Fandom:
Boris –
la fuori serie italiana
Personaggi/Pairing(s):
Arianna/Alessandro
Warnings:
turpiloquio, espressioni
gergali e dialettali romanesche, cose a cazzo di cane, fluff becero,
tentativi falliti di ricalcare l'atmosfera della serie tv,
riferimenti/spoiler
per la 2x02, ("Tu
sei roba mia. Io ti ho voluto, io ti ho scelto, e adesso tu non vai
da nessuna parte")
Note
iniziali:
- Ho scoperto“Boris” in ritardo rispetto al
resto del mondo, ma me ne sono innamorata. È una sit-com
ironica,
satirica, originale e a tratti dolceamara, ma più di tutto italiana.
La consiglio a chiunque voglia guardare qualcosa di diverso dal
solito. E niente, vorrei ringraziare ancora una volta Tone
- alla quale, tra l'altro, dedico questa shot, sperando che non sia
ai livelli di 'Troppo frizzante'... Buona festa del Grazie!
Roba
"Arianna,
ti devo parlare. Hai un minuto?"
Senza
batter ciglio, Arianna arraffa distratta il caffè che
Alessandro le
ha portato e in cambio gli smolla tra le braccia una quintalata di
scartoffie.
Non
ha tempo. Non c'è tempo. È solo lunedì
e sono in ritardo mostruoso
sul programma di tutta la settimana.
Ma
lui le si accolla dietro. Una piaga.
"Sarebbe
importante..."
Ignorarlo
è una strategia che ha smesso di funzionare da parecchio.
Purtroppo.
Arianna
sbuffa. Rotea gli occhi. È già sul punto di sbroccare per almeno dieci
motivi diversi, quella mattina, non ha bisogno di altre rogne
–
grazie tante.
"René
ha bisogno di qualcosa? Problemi con le comparse?"
"No
no, nessun problema. È solo che..."
"Hai
dieci secondi."
Uno
sguardo all'orologio.
"Li
conto, eh? Sbrigati."
E
allora Alessandro dice le tre parole che mai, mai,
avrebbe
dovuto dire.
"Io
ti amo."
Arianna
serra le dita contro il bicchiere di plastica del caffè,
accartocciandolo – vagamente consapevole di essersi ustionata
una mano e aver imbrattato metà del copione buono.
"No."
È
la prima – l'unica – parola che le sale alle
labbra, d'istinto.
Alessandro
boccheggia. Fa la peggio faccia basita à
la Stanis
La Rochelle. Arianna lo odia come non mai.
"Ah.
Ma 'no' in c-che senso, scus–"
"Nel
senso che no."
"No"
è la sua parola preferita. "No"
è la serietà,
la fermezza, il "non rompermi i coglioni" più educato che
le riesca di fare. In questo caso specifico, "no" è
soprattutto uno scudo, le due lettere che proteggono, e aggrediscono
e mandano affanculo tutto quello che Arianna non può,
davvero non
può, permettersi di
affrontare adesso.
Adesso,
come domani, o in un futuro prossimo qualsiasi.
[Vedi
anche: mai.]
Perché
quello che c'hanno loro due insieme è una debolezza,
perché le fa
paura non avere il controllo – su se stessa, sui sentimenti
– , è
tutto troppo incasinato già così, e in ogni caso
Alessandro non ha
ancora capito come funzionino le cose. Dentro e fuori dal set. In
politica. In Italia. Nella vita. In generale. Alessandro non ha mai
capito e continua a non capire un cazzo, e forse è anche per
questo
che è diventato roba di Arianna, mannaggia a lui, a lei, a
loro –
non lo sa più.
"...dico
davvero, eh." attacca ancora Alessandro, e fa quella faccia da
cucciolo seviziato per cui lei vorrebbe tanto affogargli la testa
nella boccia di Boris fino all'annegamento. Ma non lo fa, non lo ha
ancora fatto solo perché altrimenti chi lo sente, a
René?
"Senti,
piantala con 'ste cazzate e vai a lavorare."
"Ma
io–"
"Non
farmi perdere tempo, su, e cammina!"
"Mi
hai detto che sono roba tua, ti ricordi?"
Trattenere
gli istinti omicidi è diventato, se possibile, ancora
più
difficile.
Non
serviranno occhiatacce, riproveri o cazziatoni di sorta, a
questo punto.
Bisogna
colpire forte.
"La
roba si butta."
[Errata
corrige: forse è riuscita ad ammazzarlo, dopotutto.]
Fuori
campo, la voce di René ruggisce un urlo che fa tremare il
teatro.
["È
'NA MMERDA SENZA PARI!"]
Arianna
annuisce a non si sa bene chi o cosa.
Principalmente
a se stessa, comunque.
"Alessandro."
A
fine giornata lo acchiappa per la collottola come si fa con i gatti -
strizzando maglietta e pelle sudata insieme, senza problemi -
ché
anzi, se gli fa male è pure meglio.
"Questa
cosa – " sibila, mandandolo a sbattere contro il muro in
cartongesso di una delle scenografie.
"Non
va bene."
Usa
il solito tono glaciale, di comando, che gli rivolge da sempre. Di
diverso c'è solo il bacio che fa morire ogni altra
discussione con
Alessandro - anche se Arianna non ha ben chiaro come ci sia arrivata, a
consumargli le labbra e strappargli i vestiti di dosso.
Voleva
corcarlo di botte fino a qualche minuto prima.
Ha
meno senso della trama di 'Occhi
del cuore'.
[N.d.A.
- Una rivelazione spaventosa: dài e dài,
è stata contagiata dalla
merda, ecco cos'è.]
"Non
va bene per niente." si ripete Arianna, quando finiscono a letto
per l'ennesima volta, e le tre parole di prima si insinuano tra i
loro corpi e le lenzuola senza che lei possa impedirlo.
Quelle
tre parole che hanno cambiato tutto e non hanno cambiato nulla, in
fondo.
Non
c'è "no" che tenga.
E
il sorriso da coglione di Alessandro, che la guarda da sotto in su
–
Alessandro che non capirà mai un cazzo - le dà la
certezza che lo
sappia pure lui.
Quella
è roba che non si può buttare, nemmeno a volerlo.
|