With you until the very end

di SherLokid221B
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“Sono io, Sherlock.” disse Jim quando il detective andò ad aprire la porta. Sherlock gli fece cenno di seguirlo e si avviò verso camera sua, cercando di nascondere la sorpresa.
“Sono passati tre mesi, ti rendi conto?” iniziò Sherlock, quando si fu chiuso la porta alle spalle. Era arrabbiato. Comunque non voleva far capire a Jim che quando l’aveva visto lì, fermo davanti alla porta del suo appartamento, era stato sul punto di svenire. “Credevo fossi morto!” Non riusciva a guardarlo negli occhi.
“Mi ami ancora?” gli domandò, senza ascoltarlo minimamente. Subito dopo averglielo chiesto, Jim arrossì appena. Non si sentiva a suo agio nel parlare di amore, preferiva agire. Si fece forza. “Sono venuto qui per ricordarti quello che ti ho promesso sul tetto del Bart’s, che ti avrei amato per sempre. Ti ricordi?”
I due erano in piedi, Sherlock con le spalle contro la porta, Jim difronte a lui; si guardavano intensamente, gli occhi neri di Moriarty in quelli azzurri di Holmes. Senza pensare i due si avvicinarono lentamente.
“Certo, come potrei dimenticare?” sussurrò Sherlock quando ormai le sue labbra stavano per incontrarsi con quelle di Jim. La rabbia era svanita all’improvviso.  
Il bacio fu uno dei più dolci che Sherlock avesse mai dato. Jim indietreggiò, sempre baciando Sherlock, le sue mani nei suoi ricci capelli neri, finché arrivò al letto. Moriarty si sdraiò e Sherlock gli fu subito sopra, gli sfilò velocemente la t-shirt grigia attillata, rapito da quel bellissimo momento. Jim gli tolse la giacca e iniziò a sbottonargli la camicia blu scuro. Ebbe qualche difficoltà a togliergliela perché aderiva perfettamente alle sue braccia muscolose. Quando se ne fu liberato, fece scorrere la mano sinistra sugli addominali di Sherlock fino a quando arrivò alla cintura dei suoi pantaloni.
“Aspetta un secondo...” gli sussurrò Sherlock, staccando le sue labbra da quelle di Jim.
“Cosa c’è?” gli chiese lui, leggermente agitato.
“Mi sono dimenticato di dirti che ti amo.”




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