We are all mad here
Luna Lovegood x Jefferson
Luna Lovegood non sapeva
esattamente per quale angusto passaggio era riuscita a finire in un posto del
genere; quello che sapeva è che quel posto, sebbene non lo conoscesse, le
piaceva. Non si era spaventata quando aveva visto il Brucaliffo
e aveva emesso una semplice esclamazione di sorpresa alla vista dello Stregatto: conosceva esseri più strani di quelli, che
esistessero solo nella sua testa o meno. Il suo prossimo incontro invece si
rivelò fin da subito più interessante, sembravano prometterlo le strana grida
che udiva dall’interno della casa e lo aveva confermato poi la vista di un uomo
circondato da un infinito numero di capelli.
“Fallo funzionare… Oh, oh, fallo funzionare…”
“Cosa dovrebbe funzionare esattamente?”
“Qui siamo nel Paese delle Meraviglie”
“Ovvio”
Quel semplice scambio di battute fece subito rilevare due
cose: l’assoluta incapacità di comunicare e il briciolo di follia che sembrava
accomunarli entrambi. Jefferson forse della sua follia non era cosciente, ma
Luna sì. “Mi hanno chiamato folle, ma non è ancora chiaro se la follia sia o
meno il grado più elevato dell’intelletto”[*] aveva affermato una volta
qualcuno e il suo essere smistata nella casa dei Corvonero
ne era solo una conferma. E fu proprio con quello spirito di conoscenza che era
implicito significato della divisa blu-bronzo che
stava ancora indossando, che Luna iniziò
a camminare lentamente per quella piccola casetta e a curiosare tra i vari
cappelli, senza curarsi del padrone di casa, che a sua volta sembrava non
curarsi affatto di lei.
“So perché non funziona…” esclamò d’un tratto voltandosi
verso di lui e fissandolo con un’espressione pensierosa “Gorgosprizzi…”
pronunciò poi come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
E forse per lei lo era davvero. Anche se forse, a conti
fatti, era più probabile che i Gorgosprizzi, ammessa
e concessa la loro esistenza, si erano insidiati più
che nei cappelli, nelle menti di entrambi.
Il Cappellaio la guardò in silenzio per un po’ e alla fine,
pur non comprendendo affatto, si ritrovò ad annuire. Un lampo di speranza
attraversò il suo sguardo, ma più evidente fu l’euforia che accompagnò il
sorriso che le rivolse; poi si alzò in piedi e le si avvicinò con il cappello
su cui stava lavorando stretto tra le mani, ma nel tempo impiegato per compiere
quel gesto fu come se la questione dei Gorgosprizzi
fu accantonata.
“La vuoi una tazza di tè?”
“Solo se corretto con succo di zucca”
[*] Edgar Allan Poe
NDA:
Salve a tutti! Spero vi sia piaciuto questo primo capitolo! L’idea
è quella di una raccolta su differenti
coppie (forse un po’ improbabili) che uniscano Harry Potter e Once Upon a Time. La prima coppia
credo non ci sia troppo bisogno di spiegarla: considerata la “stranezza” di
entrambi i personaggi, immaginarli in un dialogo insieme non è stato difficile.
Che ne pensate? Mi farebbe davvero piacere avere un vostro commento!
Alla prossima coppia!