lo
so! Ortensia era... da bambina... era... stupida,
cattiva, viziata, malefica, mi picchiava, faceva impazzire i cavalli,
nascondeva
il telecomando... e rrrrh! Non vogliooo! Buaaaaaaaaaaaaaaah!»
piagnucolava il
Lord sdraiato su un divano con Codaliscia che prendeva nota.
«E...
Come si sente al riguardo?» chiese Codaliscia,
con aria da psicologo.
«Non
voglio avere a che fare con due ragazzine come lei
che sono stupide, cattive, malefiche, che mi picchiano, che fanno
impazzire i
cavalli e che nascondono il telecomando! Buaaaaaah!» si
lamentò il mago.
«Va
bene, adesso può andare. Ritorni la prossima
settimana per controllare eventuali miglioramenti. Arrivederci. Il
prossimooo!»
chiamò Codaliscia.
«CODALISCIA!
Ma cosa stai facendo!» esclamò Voldemort,
prendendo il suo servo dal colletto della giacca.
«Niente,
Sir!»
<<
Come niente! Io ti...>>
TOC-TOC!
«Oh!
hanno bussato alla porta! Vado subito a vedere chi
è!» disse Voldemort con aria da donna di casa.
Appena aprì la porta, trovò
davanti a sé due bambinette con dei gran codini che
mangiavano un enorme
lecca-lecca. Una delle due gli porse un pacco.
«Oh,
che carine! Io adoro le bimbe piccole! Io sono
vostro zio e voi siete...»
«Okay,
ora potete andare! Avete fatto la vostra parte
ed ora sciò! Viaa!» ordinò una ragazza
alle bimbe. Voldemort alzò lo sguardo e
rimase inorridito. Due ragazze di almeno 15-16 anni erano ferme sulla
soglia
della sua casa.
«Ciao,
zietto piccino-picciò!» esclamarono le due in
coro. Gli saltarono addosso e lo zio cadde.
«Oh,
ma che signorine! Io sono Codaliscia!» disse
l'animagus.
«"Acqualiscia"?
Ma che razza di nome di merda
è?» chiese una delle due ragazze a Codaliscia.
«Oh,
ehm... CODALISCIA!» la corresse.
«Ehi,
Mary! Vieni a vedere la casa!» chiamò l'altra. La
ragazza si precipitò dalla sorella.
«Sono
molto simpatiche, Padrone!» disse Codaliscia.
Ma lo zio era
impegnato ad aprire il pacchetto
consegnatogli dalle due bimbette di prima. E con sua non-sorpresa
notò si
trattasse della scrittura della sorella Ortensia.
Caro Tom o
meglio... Caro Zio Voldy,
le mie figlie
sono arrivate sane e salve a
destinazione, eh? Bene. Lo sai che comunque vada vincerò
sempre io, giusto? Okay.
Spero che vi divertirete insieme anche perché se c'erano
loro in casa non
potevo continuare le mie lezioni di samba! Muahahahahah! Come sei
stupido,
fratello!
Adesso ti
saluto, ho tutt'altro da fare che
scrivere lettere a te. Ciao Tom! E non trattare male le mie due
bellissime
figlie, o... AVADA KEDAVRA q r s t u v z x2 fratto alla terza!
Eheheheh!
Ricordi? Ti ucciderò subito con quest'incantesimo!
Hihihihihih! Non mi hai mai
battuto, non mi hai mai battuto!!! Prrrrr! (pernacchia ndA)
Ciao
cretino di un fiasco. Ti odio.
p.s Sai, la mia
mente acuta mi ha suggerito
di darti ciò che mi avevi chiesto per favore. Beh,
è nella scatola. Un po’
malandato, ma...
p.s del p.s Ma
non muori mai??? Muahahahahahahahahahah
XD
Ortensia,
tua sorella.
Il Lord
controllò subito dentro il pacco e vi ci trovò
solo...
«...due
ruote??? Due, e sottolineo, DUE RUOTE??? Come,
e sottolineo, come ha osato rompere il mio modellino preferito?! Era la
macchina da corsa degli Incantesimi di Formula 1! Grrrrr!!!!»
gridò lo zio,
prendendo in mano ciò che restava del suo modellino
preferito.
«Queste
due ragazze se ne devono andare, Codaliscia,
non le voglio!»
«Ma
Sire, almeno adorano la casa!» disse Codaliscia
sorridendo.
«Ziooo!
Ma che schifo! Vivi in una topaia!» esclamò una
delle due nipoti «Vale, al tre. Uno, due e... Casatum
Rosam!»
esclamarono.
Lo zio Voldy si
guardò intorno con gli occhi sbarrati.
Quei due diavoli avevano trasformato la casa in una castello delle
fiabe, rosa.
Divano rosa, mobili rosa, sedie rosa, tavolo rosa... perfino
Codaliscia, che gli
stava davanti come al solito sorridendo, era diventato rosa.
«Ti
piace, ziuccio caro?» fece Mary.
Lo zio non
rispose. Non poteva farlo. Era svenuto...
