Afire
Love.
Harry
era uno di quei ragazzi che amavano la velocità e il vento tra
i capelli e, anche se sua madre lo obbligava a mettere il casco prima
di uscire, lui ogni volta sbuffava perché si ritrovava sempre
con i capelli appiattiti, che a lui non piacevano; così aveva
imparato a tenerlo giusto il tempo di arrivare davanti casa di Louis,
per poi sfilarselo e passarlo subito all'altro.
-Mi
dai sempre il tuo, e tu?.- gli domandò
la prima volta e lui disse
che l'avesse dimenticato, ma giorno dopo giorno , il ragazzo dagli
occhi di ghiaccio capì
che ad Harry non piaceva portare il casco e che niente l'avrebbe
convinto, nemmeno la più conveniente delle promesse e chissà
perché ci tenesse così tanto a quei capelli dai ricci,
ormai indefiniti perché troppo lunghi.
Louis
e Harry si conoscevano
da molto, erano
sempre stati amici, fin dalle elementari.
Dichiaratamente
erano
entrambi etero ed erano
convinti di questo fin quando una sera in cui furono entrambi
ubriachi, non così tanto da non ricordare, si baciarono; Lou
ricordava
di come, dopo quella sera, Harry evitasse di parlargli e tanto meno
di guardarlo; era una situazione difficile, lo sapeva.
In
quel periodo si sentiva
confuso, perché non si era
mai accorto di come il suo cuore accelerasse alla vista di Harry, di
come si sentisse distrutto ogni volta che vedeva una ragazza
appiccicata a lui e la cosa più terribile erano
i loro sguardi che, a quel tempo, si incontravano di rado solo per
paura, di cosa poi? Di Amare?
Harry
era un tipo così, campava alla giornata, era molto impulsivo
ed era parecchio chiuso, anche con i suoi amici, figuriamoci con i
suoi. Ha sempre tenuto tutto dentro lui.
L'unico
che riusciva a farlo ridere di più e a farlo parlare era
sempre stato Lou, da sempre e lo ricorda ancora il primo giorno in
cui si incontrarono alle elementari; Lou gli aveva fottuto il
posto vicino a Mary ed era stato incazzato per tre giorni per
quell'affronto fino a quando non vide quel bambino dagli occhi
ghiaccio, come piacevano a lui, sedersi accanto a lui.
-Le
femmine sono proprio noiose! tu come ti chiami?.- e lui , con molta
meno rabbia in corpo gli aveva risposto Harry.
Forse
era stato proprio quel ricordo che quel giorno lo spinse ad andare da
Louis per chiarire, si era accorto di quanta dipendenza gli avesse
creato quel ragazzo ed era sicuro di non poterne farne a meno; lo
prese
per la maglietta quando uscì
dalla classe di musica e lo sbatté
contro il muro.
-Mi
manchi, stronzo.- e non lo sapeva nemmeno lui perché avesse
aggiunto quello stronzo, forse voleva fargli capire quanto cazzo era
stato male per colpa sua e sperava
che capisse, anzi lui sapeva che avrebbe
capito.
-Tu
hai fatto lo stronzo.- gli aveva ringhiato contro prima di
liberarsi da quella presa per andare verso il suo armadietto; Harry
non lo lasciò andare, quella volta voleva fare pace,
era strano tutto quello che sentiva, ma voleva condividerlo con lui,
ormai ne era certo.
-Ok,
ho fatto lo stronzo.- gli mormorò vicino all'orecchio, voleva
che sentisse solo
lui,
che nessuno sapesse il loro piccolo segreto.
-E'
strano.- mormorò a sua volta lui mentre cambiava i
libri per la prossima ora.
-Ti
va di andare ad una festa stasera?.- non voleva che parlassero di
quella cosa, voleva solo divertirsi lui.
-A
patto che il casco lo tieni tu, perché anch'io ci tengo ai
miei capelli,Harry!.- lo rimproverò lui con tono serio
e Harry pur di vederlo ridere ancora avrebbe fatto qualsiasi
cosa, anche appiattirsi i capelli con il casco.
-Louisss-
erano in moto, mezzi ubriachi, diretti chissà dove e
Harry aveva voglia di gridare e ogni volta che lo faceva aumentava la
velocità della moto, come se fosse una conseguenza.
La
strada era deserta e si divertivano con la moto in mezzo alle corsie,
Harry sterzava a destra e poi a sinistra e Louis, che in genere era
sempre meno ubriaco o meno fatto, quella volta non si risparmiò.
-Perché
ho accettato di mettere questa roba?.- mormorò il riccio
mentre Louis, con cautela cercava di alzarsi sui poggia piedi
della moto, teneva le mani salde sulle sue spalle e una volta
alzato si sentiva davvero strano, aveva il vento tra i
capelli, faceva freddo, ma a lui non importava si sentiva
terribilmente bene quella sera e niente al mondo poteva rovinarla.
-Perché
mi ami.- rispose lui ad occhi chiusi e con il sorriso tra le
labbra.
-Non
ti amo, coglione.- girò il viso verso di lui, togliendo lo
sguardo dalla strada per qualche minuto, giusto i più
importanti. Lo vide aprire gli occhi, stava per dire qualcosa, ma non
ne ebbe il tempo a causa del feroce scontro a tutta velocità
contro un palo.
Era
il 19 febbraio 1999.
Harry
ne uscì illeso per merito del casco, riportava solo qualche
ferita sulle gambe e si era rotto il piede finito sotto la moto,
fortunatamente non vicino alla marmitta.
Louis
aveva battuto la testa violentemente e per quanto fosse dura
ammetterlo era morto sull'ambulanza.
Ad
Harry rimaneva di lui solo quel sorriso e quella foto di quando
avevano dodici anni. E si malediceva ogni santissimo giorno, perché
è tutta colpa sua se adesso lui non c'è più,
perché aveva messo lui il casco.
-Dovevo
morire io.- mormora ogni tanto, quando il ricordo di Louis si fa vivo
nella sua mente e l'avrebbe sempre ricordato con quel suo sorriso e
poi non avrebbe mai dimenticato il colore dei suoi occhi.
E
adesso che non c'era più, dopo quattro anni, avrebbe voluto
gridarglielo quanto l'amasse, avrebbe voluto gridarlo al mondo il suo
amore per Louis William Tomlinson.
Vi
prego, non picchiatemi per questa … cosa,
non
era così nella mia mente, ve lo giuro.
Non
ho altro da dire oltre al fatto di aver pietà.
LOVE
LARRY
|