A Emy e
Zomi…
Faccio
un respiro profondo, massaggiandomi il ponte del naso
con pollice e indice mentre, per la quinta volta in mezz’ora,
mi impongo di
contare fino a dieci. Sono terribilmente nervoso. Non
c’è meditazione che tenga
quando sono obbligato a saltare la mia siesta pomeridiana e la
situazione in
generale non aiuta.
-Tanto non mi prendi!!! Pappappero!!!-
Law solleva appena gli occhi da ciò che sta facendo per
lanciarmi
uno sguardo eloquente a sopracciglio alzato che io ignoro.
Mi domando come faccia a restare così calmo, dannazione!!!
-Ehy Rufy guarda!!! Uno scimmione con le cuffie!!!-
-Eh?!?! Dove?! Dove?!?!-
-Preso!!! Ahahahah!!! Nessuno sfugge al grande Usop!!!-
Soffio dal naso, infastidito, mentre un sommesso ringhio mi
scuote la cassa toracica.
Calmo, Zoro, mantieni la calma!
Continuo a togliere dall’imballaggio i preziosi coltelli di
Sanji, depositandoli con cura sul banco della cucina. Avrei voglia di
lanciarne
un paio contro quei due imbecilli di là ma mi trattengo
perché non ho davvero
voglia di litigare con il cuocastro oggi.
-Amici, potreste stare un po’ più attenti a dove
mettete i
pie… Aaaaaaaaah!!!-
L’urlo agghiacciante è seguito da un rumore di
ferraglia che
crolla a terra e da un tonfo che può significare solo la
scala è caduta a terra
insieme a chi ci stava sopra.
-Ehi Brook?! Tutto bene?!-
-Sì, sì… sto bene, credo…
Ma questa me la pagate!-
-Dai, fatti sotto!-
I rumori inconfondibili di una colluttazione giungono alle
nostre orecchie, accompagnate da mugugni e nuovi suoni metallici.
Adesso basta!
Non permetto che mi demoliscano il ristorante!
Mi alzo di scatto, strusciando la sedia per terra,
furibondo. Percepisco lo sguardo di Trafalgar piantato nella mia
schiena e so
che sta ghignando divertito, il bastardo, ma decido di ignorarlo anche
stavolta.
Siamo qui da stamattina a spaccarci la schiena, questi tre
baka sono arrivati dopo pranzo, si supponeva per darci una mano, e
stanno già
buttando giù il locale! Eh no!
In poche falcate raggiungo la porta della cucina ed entro
nella sala ristoro come una furia.
Rufy è sdraiato a terra con Brook a cavalcioni del suo
sedere mentre Usop, seduto sulla sua schiena gli schiaccia la faccia a
terra con
un gomito e lui mena le mani a vuoto cercando di colpire
l’uno e l’altro.
Basta la mia sola presenza e il mio ringhio per far bloccare
i tre imbecilli a terra nella posizione in cui sono e fargli alzare uno
sguardo
sgranato su di me.
-E allora?!?!?! La vogliamo piantare?!?!- sbraito, fumante
di rabbia, avanzando minaccioso e sollevando in aria la mano destra, il
braccio
piegato ad angolo retto.
-Zoro… a-amico… calmati, ti p-prego…-
mi implora Brook, con
voce malferma e visibilmente spaventato.
-Se avessi voluto avere a che fare con dei bambocci…-
proseguo, avanzando imperterrito -… avrei aperto un
asilo!!!-
-Z-Z-Zoro…- mi richiama Usop, balbettando a più
non posso.
Mi focalizzo su di lui e mi accorgo che, stranamente, il
nasone sembra terrorizzato da qualcosa che si trova poco più
in alto e
decisamente più a destra della mia faccia. Corrugo la
sopracciglia, non capendo
ma subito Usop mi viene in aiuto.
-… m-m-metti g-giù quel c-c-coltello…-
mormora flebilmente.
Coltello?!
Di che coltello sta parlando?!
