Ruoli
Hakai
-Il suo ruolo-
[...]"Radunate tutti gli alchimisti di stato, ricostruiremo la città e dopo
ci serviremo di tutte le conoscenze in nostro possesso per riaprire questo
dannato portale"
I militari si mossero seguendo le sue direttive, Mustang con un cenno fermò
Riza,
"Vai a Reesembool"[...]
La bionda si ritrovava seduta in un vagone del treno merci che si dirigeva
verso il villaggio.
Il volto crucciato.
Parlava bene Mustang, lui non avrebbe dovuto dire quello che era successo ad
Edward alla sua famiglia. Si tolse il fermaglio dai capelli, li fece ricadere
scomposti sulla schiena.
Magari poteva sembrare meno austera.
Quando le case di Reesembool incominciarono a stagliarsi nell'orizzonte la
donna sussultò.
Maledisse nuovamente il Comandante, gliel'avrebbe pagata cara.
Scese dal binario del treno, evitò agilmente la folla e si diresse verso
l'abitazione agognata. Il cuore gli martellava nel petto e sentiva l'impellente
bisogno di scappare.
Con che cuore avrebbe detto ad Al e ai Rockbell che Edward era stato rapito?
Nel frattempo il comandante supremo non se la stava cavando meglio, nel suo
ufficio si muoveva così nervosamente che i contorni dei mobili erano offuscati.
Attendeva gli esiti degli scienziati che erano stati richiamati da
tutta Central e dintorni. Non poteva far loro pressioni, ma ogni minuto che
passava poteva essere l'ultimo per Acciaio.
Si lasciò cadere sulla sedia. Le mani tra i capelli.
Era stato uno stupido, non avrebbe dovuto perderlo di vista. Non avrebbe
dovuto permettergli di allontanarsi da lui.
"Roy" si voltò di scatto, gli sembrava proprio di aver sentito la
voce del biondo, ma probabilmente se l'era solo immaginata.
La stanza era vuota.
***
Dall'altra parte del varco l'eccitazione era diffusa tra tutti i cittadini,
sembrava che il loro comandante avesse finalmente trovato la persona giusta.
La suddetta persona si trovava senza sensi in una stanza. Lentamente gli
occhi si aprirono, le iridi dorate si guardarono intorno confuse.
Le pareti erano completamente spoglie, non riusciva a vedere altro colore se
non grigio, nero e bianco.
"Ma dove diavolo sono finito?" una forte fitta alla testa lo fece
rabbrividire dal dolore,
"Chiamalo come vuoi, diciamo che siamo in un limbo tra il portale della
verità ed il vostro mondo" incontrò gli occhi ametista dell'uomo.
"Si può sapere chi diavolo sei?" fece per alzarsi ma le gambe non
ressero il suo peso, ricadde sul materasso.
"Chiamami Allen, ti basti questo" si avvicinò, il biondo strinse
le mani a pugno,
"Non ti avvicinare"
"Credo di averti escluso troppo ossigeno" disse come rivolto a se
stesso,
"Come?"
"Per farti svenire... Ho interrotto il flusso di ossigeno al
cervello" l'alchimista non seppe cosa dire, sgranò semplicemente gli
occhi.
"Non abbiamo limiti, non veniamo controllati dalla Verità e non
dobbiamo sotto stare allo scambio equivalente" Edward si alzò, più
lentamente di prima, e lo fronteggiò,
"Che cosa ci faccio qui?"
"Come ti ho già detto non siamo in grado di effettuare trasmutazioni su
beni tangibili"
"Strano siete così bravi" disse ironico mentre cercava una via di
fuga.
"Non siamo alchimisti Edward, non siamo in grado di trasmutare, tu si e
ci servi"
"Ma perchè io?"
"Questa è un'ottima domanda" gli arrivò così vicino da potergli
sussurrare dritto sul volto,
"Perchè ho convinto tutti che tu eri il migliore"
"Ma non è vero"
"Si che è vero e poi con qualcun'altro non avrei potuto fare
questo" gli diede una spinta e lo fece ricadere nuovamente sul giaciglio.
Edward si ritrovò sotto il corpo del più grande,
"Non ci pensare neanche"
"Mi dispiace, ma l'ho già fatto" calò su di lui, immergendo il
volto nei suoi capelli... Ispirando il suo profumo.
Il biondo si scostò dandogli una violenta testata.
Approfittò della momentanea sorpresa ed incominciò ad
allontanarsi, ma venne trattenuto da una presa nella sua
caviglia.
