Il cuore sboccerà prima o poi

di asjarosa
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D’estate lavorare era sempre peggio non solo per il caldo ma anche perché in Colorado i ragazzi non abbandonano mai i bar, per questo con trenta mai alzate per ordinare dovevo correre come una pazza a destra e a sinistra, in più i roller non miglioravano la situazione con i loro 10 chili in più facendomi sudare come un animale. Lavoravo in un bar da circa 2 anni dopo che mi ero trasferita dall’Italia per problemi familiari ma anche scolastici; i miei genitori ovviamente non miglioravano la situazione dovendo andare ogni due mesi a New York per lavoro. Dopo aver finito le superiori avevo già deciso di scegliere la facoltà di giurisprudenza ma questa Università si trovava a Denver, così fui costretta a trasferirmi nella caotica capitale. Inizialmente non fu poi tanto male perché convivevo con due mie amiche delle superiori in un appartamento, ma dopo neanche la fine del primo anno Carla decise di cambiare Università mentre Stephanie morì in un incidente stradale di fronte ai miei occhi senza che io potessi far nulla quando la vidi cadere sull’asfalto inerme. Da quel giorno non parlai molto con gli altri ragazzi o ragazze che volevano avvicinar misi all’Università e fuori, per paura ovviamente di affezionarmi a loro troppo e poi scottarmi come era già successo. I miei genitori quindi dovettero accollarsi una maggiore spesa della precedente per pagare l’affitto del mio appartamento, visto che comunque il condominio era caro, così decisi di incominciare a lavorare un po’ durante l’estate o nei periodi in cui dovevo dare pochi esami. L’anno 2012 fu però pieno di imprevisti e soprattutto di incontri. Conobbi nel bar in cui lavoravo un ragazzo alquanto strano e oscuro più che altro, ma non mi sarei mai immaginata che avrebbe completamente distrutto la mia vita monotona ma soprattutto lo scudo che avevo innalzato nei confronti anche dei miei stessi genitori per non provare di nuovo quello straziante dolore.




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