Volto la testa di novanta gradi e sgrano gli occhi vedendo
la mia mano stretta saldamente attorno al manico di un affilatissimo
coltello
da cucina. Nella foga di venire a dirne quattro a sti imbecilli, non mi
sono
nemmeno reso conto di non averlo lasciato sul bancone.
Se mi vedesse Sanji…
Sento una strana aura espandersi alle mie spalle e un
brivido freddo mi percorre la schiena mentre assumo
un’espressione
terrorizzata.
Merda!
Faccio solo in tempo a pensarlo che un calcio mi appiattisce
a terra con forza inaudita.
-Brutta alga ammuffita!!! Cosa stai facendo coi miei
preziosi coltelli?!?! Se ti becco un’altra volta a giocarci
t’affetto col Santoku,
sono stato chiaro?!?!- mi
sbraita contro mordendo il filtro della sua immancabile sigaretta
mentre io lo
fisso, cercando di apparire truce, cosa piuttosto complessa, se non
impossibile, dato che ho una guancia spiaccicata contro il pavimento.
Mi rialzo in un secondo, massaggiandomi la faccia
indolenzita e fronteggio il mio caro socio in affari, schiacciando la
mia
fronte contro la sua.
-Imbecille di un cuoco!!! Come ti permetti?!?!-
-Come mi permetto?!?! Come ti permetti tu di giocare coi
miei coltelli, Marimo?!?!- sbraita puntandomi l’indice contro
il petto.
Sono pronto a ribattere ma la porta si apre e Sanji scompare
magicamente. Sembra essersi smaterializzato e io rimango immobile,
un’espressione stranita sul volto, senza capire che diavolo
gli è preso. Almeno
finché la voce di mia sorella non raggiunge le mie orecchie.
-Ciao a tutti!- sorride radiosa ai presenti.
-Oh Robin-chwaaaaaan!!! Mia deaaaa!!!-
Ecco dove si è fiondato, il deficiente!
A fare il cascamorto con mia sorella!
Le volteggia intorno, spandendo cuoricini tutto intorno e
ondeggiando le braccia mentre blatera tutta una trafila di scemenze sul
fatto
di essere pronto a essere il suo schiavo d’amore per
l’eternità e cose così,
portandomi al colmo dell’esasperazione.
Ma non ha il benché minimo rispetto?! Io sono qui, lo vedo
bene che sta facendo e, francamente mi da anche un po’ il
voltastomaco! Quella
è mia sorella!!!
Robin accetta i complimenti e le moine di quel pagliaccio,
sorridendo pacata come al solito, mentre lui le si avvicina
pericolosamente,
con le labbra tese in un tentativo di baciarla.
Sono già pronto a gettarmi su di lui per allontanarlo che un
pennello lanciato con troppa irruenza lo colpisce in piena faccia
mandandolo
gambe all’aria. Incrocio le braccia al petto e mi ritrovo a
ghignare
soddisfatto mentre Robin, finalmente libera dalla minaccia bionda, si
avvicina
a me posandomi una mano sulla spalla.
-Ciao fratellino! Trafalgar!- dice poi portando la sua
attenzione oltre me e facendo un cenno di saluto con la testa in
direzione
della cucina.
Volto il viso e vedo Law appoggiato allo stipite della porta
che ghigna, un po’ in risposta al saluto di Robin un
po’ visibilmente divertito
dalla scena a cui ha sicuramente assistito.
Assottiglio lo sguardo, sentendomi preso in giro.
-Allora come vanno i lavori?- domanda Robin, sistemandosi
meglio gli occhiali da sole sulla testa e facendomi riportare
l’attenzione su
di lei.
-Beh…- comincio voltandomi verso la zona ristoro, mentre la
sento appoggiarsi con l’avambraccio alla mia spalla.
Una catastrofe!
La scala è ancora a terra, ci sono pennelli e latte di
vernice sparsi ovunque e il muro è dipinto solo per
metà. A quest’ora avremmo
già dovuto finire ma cosa si può pretendere,
visto che i nostri aiutanti sono
attualmente impegnati in un’improvvisata battaglia, tirandosi
addosso qualsiasi
oggetto capiti loro a tiro e usando un tavolo ribaltato e un asse di
legno, che
non so da dove arrivi, come scudo?!
