Rebirth
Forse,
Maxxie dovrebbe stupirsi quando si ritrova Tony sotto casa, a bordo
di una Mustang sgangherata proveniente da chissà dove e
appartenente a chissà chi.
Forse,
Maxxie dovrebbe
stupirsi quando Tony gli sventola davanti al naso una
bustina di plastica trasparente dal contenuto indubbiamente illegale.
Forse,
Maxxie dovrebbe
stupirsi quando Tony dice “Andiamo a farci un
giro” per poi partire sgommando senza neanche aspettare che
chiuda la portiera.
Forse,
Maxxie dovrebbe
stupirsi... Ma non lo fa.
Alla
veneranda età di diciassette anni, ne ha già passate
così tante che ormai ben poco è in grado di stupefarlo.
Uno
dei suoi migliori amici è morto. Una delle sue migliori amiche
è incinta del suo ragazzo morto, nella merda fino al collo.
Cassie è sparita, Anwar è un coglione di proporzioni
cosmiche.
E
Tony, con la sua assurda impulsività, non è certo in
grado di sorprenderlo.
Si
rolla una canna nell'attesa che il ragazzo gli spieghi dove sono
diretti.
Fa
in tempo a fumarsela, a rollarne un'altra e ad offrirgliela senza che
Tony dica niente.
Allora
decide che evidentemente tocca a lui rompere il silenzio.
“Beh?
Dove stiamo andando?”
“Al
mare” risponde avvicinandosi lo spinello alle labbra. “Sotto
al tuo sedile c'è la vodka” aggiunge soffiando dalle
narici il bianco fumo denso.
La
vodka. La Vodka.
I
lie here paralytic Inside this soul Screaming for you till My
throat is numb I wanna break out I need a way out I don't
believe that its gonna be this way The worst is The waiting In
this world I'm suffocating
La
vodka gli porta alla mente un sacco di ricordi, non del tutto
piacevoli. Si può tranquillamente dire che è proprio da
quella cazzo di gita in Russia che la loro vita è cambiata
radicalmente.
La
sua amicizia con Anwar è andata a puttane, così come la
relazione tra Tony e Michelle. E poi, l'incidente...
Ma
dopo la visita al college, Tony è tornato come prima. Chissà
cos'era successo...
Svita
la bottiglia e ne beve un lungo sorso. Fredda, inebriante vodka alla
menta.
Il
resto del viaggio prosegue in silenzio. Tony è un ottimo
automobilista, quando non finisce nei laghetti. Bei tempi, quelli.
Gli
gira un po' la testa. Gli oggetti hanno i contorni sfocati e tutto
sembra muoversi al rallentatore.
“Cos'è
successo al college?” domanda, senza riconoscere la voce che
esce grattandogli la gola.
“Mi
sono fatto un tatuaggio e ho scopato” risponde senza staccare
gli occhi dall'asfalto.
“Mmh”
mormora reclinando il sedile tutto all'indietro. Maxxie si sente
strano e ha molto caldo. Sarà mezzo litro di vodka liscia a
stomaco vuoto, o che ha perso il conto delle canne che si è
fumato.
Non
sa neanche lui perché, ma pensa a James. Realizza che si, è
ubriaco e ha una gran voglia di scopare. Per questo pensa a James.
Non gli fa assolutissimamente nessunissimo effetto essere solo con
Tone. E' stato un sacco di tempo solo con Tone, dopo l'incidente. Non
si può dire che fosse del tutto cosciente, però, in
quel periodo. Quella era stata solo l'ombra di Tony. E ora Tony era
di nuovo lì, di fianco a lui in tutto il suo carisma e in
tutto il suo testosterone.
Maxxie
ride, e Tony lo guarda storto. Ma cosa cazzo sta andando a pensare?
Si
rende conto di essersi addormentato solo quando si sveglia per colpa
di un tonfo.
Sente
l'auto sobbalzare e dondolare, non sono più sulla strada
asfaltata.
Si
tira a sedere e si guarda intorno. Sono in spiaggia. La bottiglia di
vetro, vuota, gli rotola sui piedi. Guarda Tony. Ha le guance rosse e
gli occhi lucidi. Guida a zigzag.
Fa
appena in tempo a pensare che forse l'amico non era proprio il bravo
automobilista che credeva, che la mustang urta una cabina.
Non
sa con quale prontezza, riesce ad aggrapparsi alla maniglia di
sicurezza, mentre l'auto si accartoccia e si adagia grattando su un
fianco.
Precipita
addosso a Tony, schiacciandolo contro la portiera. La sabbia bianca
entra tutta dal finestrino rotto. Si guardano, aggrovigliati come
serpenti. E ridono, ridono di gusto come bambini. Una risata amara,
tossica, etilica.
Maxxie
ride, perché Tone è tornato davvero. La vita fa schifo
lo stesso, ma Tony c'è. Non sa perché questo lo
conforti così tanto, però lo fa, e lui si sente così
bene, contro il suo corpo in una macchina rubata e distrutta,
annebbiato dal fumo e dall'alcool, bene come non si sentiva più
da mesi.
Feel
your presence Filling up my lungs with oxygen I take you
in I've died
“Usciamo
di qui” gli soffia contro al collo, continuando a ridacchiare
con quelle labbra tanto morbide nei suoi ricordi.
Si
arrampicano un po' come possono, le membra indolenzite e rallentate
dalla nebbia che li avvolge.
Una
nebbia tiepida e rassicurante, che li protegge dallo schifo del mondo
come un guscio. Troppo giovani e sconvolti per capire che la nebbia
fa parte dello schifo.