"Dove credi di andare?" l'Elric si voltò e cercò di colpirlo con
un calcio, lo colpì sul volto.
"Cazzo" il ragazzo corse fino alla porta della stanza cercando di
ignorare il fortissimo mal di testa. Quando aprì la soglia si ritrovò a fissare
più di venti persone, coperte da mantelli neri, disposte sul muro di fronte
a quella stanza.
Richiuse immediatamente.
"Roy" fu un semplice pensiero, un dispiegamento leggero delle
labbra... Ma gli sembrò di percepirlo, accanto a sè.
Si voltò furente e fissò l'ambra liquida, che erano i suoi occhi, sul volto
rosso dell'uomo.
"Non posso aiutarvi, non uso più l'alchimia"
"A me è sembrato il contrario" Edward percepì un tono di voce
diverso.
Era irritato.
"Non sono più un alchimista di stato" l'altro continuò ad
avvicinarsi,
"Ci aiuterai o sarà peggio per te"
"Anche se volessi non potrei, non rivivrò in eterno quei momenti"
Allen si bloccò a qualche centimetro da lui. Costringendolo tra il suo corpo e
la porta.
"Spiegami"
"No" si avvicinò ancora di più, gli afferrò i ciuffi dei capelli e
gli fece alzare la testa. Chiuse gli occhi ed ispirò.
Come un turbine tutti i pensieri di Edward furono smossi, violentati. Si
sentì veramente un libro aperto, sentiva che non poteva nascondergli nulla.
Dopo qualche minuto, quando si sentì completamente svuotato, ricominciò a
vedere e pensare normalmente.
Le gambe gli cedettero, ma non colpì il terreno. Una gamba di Allen tra le sue
non glielo permise.
"Sei solo un bastardo"
"La scappatoia che hai imparato funziona bene... Sei te che non la sai usare" la voce perennemente strafottente.
Edward gli portò le mani alle
spalle per allontanarlo. I polsi gli vennero catturati e portati accanto al
volto.
"Puoi scegliere tu che ricordi rivivere, non avrai solo quelli brutti
no?"
"Sono molti di più" cercò di divincolarsi, ma ottenne solamente
l'effetto contrario,
"Vuoi che ne crei qualcuno io?"
"Sarebbero assolutamente schifosi" gli soffiò sul volto. Gli
lanciò una di quelle occhiate che sarebbero bastate ad uccidere.
"Quando usi l'alchimia pensa alle cose belle che ti sono successe, solo
a quelle. Non al male che hai provocato"
Non ebbe il tempo di rispondere, d'un tratto gli mancò l'appoggio dietro la
schiena.
Caddero entrambi sul corridoio, di fronte allo sguardo esterrefatto del
ragazzo che aveva salvato in strada.
"Scusate" tentò di andarsene, ma il biondo ne approfittò per
sgusciare via dalla presa del moro.
"Cosa c'è?" chiese seccato dall'interruzione il più grande,
"Alcuni sono pronti per il trattamento"
"Molto bene, io mi avvio voi portate l'alchimista tra una manciata di
minuti" i presenti annuirono.
Non sapevano che non sarebbe stato affatto
facile adempiere al comando.
***
Riza avrebbe preferito mille volte trovarsi in mezzo ad un conflitto a fuoco,
piuttosto che dover affrontare quegli sguardi accusatori,
"Avevate promesso che sarebbe stato al sicuro con voi! Ci eravamo
fidati!" Winry gli urlò sul viso la sua frustrazione per aver perso, di nuovo,
il suo amico d'infanzia.
Pinako si limitava ad osservarla, mentre Alphonse non la degnava neppure di
quel privilegio,
"Al ci dispiace tantissimo, il Comandante sta facendo il possibile
per"
"Per rimediare al suo errore?" alzò il volto per fulminarla,
"Perchè ha fatto un enorme cavolata a lasciarlo andare da solo"
"Non era solo" tentò,
"Mi correggo, senza alchimisti" sospirò affranto, poi si diresse
verso la sua camera,
"Cosa fai ragazzo?" chiese l'anziana signora,
"Prendo le mie cose, vado a Central"
Ringrazio tantissimo tutte le persone che dedicano del tempo alla mia storia, ma soprattutto grazie a nemesi06 che ha trovato il tempo di aggiornare l'utimo capitolo!!
Fatemi sapere se questo capitoletto di passagiio vi è piaciuti :D A presto!!
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