Sono davvero troppo stanco per arrabbiarmi, così mi limito a
sospirare facendo sorridere Robin con comprensione.
-Dai coraggio!- mi dice dandomi una leggere gomitata.
Le sorrido debolmente, tornando a concentrarmi sui miei due soci
alle nostre spalle.
-Fatto tutto?!-
-Sì, ho qui i permessi…- dice Sanji, mostrando
dei fogli a
Trafalgar -… però dobbiamo parlare!- conclude con
sguardo grave, girandosi
verso di me.
Io e Robin ci avviciniamo curiosi, mentre lui si appoggia al
bancone del bar, accedendosi una sigaretta.
-Prima di andare a recuperare i permessi mi sono fermato a
bere un caffè da Makino e ho sentito parecchi clienti
parlare del locale che ha
inaugurato due settimane fa, avete presente?!-
-L’Upper Yard?!- domanda Law, aggrottando le sopracciglia.
Sanji annuisce, aspirando una boccata di tabacco.
-E allora?!- chiedo io, decidendomi a posare il coltello sul
bancone e riportando subito le braccia al petto.
-Come “e allora”?! Hanno inaugurato quindici giorni
fa e
ancora ne parlano! Stanno puntando tutto sul passaparola e funziona
alla
grande!-
-E quindi?!- domando, continuando a non capire.
-Aaaah, certo che sei proprio una testa bacata!- commenta
con esasperata calma, facendomi assottigliare lo sguardo e soffiare dal
naso,
mentre una vena scarlatta prende a pulsare sulla sua fronte -Negli
ultimi tre
mesi hanno inaugurato ben quattro posti nuovi, tra ristoranti e
bistrot,
facendo tutti a gara su chi riusciva ad avere più
visibilità di quello
precedente! Non possiamo fare un’inaugurazione classica,
passeremmo
inosservati! Dobbiamo farci venire un’idea!-
Aggrotto le sopracciglia.
-Senti un po’, non ti starai preoccupando un po’
troppo?!
Apriamo tra un mese e passa, ora di quella data avranno smesso di
parlare
dell’inaugurazione di questo “Apre
Jar”!!!-
-Upper Yard!- mi suggerisce Robin, sottovoce.
-Quello che è!- sottolineo, scrollando le spalle e
guardandola con la coda dell’occhio.
-Non è questo il punto, Marimo! Il punto è che
dovremmo
puntare anche noi sul passaparola! Dobbiamo inventarci qualcosa!-
afferma
convinto.
-Credevo che noi puntassimo tutto sulla qualità della cucina
e sul buon cibo a un prezzo ragionevole!- commento sollevando un
sopracciglio.
Non è una provocazione, ma la semplice verità.
Io, Sanji e Law ci conosciamo dai tempi del liceo e, già
all’epoca,
il suo sogno era aprire un ristorante tutto suo. Essendo cresciuto
nella cucina
del Baratie, il ristorante più rinomato di tutta Raftel,
nonché proprietà di
suo padre Zeff, ha sviluppato un grande amore per la cucina e rispetto
per la
qualità degli ingredienti. Per questo quando
l’anno scorso ci ha proposto di
entrare in società con lui abbiamo accettato. Se si parla di
cibo e cucina si
può stare tranquilli che il cuocastro fa sul serio.
In più l’idea è buona. Non è
proprio un ristorante è più un
fast food di alto livello, con hamburger di carne e di pesce e pane
fatto in
casa. L’arredamento è anni ’50, sembra
di essere catapultati in un'altra epoca.
È un locale unico nel suo genere, per questo non capisco
perché Sanji si
preoccupa così tanto.
-Cos’hanno fatto all’Upper Yard?!- chiede Law,
concentrato.
- Uno spettacolo per attirare la clientela! Musica dal
vivo!- spiega soffiando una nuvola
di
fumo.
