Brandelli di requiem
Questi personaggi non sono
miei ma di Ryoko Ikeda. Questa
storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
Nulla
inizia.
Nulla termina.
La luna è un teschio d’angelo
incastonato
tra la chela del mare in
necrosi
e l’uncino sordo del buio ispido.
È la notte polare.
È mutismo ammuffito d’ore
mendaci.
Nulla inizia.
Nulla termina.
La
Terra ruota veramente attorno
al Sole
o Cariddi l’ha già divorata
nell’intestino inoperabile
dell'irrealtà?
Sono
immobile…dirottato verso
estuari innevati d’anemia…
La
mia dimora è una cattedrale di
crocifissi profani, profanati dal gelo…
Fuori il Solstizio d’Inverno
elemosina qualche fruscio di canto, un obolo di stella…
Nulla
inizia.
Nulla termina.
La
soave violenza dei sogni in
corsa…
La strafottenza di non credere
alla geometria della disperazione…
I bagliori fruttiferi della
tristezza d’eterea crudeltà…
Tutto è scomparso.
Il celeste è stato disciolto,
ucciso da un mondo famelico,
guidato dalla Rivoluzione trucidante.
Mai più ti avrò mia Regina.
Mai più respirerò ammalandomi di
luce,
perdendomi nel tuo sguardo
che brillava brividi quando
comparivo.
Cercavamo di non prometterci
eternità
perché eravamo eterni
prigionieri, eterni accusati,
eterni uccelli fucilati da
fandonie predatrici…
Alla fine, tuttavia, ci buttavamo
sempre nei dirupi:
quanto sarebbe stato orribile non
suicidarsi
sotto le fronde degli alberi in
fiore?
Mai più ti avrò mia Regina.
Mai più mi marchierò della brina
dei tuoi sorrisi.
Avrei voluto essere la tua
irraggiungibile quotidianità,
la tua serenità improbabile ma
devota al di là di ogni apocalisse…
Avrei voluto essere il padre dei
tuoi bambini e purtroppo,
tra le maree delle lenzuola,
dovevo cancellare
qualsiasi mia traccia dal tuo
ventre, dal tuo seno.
Mai più ti avrò mia Regina.
Mai più saprò scrivere devastanti
avventure.
Ho condotto te e la
tua famiglia fuori i confini dei
tumulti,
sperando di preservarvi dalle
eruzioni,
alloggiarvi nella sanità d’uno smisurato
esilio…
Sbagliavo…sbagliavo…
Mi ero scordato che il Fato è
indipendente dalle girandole spazio temporali
essendo figlio
dell’imperscrutabilità e amante dell'ironia
meretrice.
In nome dell'Uguaglianza,
ti hanno segregata in una cripta
di mattoni e sbarre corrosi
con un rettangolo di cielo avaro
di salubri mormorii…
In nome della Fratellanza,
ti hanno rubato i figli che, tra
un infarto e l’altro,
tentavi di scaldare con baci
candeggiati di logoramento…
In nome della Libertà,
ti hanno travolta con la satanica
atarassia di una lama…
Una falce di sardonica clemenza
che, fulminea,
ha sterminato le lacrime
irrimediabili
della tua anima sviscerata.
E io non c’ero a farmi macellare…
Non
c’ero a raccogliere per
sempre,
nel petto squartato, i ruscelli
scarlatti della tua condanna,
quel sangue che t’illuminava il
viso di vergogna bambina,
che ti scaldava la pelle anelante
di carezze,
che ti frastornava il cuore
d’oceani solari.
Sono un lupo con l’addome
appiattito alle vertebre spinate,
con le zampe che s’affossano
nella neve,
con l’olfatto che si smarrisce
nello spettro del tuo profumo…
Questa è l’inappetenza, amore.
Questa è la decomposizione.
Tu svanirai, mio Eden
d’irragionevoli arcobaleni…
Qui, dentro questa cella di
costole rotte,
troverai s un muscolo che cola
grumi d’alghe secche.
Tu svanirai, mio universo di
pianeti auriferi…
Gli specchi riflettono il pallore
che si demonizza
nell’idiozia alcolizzata…
Padre Eterno, che sei nei Cieli,
siano santificati il tuo nome
e la tua mente che oblierà questo
requiem…
Venga il tuo Regno, sia fatta la
tua volontà
di sommergere la mia inutilità.
Mi moltiplico nei singhiozzi che frazionano
i minuti…
Divento zero…
Silenzio inservibile.
Morte sfinita d’infinità.
Amen.
Note personali: ciao a
tutti!! ^^
Non
è bello pubblicare , al
principio dell'estate, una
poesia
ambientata in un inverno da suicidio XD credo che questo sia uno dei
componimenti più pessimisti che
abbia
scritto…Qui non ho neppure considerato la speranza nella
morte, cosa che invece
ho raccontato, nella prima fic di questo fandom “
Nella mia penombra” ( narrando di Oscar e
André ) …
Il
mio intento ( non so quanto
possa essere condiviso) era quello di mettere in luce la discesa di
Fersen,
dare forma all’incupimento del suo
cuore…Poiché è un uomo che ha amato
immensamente la sua donna e che l’ha perduta tragicamente, si
addolora a tal
punto da giungere a uno stato di annientamento verso il proprio
animo…
Le
lacrime versate sono state
troppe e dunque finisce
in uno stadio di
freddezza e vacuità atroci …
Spero di avervi regalato
qualcosa di valido >.<
( per ora,
nella stesura delle storie, mi attengo solo a ciò che
traspare dall’anime )
Un
mega grazie a chi avrà voglia
di leggere o solo di piluccare questi versi!! XD XD
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