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di __aris__
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Hans entrò nella sala del trono sorridente. Il suo sorriso gli aveva fatto conquistare la principessa Anna di Arendelle, quel sorriso lo aveva fatto ritenere dalla regina Elsa un calcolatore arrivista; lo stesso sorriso aveva indotto il suo tribunale a ritenerlo solo un infimo criminale che non avrebbe meritato pietà. Non che ne desiderasse dai suoi fratelli o tanto meno da suo padre! Nemmeno ne voleva da tutti i dignitari di corte che adesso lo guardavano dall’alto in basso con il naso dritto mentre fino a poche settimane fa si sperticavano in inchini improbabili perché, sebbene ultimo in linea di successione, un giorno il principe Hans avrebbe potuto decidere delle loro sorti.
Tanto valeva mantenere quel sorriso amichevole fino alla fine anche perché mostrare una qualsiasi altra espressione non gli avrebbe salvato la vita.
Il principe camminò lungo il tappeto rosso al centro della grande navata circondato da tutta la corte al gran completo che mormorava al suo passaggio. Due guardie ed una pesante palla di metallo ai piedi gli facevano da scorta. “Hans, George, Theodor, Herbert von Quart delle Isole del Sud …” tuonò il re appena fu ai suoi piedi.
Avete dimenticato il mio titolo padre! Hans, George, Theodor, Herbert von Quart principe delle Isole del Sud!” lo corresse il prigioniero con un inchino esclusivamente scenico.
Con la tua viltà hai dimostrato di essere indegno del tuo titolo. Non sei più un principe ma solo un comune usurpatore!” intervenne uno dei fratelli. Quale non aveva importanza: il cipiglio di quelle parole era troppo perché Hans potesse dubitare che del suo titolo gli importasse meno dei ferri vecchi del boia.
Basta Fridrik!” il re alzò una mano imperioso per sedare quella inutile disputa “Hai tradito la fiducia di un regno nostro alleato nel più vile dei modi. Hai macchinato laidi complotti e messo in pericolo delle vite umane solo per saziare la sete di potere ed hai fallito. Per tutti questi crimini io, re Albert terzo delle Isole del Sud, ti disconosco come figlio e principe di questo reame e ti condanno a morte mediante decapitazione. La tua condanna sarà eseguita domani all’alba. Raccomanda l’anima a Dio, se ancora ne hai uno.” Detto questo il monarca si alzò dal trono mentre quello che fino a poco tempo prima era suo figlio si inchinava accettando la pena. L’assemblea si sciolse muta, quasi fosse stata composta di fantasmi, ed Hans fu riportato senza troppi complimenti alla sua cella da dove rimirò per l’ultima volta il tramontare del sole ed il sorgere della luna.
Nessuno venne da lui, nemmeno le guardie per portagli del pane talmente vecchio da essere immangiabile, e tutti lo lasciarono in quella cella di pietra fredda dove il giaciglio era ruvida paglia. l’indomani qualcuno gli avrebbe tranciato di netto la testa con un scure ma Hans avrebbe rifatto tutto allo stesso modo. Non era pentito di nessun inganno, tantomeno delle sue macchinazioni! Il pentimento non lo sfiorava nemmeno in quel momento! In fondo la sua casata aveva conquistato il trono grazie ad inganni ed omicidi e nessuno aveva mai dato segno di pentimento.
Ma i vostri antenati avevano conquistato il trono, voi no principe Hans. Voi avete fallito ed è per il vostro fallimento che morirete!” Dal buio una voce stridula ruppe il silenzio prima che un fumo violaceo si spargesse nell’aria. La nuvola si dissolse e comparve un uomo che a stento si poteva definire tale: il colorito verdognolo ed il suo strano abbigliamento in pelle lo rendevano più simile ad un coccodrillo che ad un essere umano. Il volto raggrinzito lasciava vedere i denti gialli, scoperti da un ghigno che metteva i brividi ancora di più dell’ira di Elsa.
Chi siete voi? E come site giunto fin qui?
Il visitatore fece un profondo inchino “Rumpelstiltskin al vostro servizio!
Il Signore Oscuro! Hans aveva sentito dei racconti su questo stregone provenire da terre lontane, sapeva chi aveva davanti e la paura lo divorò in un lampo.
Non abbiate paura, principe, sono qui per proporvi un patto che è nel vostro interesse, e … sono sicuro accetterete.” Spiegò l’altro con estrema cordialità, quasi con allegria.
Perché dovrei credervi? So che chi contrae con voi non ha scampo.”
Rumpelstiltskin si fregò le mani divertito “Coloro che stringono un patto con me sono persone che non accettano il prezzo dei loro affari. Ma voi principe siete in una posizione diversa …” l’incantatore rise freneticamente ed istericamente “Non siete voi che avete cercato me, ma io che sono venuto da voi. Tra poche ore il boia vi taglierà la testa … a meno che non accettiate la mia proposta.”
Chi mi dice che non mi farete uccidere ugualmente?” l’uomo si accorse solo in quel momento che le sue spalle toccavano le pareti della prigione, evidentemente la paura lo aveva fatto arretrare istintivamente.
Se vi volessi morto non sarei … qui!” rispose con disgusto osservando la cella.
Il principe sorrise contagiato da quella figura che restava per metà avvolta nell’ombra: “Cosa volete da me? Non ho più ricchezze ed i miei averi sono solo questi stracci.
Un gomitolo d’oro comparve tra le mani di Hans che lo fisso a bocca aperta “Io produco l’oro, non sarei qui per una cosa tanto banale! Voglio concedervi la possibilità di tornare ad Arendelle e conquistare il trono. oltre che di allungarvi considerevolmente la vita.”
Era un sogno? Magari era già morto e non lo sapeva! No, calma: quello che il mago gli stava proponendo doveva essere un tranello. Non c’era scampo dai contratti con l’Oscuro Signore! Mai! “Tornare ad Arendelle? E come?” domandò titubante.
Posso riportarvi al giorno dell’incoronazione della regina Elsa.” Spiegò con ovvietà.
E cosa vorreste in cambio? Avete detto che tutti gli affari hanno un prezzo, dunque qual è il vostro?
Siete molto più sveglio di quanto il vostro bel faccino faccia immaginare altezza! In cambio di una vita che duri più delle prossime quattro ore vi chiedo di catturare la Regina Elsa per me.”
Hans storse la bocca incredulo “Catturare Elsa? E come?
Con questa!” Rumpelstiltskin fece svolazzare una mano per far apparire un’ampolla dorata “Non dovrete fare altro che aprirla davanti alla regina ed il potere dell’ampolla farà il resto. Poi potrete raccontare ciò che vorrete ed appropriarvi del regno di Arendelle.”
Hans rifletté per qualche istante: sembrava troppo bello per essere vero! Ma se i racconti della Foresta Incantata erano veri allora il trabocchetto era sicuramente dietro l’angolo. “Perché non lo fate voi?
L’altro storse il naso; non si aspettava che il principe decaduto fosse tanto sveglio, ma non aveva importanza: il premio era troppo ghiotto perché Hans lo potesse rifiutare: in un colpo solo avrebbe conquistato un trono e la vendetta su coloro che lo avevano catturato. Hans avrebbe accettato sicuramente! “Diciamo che mi sento magnanimo. Pensate alla mia proposta principe: vi basterà dire accetto prima che la lama del boia vi tagli il collo!” dicendo questo lo stregone scomparve e nella cella rimasero solo i raggi della luna assieme al condannato a morte.




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