-Potreste chiedere a Brook!- interviene Robin, facendosi
coinvolgere anche lei dalla situazione.
-È un’idea! Però io vorrei osare di
più!- conclude Sanji,
strofinando il mozzicone nel posacenere.
-Che hai in mente?!- domanda ancora Trafalgar dandogli
inspiegabilmente corda.
-Beh tu avevi una band al liceo no?!-
-Sì, però sono anni che non suoniamo insieme
ormai-
-Certo ma tu sai sempre cantare no?!-
-Sì… - risponde un po’ esitante,
corrugando la fronte non
riuscendo a capire le intenzioni di Sanji.
Anche io assottiglio lo sguardo e aggrotto le sopracciglia.
Voglio proprio vedere dove vuole andare a parare.
-Beh io e il Marimo, per quanto mi costi ammetterlo, siamo
entrambi intonati… Con qualche lezione…-
-Vuoi che cantiamo noi?!?!- gli chiedo, incredulo.
Lui si limita a guardarmi in tralice qualche secondo per poi
tornare a concentrarsi su Law.
-Allora?! È questa l’idea?!- domanda lui,
ghignando
divertito.
Okay, è ufficiale, sono l’unico sano di mente in
questo
posto! Questo si sta facendo convincere e pure Robin annuisce e
sorride!
-Io non canto!- affermo astioso.
Meglio mettere in chiaro le cose. Ma Sanji finge di non
avermi nemmeno sentito e continua a parlare con Trafalgar. Quello che
dice mi
provoca un brivido freddo lungo la schiena.
-Non solo…- risponde enigmatico, facendo sollevare un
sopracciglio a Law che si scambia un’occhiata con mia
sorella.
Entrambi lo guardano, interrogativi, mentre io continuo a
ringhiare, inascoltato.
-Credi che Violet abbia tempo per darci una mano?!-
Violet?! E cosa c’entra adesso Violet?! Che cos’ha
in mente
questo depravato?!
Un lampo di comprensione attraversa gli sguardi dei due e
istantaneamente dei campanelli d’allarme cominciano a suonare
nella mia testa.
Qualcosa mi dice che dovrei preoccuparmi ma non capisco
cosa.
Dai Zoro, pensa, pensa, pensa!
Violet… Violet…
Una serie di informazioni mischiate e confuse mi riempiono
la mente guardo, senza vederlo realmente, Law che estrae il cellulare
per
telefonarle.
Dunque, è la cugina di Trafalgar, sono come fratelli, , ha
frequentato la Raftel High School, era nel comitato studentesco, ha 28 anni come noi, dopo
il liceo è andata
in America per frequentare una scuola di non so più cosa e
ora… Se non ricordo
male si era messa in società con altre due per aprire lei
una scuola di qualcosa…
Aerobica?!
No, no, ma cosa sto dicendo?! Una scuola di aerobica?!
Uhm…
Ginnastica ritmica?!
Nah, nemmeno…
Però c’entrava con qualcosa di
artistico…
Assottiglio lo sguardo concentrandomi al massimo.
Una scuola di… di…
-Dice che sono un po’ prese con lo spettacolo di apertura
della scuola ma vedrà cosa possono fare per aiutarci- ci
comunica Law,
riavvicinandosi e chiudendo la telefonata.
Ma certo! Una scuola di ballo!
Aspetta un attimo…
Aggrotto le sopracciglia, preso alla sprovvista.
Ma perché mai dovremmo farci aiutare da una ballerina?!?!
-Ottimo!- afferma Sanji, aspirando una boccata di tabacco e
sorridendo trionfante.
-Sarà abbastanza impegnativo!- considera mia sorella che, a
quanto pare, ci ha capito più di me.
-Tanto qui non abbiamo ancora molto da fare…- afferma Law
appoggiandosi al bancone di fianco a Sanji.
-Esatto…- conferma sbuffando un po’ di fumo
-… Una volta
finito di imbiancare dobbiamo aspettare i mobili che arriveranno tra
tre
settimane! Ci abbiamo messo meno del previsto a sistemare tutto ma
è meglio
così… Avremo tempo per provare…-
Provare?! Ma provare che?!