SPLASH!
«Oh!!!
Ma che diamine...?» Voldy si risvegliò. Si
guardò intorno. La casa non era più rosa. Era
stata trasformata in un orribile
color prugna. Lo zio era in preda ai conati, ma si fece forza. Anche
perché,
non sapeva come mai, tutti i suoi seguaci erano lì che lo
fissavano. In casa
sua.
«Ma
che cosa ci fate voi qui?» domandò irritato.
«Oh,
sia lodato Salazar Serpeverde, Signore si è
risvegliato!» esclamò Bellatrix Lestrange,
preoccupata.
«Mi
sembra ovvio, ma...» girò la testa e vide le sue
nipoti che lo fissavano indicandolo e ridacchiando, sentendo dire
qualcosa tipo
"naso".
«Grrrr!»
fece mordicchiando un lenzuolo. Ma poi si
calmò.
«Ragazze,
per quale santa ragione avete trasformato la
mia accogliente casupola in... in un casa per le Barbie??!»
«Oh,
sì zio. Sapevamo andassi pazzo per le Barbie!»
rise
Vale.
«Beh,
quando ero piccolo, ogni tanto, vedevo il loro
cartone che... Ma cosa stai dicendo? Quale Barbie!!!»
gridò lo zio.
«Si
calmi Padrone! Poverine, le spaventa! » disse
Codaliscia.
Le due ragazze
scoppiarono a ridere a crepapelle.
«Ora
basta!» esclamò il Lord «Voglio ancora
sapere cosa
ci fanno tutte queste persone qui!»
«Veramente
le ho chiamate io, Sire. Aveva un aspetto
spaventoso, quando ha perso i sensi, ruggiva e diceva parole
incomprensibili.
Allora mi sono preso di panico, Sir!» disse sorridendo
Codaliscia.
«Tu
sei uno stupido stolto!» ribatté il signore Oscuro
«Lucius aiutami ad alzarmi!»
Lucius Malfoy lo
aiutò ad alzarsi.
«Zio,
perché quest'uomo ha i capelli lunghi? E’ un
travestito?» domandò Vale allo zio.
Lo zio
lanciò un' occhiata di comprensione a Lucius.
«Quell'uomo
è mio padre» disse un ragazzo biondo.
«E tu
chi sei? Un altro travestito?» chiese Mary a
quello che si scoprì essere Draco Malfoy.
«No
sono Draco Malfoy»
«Sei
un figo della malora, ci mettiamo insieme?» gli
propose Vale.
«Okay.
Saliamo di sopra ad "inaugurare le nuove stanze
della casa", che dici?» disse Draco, ammiccante.
«Arrivo!»
i due si presero per mano e salirono le
scale.
«Dove
va tua sorella?» chiese lo zio a Mary.
«Ad
aggiustarti il letto, zio»
«E il
figlio di Lucius che ci va a fare?» disse lo zio,
sospettoso.
«Per
cacciare la polvere, zio»
«Oh,
ma che bravi ragazzi!» esclamò lo zio, sorridendo.
«Bleah!
Zio, chiudi la bocca, hai dei denti più gialli
di un canarino!» disse Mary, con un gesto di disgusto.
«Guarda
che io uso la dentiera, giovinastra!» si difese
lo zio, incacchiato. In quel momento passò Nagini, la
serpentola dello zio.
«E
quello cos'è?» indicò Mary.
«Un
serpente»
«Come
si chiama?»
«Nagini»
Ma non riuscì a terminare il nome che Mary
calpestò la coda alla povera Nagini.
«Acrop
anattup!!! Ssssssssssss!» disse Nagini (traduzione:
leggete al contrario ndA)
«Nooo!
Nagini!» lo zio fece un balzo e recuperò il
serpente che appena lo vide gli morse un dito.
«Ahi!
Figlia di un m******* di una serpentola!» gridò
lo zio,
«Prrrrrrr!
(pernacchia ndA) Ssssssssssssss» fece
Nagini.
Lo zio Voldy,
(ormai soprannominato così), si sdraiò
sul divano. Ripensò alla giornata trascorsa. Aveva in casa
due inaspettate
nipoti contro il suo volere, era svenuto, Nagini lo aveva morsicato e
si
sentivano rumori sinistri provenire di sopra.
«Codaliscia,
chiudi l'acqua del bagno, imbecille!»
gridò al servo.
«Ma
Signore, io sono nel mio letto che leggo Piccole
Donne di Louisa May Alcott!» urlò di rimando
l'animagus.
«Ma
allora chi...» tese le orecchie e sentì:
«Vai,
Vale…sì…sì...Oh
yeah!»
«Oh,
Draco! Sei molto dotato, vedo!»
Codaliscia
commentò:
«Ma
come si fanno bene le pulizie al giorno d'oggi!»
Poi
sentì sua nipote Mary che urlava:
«Zio,
zio! Forse ho ucciso Nagini!!!»
Lo zio Voldy
aggiunse:
«Temo
sarà un'estate molto molto lunga. Eh,
Codaliscia?»
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