Giustizia .... O no?
Nell’anno del signore = film del 1969, scritto e diretto da
Luigi Magni è basato su un fatto realmente accaduto, l'esecuzione capitale di
due carbonari nella Roma papalina, il film si concentra più sulla vita del
popolo romano, che cerca di vivere tranquillo evitando i guai mentre giovani e intelettuali sfidavano il vecchio sistema di potere.
Angelo Targhini e Leonida Montanari = sono due carbonari che
furono giustiziati a seguito di un tradimento di un loro compagno, che essi
cercarono di assassinare, fallendo venendo quindi giustiziati dopo un processo
farsa.
Mastro Tita = nome d’arte di Giovanni Battista Bugatti, boia
dello stato Pontificio. Noto per essere stato uno dei boia più umani e aperto
alle nuove idee (fu lui a far introdurre la ghigliottina a Roma come mezzo di
pietà per i condannati a morte) del suo tempo. Attivo dal 22 marzo 1796 fino al 1864 raggiunse la quota
di 516 tra suppliziati e giustiziati.
Tale fu la sua fama che da lui in poi tutti i boia di Roma
presero il nome di “Mastro Tita”, Il mantello scarlatto, l’abito nero e il
cilindro che Mastro Titta indossava durante le esecuzioni è tuttora conservato
nel Museo Criminologico di Roma.
Ancora oggi sopravvive in un proverbio “"Boia nun passa
Ponte", a significare "ciascuno se ne stia nel suo ambiente"
(egli viveva nella cinta vaticana, sulla
riva destra del Tevere, nel rione Borgo, al numero civico 2 di via del
Campanile e gli era vietato, per prudenza, recarsi nel centro della città,
dall'altro lato del Tevere) e in un detto popolare "Mastro Titta passa
ponte", a significare che quel giorno era in programma l'esecuzione di una
sentenza capitale.
Giustizia ……. O no?
Anche oggi ho dovuto chiudere la mia piccola bottega di
ombrelli per recarmi al palazzo di giustizia per ricevere il comunicato di
esecuzione, poiché mi è vietato attraversare il ponte principale se non su
chiamata del tribunale la gente sa che oggi qualcuno se ne andrà da questo
mondo, infondo le guardia mi hanno consegnato la chiamata e non le istruzioni
di viaggio, quindi la condanna sarà eseguita qui a Roma.
Vedo bene le due facce di Roma, una di esse mi sorride e mi
distende i tappeti perché libero la società da pericolosi furfanti, l’altra mi
odia e disprezza poiché spengo vite anche se lo faccio su ordine dei cardinali
che a loro volta ubbidiscono a sua santità che decide tutto.
Secondo il comunicato consegnatomi dagli addetti del
tribunale secolare oggi i condannati sono due, due Carbonari che pagheranno con
la testa l’aver pensato male del governo e aver mancato il cuore di un altro
uomo che voleva denunciarli.
Ora che li guardo bene non mi sembra di avere a che fare con
avanzi di galere ma solo con giovani che non hanno la testa a posto e che non
potranno più metterla a posto.
Sua eminenza il cardinale addetto al tribunale vorrebbe che
li squartassi e poi li sviscerassi ma ho deciso di provare una nuova macchina
per le esecuzioni che in teoria renderà più facile ed economico il mio lavoro,
quindi seguito dai miei assistenti e dal frate addetto alla confessione, che
vedo continuare a chiedere ai due di pentirsi, mi dirigo verso la piazza sul
carro dei condannati.
Secondo Sua Santità, si tratta di togliere di mezzo due tra
i peggiori rifiuti umani che il diavolo stesso si rifiuterebbe di toccare,
anche col buco del culo. Ho visto tante teste rotolare giù sulla piazza, tanti
volti congelati in macabre espressioni di morte ma checché ne dica Sua Santità,
o forsanche Iddìo in persona, alla fine il sangue dei criminali, degli ebrei e dei cristiani ha sempre lo stesso identico
colore. E anche 'sti due poveracci, checché abbiano fatto o nun fatto pe fa
'ncazzà tanto i' Ssanto Padre, mi suscitano soltanto questa vena de profonda
malinconia che pure m'accompagna sin da quando, appena tredicenne, ho cominciato
a eseguire sentenze di morte pe conto de Santa Romana Chiesa.
Li guardo e non so se sono coraggiosi o stupidi, il più
giovane è andato avanti da solo è il più vecchio sta sorridendo.
Quando gli ho chiesto il perché mi ha risposto che trovava
buffo che dopo la sconfitta di Napoleone e la restaurazione i re hanno
riportato indietro le lancette dell’orologio della storia distruggendo e
annullando tutto, tranne una cosa ….. la vedova°, devo ammettere che anche io
trovo buffo che un invenzione dei rivoluzionari sia usata per punire i
rivoluzionari forse Montanari ha ragione quando dice che sono l’uomo più
moderno di Roma ma preferisco non dire nulla ora giustizia è stata fatta …..
giustizia? Non lo so, tra l’arresto è la sentenza è passato pochissimo tempo,
forse troppo poco perché giustizia sia fatta.
Sono un boia ma a volte mi chiedo perché ai poveri diavoli i
processi durano pochissimo mentre ai nobili durano cosi tanto che si perde la
voglia di cercare la verità?
Beh loro adesso se ne sono andati da questo mondo e chissà
se li vedrò quando verrà il mio tempo!
° vedova = soprannome dato dai francesi alla ghigliottina
visto che la maggior parte dei condannati erano uomini e tantissimi erano sposati,
quindi quando la ghigliottina entrava in azione lasciava molte vedove dietro di
se.
Si ringrazia David Dado Bizzaro per i consigli e la
collaborazione!
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