-Scusate, si può sapere di cosa state parlando?!- domando
alla ricerca di una spiegazione.
I tre si girano a guardarmi.
-Non è evidente, Marimo?!- chiede Sanji guadagnandosi
un’occhiata truce.
Sto per mettermi a ringhiare ma Robin mi precede.
-L’idea, fratellino, è che cantiate e balliate
all’inaugurazione- mi comunica, serafica e sorridente.
Sbatto le palpebre più volte, cercando di elaborare
l’informazione.
Sta scherzando, vero?!
Sposto lo sguardo da Sanji a Law aspettando che uno dei due
scoppi a ridere, dimostrando che è solo uno scherzo ma loro
mi fissano seri e
convinti.
Okay, non stanno scherzando.
-Ma non ci penso nemmeno!!!- esplodo all’improvviso.
Guardo Law, sperando in un po’ di sostegno ma niente, lui
ghigna rilassato e perfettamente a suo agio.
Ma è veramente disposto a fare una cosa del genere?!
Certo, sai che gran fatica per lui, quando avevamo diciotto
anni suonava in giro per i locali con la sua band, i Pirate Heart, ad
esibirsi
è abituato. Anzi, ricordo che quando saliva sul palco subiva
come una
metamorfosi da ragazzo introverso e freddo a consumata rockstar. Mi
sono sempre
chiesto come facesse.
Per quanto riguarda Sanji invece… Beh lui la reputazione se
l’è giocata ormai da tempo e poi non si fa certo
problemi a mettersi in mostra.
Ma io non ho nessuna intenzione di rendermi ridicolo! Tanto
non mi possono obbligare! Rilassati, Zoro!
-Ma parlate sul serio?!- chiede una voce nasale dietro di
noi, bloccando il flusso delle mie considerazioni.
Io, Robin e Law ci voltiamo liberando anche la visuale di
Sanji. Usop, Brook e Rufy, una mela mezza mangiucchiata in una mano e
il dito
mignolo dell’altra in esplorazione nel naso, ci fissano
allibiti.
L’occhiata di Sanji è più che
sufficiente come risposta.
Restano in silenzio qualche secondo, sbattendo le palpebre
interdetti, prima di scoppiare a ridere, rotolandosi per terra sotto i
nostri
sguardi impassibili.
-Yohohohohoho, questa è davvero bella!!!-
Mentre ride senza ritegno Brook da delle pacche sulla
schiena a Rufy che
ha ingoiato la mela
tutta intera, torsolo compreso, e ora si percuote al centro del petto a
pugno
chiuso per farla andare giù mentre le risate lo soffocano.
-Ahahahahahahah!!! Oh
Kami!!!- Usop si asciuga le lacrime con una mano e con
l’altra si tiene
la pancia -Per imparare a ballare… la…
la… ahahahahah… la macarena?!-
Il cuocastro si stacca dal bancone, e, infilandosi le mani
in tasca, si avvicina con calcolata calma ai tre senza dire una parola
il
ciuffo biondo a proiettare un’ombra sui suoi occhi. Si ferma
a pochi passi da
loro e in tre secondi li schianta a terra con un calcio ciascuno.
-E FATELA FINITA!!! NON C’È NIENTE DA RIDERE!!!-
sbraita,
sfoderando due file di denti squalini.
Si tirano su a sedere massaggiandosi i bernoccoli, tentando
di rimanere seri ma, basta che incrocino gli sguardi ed ecco che
ricominciano a
sganasciarsi dondolando sul pavimento.
È la prima volta che un attacco di Sanji non sortisce
l’effetto desiderato e lo vedo che comincia a fumare senza
controllo, così
decido di intervenire, anche se in fondo anche io penso che sia
un’idea idiota.
Mi avvicino posandogli una mano sulla spalla.
-Dai Sanji! Lasciali perdere- gli dico, tirandolo un po’
indietro mentre lui respira affannato per la rabbia.
