Lo scrigno del potere

di Martin Eden
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- INTRO -



   “... Non chiedetemi chi sono.
   Quelli come me non hanno nome. Sono quelli che si nascondono, quelli che scappano. Hanno spade per uccidere, parole per ferire a morte.
   Finiscono spesso con un cappio al collo. Se ne vanno così, in silenzio, a testa alta, orgogliosi. Non hanno paura. O forse sì. Leggere nella loro mente è difficile. I loro pensieri si formano e si decompongono, spariscono, riappaiono.
   In fondo sono tutte facce della stessa voglia. Voglia di vivere, mano nella mano con la libertà.
   Non vi piacerò. Quelli come me si fanno beffe di voi e vi sfuggono sotto il naso. Sempre. Anche quando li conducete al patibolo, e ingenuamente pensate di avere vinto la vostra eterna guerra. Ma quelli ridono.
   Ridono in faccia alla morte, a voi, alla gente assetata del loro sangue.
   Ridono, e una corda non basterà a strozzare la loro voce. Forse voi crederete che sono pazzi. Che ridono per non versar amare lacrime di pentimento.
   Forse sarete commossi e concederete loro di morire con i loro cappelli da capitani sulla testa. Offrirete loro una possibilità. Regalerete loro i giorni a venire in cambio di una vita di redenzione al vostro fianco.
   Sappiate che quelli vi risponderanno di no. Quelli non si arrenderanno per un tozzo di pane guadagnato lealmente.
   Ricordatevi che noi siamo quelli che rubano. Quelli che voi inseguite sulle vie schiumose del mare. Non rimarrete mai senza prede. Sempre vedrete una delle nostre navi solcare l’oceano. Sempre vedrete le nostre vele che fendono l’aria.
   Quelli come noi non moriranno mai.
   Ricordatevi con chi avete a che fare.
  Noi siamo i braccati. Siamo gli inafferrabili. Siamo immortali e inguaribili ladri. Noi siamo i pirati...”




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