Maxxie
non sa che ora sia, ma il sole splende e non c'è una nuvola
nel cielo. Il mare grigio sembra freddo, ma non gli importa.
Si
siedono sulla sabbia, uno di fronte all'altro, all'ombra della
mustang.
Si
osservano. Senza una parola, decidono di comune accordo che quello è
il momento delle confessioni.
“Ho
conosciuto una ragazza, al college” inizia Tone, mentre tocca
con la punta delle dita il piccolo taglio che ha sul braccio. Un
pezzettino di vetro del finestrino c'è finito dentro.
“Una
tosta, molto bella. Era fuori di testa, cazzo. Mi serviva, me l'ha
fatto drizzare. Mi ha fatto tornare in me. Michelle non ci è
riuscita, e si è pure incazzata quando mi è rimasto
moscio. Mi ha spiaccicato un autobus, porca troia! Per colpa sua!”
sbotta stizzito, lanciando lontano il vetrino insaguinato.
“Non
puoi dire che sia stata colpa sua, te la sei cercata.”
Risponde, con sincerità. La capisce Michelle. Non dev'essere
piacevole vedere il proprio ragazzo fare una pompa ad un altro
davanti ai propri occhi.
“Oh,
ma fottiti Maxxie. Che ne vuoi sapere tu”
“Lasciamo
perdere.” sospira.
Tony
si alza. Il sangue gocciola dalla ferita sul suo braccio. E' piccola,
ma profonda. Non sembra farci caso, e gli si siede accanto, un
braccio attorno alle spalle.
Maxxie
trema, fingendo con se stesso di non saperne il perché.
“Grazie
Maxxie, per tutto quello che hai fatto per me, in questi mesi.
Grazie.” gli sussurra all'orecchio, con un timbro talmente
basso da fargli venire la pelle d'oca.
E
poi si avvicina, con quegli occhi blu fissi nei suoi. Un bacio,
sulla guancia liscia.
Maxxie
si accorge di aver trattenuto il respiro, e un po' se ne vergogna. E
mente a se stesso, di nuovo, fingendo di non essere deluso.
Si
alza, il corpo che brucia, la testa che gira, l'aria entra ed esce,
non riesce ad assimilarne l'ossigeno. Si sente incredibilmente
stupido ad avere certe speranze, certi desideri.
Quante
volte l'ha stretto tra le braccia, accarezzato... senza sentire
niente?
[E
mente a se stesso, ancora e ancora]
Va
verso il mare trascinando i piedi. Si è fatto un po' male al
fianco durante l'incidente, urtando contro la leva del cambio. Ignora
la fitta.
Sfila
la maglietta e slaccia i jeans, li allontana con un calcio e si
tuffa.
L'acqua
è gelata, gli rinfresca un po' le idee. Trema come una foglia
tra una bracciata e l'altra, la sbronza che scivola via lentamente.
A
pochi metri da lui, Tony, con i capelli appiccicati al viso. Nuota
verso di lui, con quelle labbra incredibilmente rosse su quel viso
così pallido. Ipnotico.
“Fa
un freddo cane” le parole escono stridule e vibranti, mentre
Maxxie trema ancora. Cerca di impedire ai denti di battere, ma non ci
riesce molto bene.
“E'
ora che anch'io faccia qualcosa per te” dice, circondandogli la
vita con le braccia.
Maxxie
lo guarda, ma non riesce a leggere oltre l'espressione spavalda
dell'altro. Non è mai riuscito a leggerlo, Tony.
“Ti
scaldo io” aggiunge, mentre le sue labbra baciano, soffiano,
leccano, ridono, mordono, scaldano.
“Non
ce n'è bisogno” risponde non sa nemmeno lui con quale
energia.
Tony
si ferma, lo fissa, lo stringe di più contro di se. “Sicuro?”
“C'è
James...” snocciola, e suona molto poco convincente alle sue
stesse orecchie.
“Non
sembra che ti manchi, adesso” abbozza un sorriso, carico di
quella malizia che non aveva visto per molto, troppo tempo.
[E
non ha più la forza di mentire a se stesso, non ha più
la forza, non ora, non più]
Non
quando non c'è Michelle, né James, né Anwar, né
la morte, né lo schifo, né il dolore.
Ci
sono solo Maxxie e Tony.
-
tesoro, finalmente abbiamo trovato qualcosa in cui non sei bravo -
Se
la ricorda come fosse ieri, quella bugia che gli trapana il cuore, il
cervello, lo stomaco, tutto.
[E
non ha più la forza di mentire a se stesso, non ha più
la forza, non ora, non più]
Maxxie
sorride.
Rebirthing
now I wanna live forever Wanna live for you and me (Breathe
for the first time now I came alive somehow)
“Fanculo”
bisbiglia contro le sue labbra, mentre le sue mani toccano,
stringono, graffiano, esplorano.
Disegnando
i contorni di quel corpo, di quell'anima che adesso che è
tornata, non si lascerà più scappare via.
E
Maxxie lo sa, che quello sarà il suo ritratto migliore.
**
Io
ci ho provato, poi sarà quel che sarà. XD
Fanfic
scritta per il contest multifandom: “Dall'immagine
alla storia” di lisachan.
L'immagine
è la copertina del singolo “You don't care about us”
dei Placebo, che per altro sono la mia band preferita.
Dunque
perdonatemi se ho usato le parole di Rebirth degli Skillet, ma mi
girava così. XD
I
commenti sono graditi e apprezzati. ^^
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