-C-che poi… poi… ve lo immaginate…
Z-Zoro che balla?!- dice
Usop a corto di fiato per il troppo ridere.
Subito mi irrigidisco a quelle parole.
Cosa vuole insinuare?!
-Yohohohohohoho!!!-
Una vena comincia a pulsare incontrollata sulla mia fronte
mentre digrigno i denti infastidito.
-Puahahahhahahah!!! Ti prego!!! Sto male, non ce la faccio
più!!! Zoro che balla!!!- implora Rufy battendo il pugno a
terra.
In autonomia la mia mano scatta verso il coltello
abbandonato poco prima sul bancone.
-ADESSO VI AFFETTO!!!- grido contro i quattro baka stesi a
terra, il braccio sollevato pronto a colpire.
Sanji mi trattiene, certamente più preoccupato per il
coltello che per i ragazzi, mentre io continuo a dimenarmi mostrando i
denti e
sbraitando.
-Beh Zoro! Devi ammetterlo! Non sei molto coordinato!- dice
Usop, tornando serio, incrociando le braccia al petto e sollevando un
sopracciglio.
-IO SONO COORDINATISSIMO, NASO LUNGO!!! SONO PERFETTAMENTE
IN GRADO DI BALLARE!!!-
-Oh ma davvero?!-
-CERTO CHE SÌ!!!-
-Allora ballerai all’inaugurazione?!-
-CERTO CHE SÌ!!!-
Aspetta! Che ho detto?!?!
La presa di Sanji viene meno e sento che mi sfila rapido il
coltello dalla mano. Realizzo solo in quel momento che a farmi le
ultime due
domande è stato proprio lui, facendo leva sul mio stupido
orgoglio e sulla mia
incapacità di riflettere quando sono arrabbiato.
Maledetto bastardo! Mi ha incastrato!
-Molto bene, Marimo… Mi fa piacere che sei dei
nostri…-
-Brutto imbecille! Io non…- comincio, fissandolo in
cagnesco.
-Non vorrai rimangiarti ciò che hai detto!- mi chiede
sollevando il sopracciglio visibile.
Lo fisso, interdetto.
Sa che non lo farei mai.
Sono fisiologicamente incapace di tirarmi indietro una volta
che dico che farò qualcosa.
Stupido, stupido orgoglio e senso del dovere!
-Io… io…- balbetto, incapace di articolare
alcunché.
-Beh lo prendo come un sì allora…- conclude
superandomi e
dandomi una pacca sulla spalla –Dai su, rimettiamoci al
lavoro!- ordina poi
accendendosi l’ennesima sigaretta.
Mi giro ancora scioccato verso Robin e Law.
Mia sorella mi sorride eterea e si stringe nelle spalle.
Ah ma non finisce qui!
Questa il cuocastro me la paga!
Angolo
dell’autrice:
Ciao lettrici e
lettori! Questa non è una fanfiction, no…
questa è una follia partorita dalla mia mente contorta! Una
specie di
storia-musical! *urlo di munch*
Ringrazio
già tutti quelli che hanno resistito fino a qui e
quelli che hanno intenzione di darmi una possibilità ma mi
sento di dirvi
subito un paio di cose.
Punto primo:
è terribilmente OOC, sappiatelo!
Punto secondo:
se non vi piacciono le song-fic, non fa per
voi.
Punto terzo:
è multi-pairing.
Qualcuno sta
ancora leggendo
a sto punto?! Bene! Allora vi dico che per me questa storia
è molto
importante perché parla di qualcosa che ho vissuto in prima
persona e spero di
riuscire a trasmettervi quello che sto provando nello scriverla! Fatemi
sapere
se vi va! J
Un ultimo
avvertimento, il narratore principale sarà Zoro ma
ci saranno dei capitoli con altri pov (principalmente Bibi e Nami e
forse
Sanji).
Beh, insomma,
che altro dire?! Grazie, buona lettura per il seguito e a
presto!
Ci sentiamo qua
e là lungo la fic!
Piper.
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