Kagome Higurashi era stanca.
Leggermente stufa di
viaggiare continuamente fra i due mondi di cui faceva parte.
Il mondo moderno, dove
era nata e aveva vissuto per quindici lunghi anni.
E il mondo antico.
Quello dove aveva conosciuto InuYasha e gli altri amici.
Forse era proprio quel
mezzo-demone a darle la forza per continuare a raggiungere l'universo
parallelo.
Ma il fatto che
viaggiasse in due spazi temporali diversi non le permetteva di stare
al passo con il programma scolastico.
Proprio la sua
situazione la obbligava a studiare appena poteva, in ogni minuto
libero.
Quello era proprio un
bel pomeriggio soleggiato.
I raggi della Stella
Splendente colpivano con delicatezza il suo viso sorridente. Era appena
tornata nel presente.
Il giorno dopo avrebbe
dovuto sostenere un test.
L'ennesima prova per
l'ammissione alle superiori.
E non aveva ripassato nulla.
Perciò, per
quel giorno, avrebbe letto e riletto le varie unità del
testo.
< InuYasha,
domani ho un esame. Io vado a casa! >
E prima che il ragazzo
potesse dire qualcosa, era sparita.
Il suo comportamento
era comprensibile: ogni volta che il mezzo-demone andava a prenderla,
Kagome si preparava per qualche esame. E lui, puntualmente, anche senza
fare nulla, riusciva a
distrarla.
Le faceva venire in mente tutto quello che stava accadendo nell'epoca
Sengoku.
Naraku, la sfera degli
Shikon, Kohaku...
Ma quella volta
sarebbe andata diversamente.
< Sono a casa!
>
Kagome si tolse le
scarpe e baciò sulla guancia la madre. Un veloce saluto al
fratellino e al nonno e, come un fulmine, si catapultò in
bagno. Decise che, prima di studiare, si sarebbe immersa per una
ventina di minuti nella vasca. Lo faceva ogni volta che tornava dal
Sengoku. Era ormai diventata un'abitudine.
S'immerse nella vasca
e aprì il suo libro di Inglese. Iniziò a leggere
il dialogo della decima unità.
Quando uscì
dal bagno, coperta dal suo pigiama rosa, la madre le disse che InuYasha
era in camera sua.
Fu con un'espressione
sorpresa che Kagome fece capolino nella stanza. Il ragazzo era seduto
sul tatami e teneva fra le mani un libro abbastanza voluminoso. Lei lo
identificò come il vocabolario di Inglese.
< Ah! Ciao,
Kagome! Prima sei scomparsa... >
< Ciao,
Inuyasha... Che facevi? >
Aveva ignorato
volutamente la sua osservazione. Spiegargli ogni volta che aveva
bisogno di studiare era stancante.
<
Cos'è questo coso? Non ci capisco niente. E' un qualche
linguaggio ninja? >
Kagome
scoppiò a ridere.
< No. E' un
libro che serve a capire una lingua straniera chiamata Inglese. >
< Capisco... E
tu la capisci, questo Inglese? >
< Qualcosa. Non
tutto. >
Kagome si
divertì un mondo, quella sera. Era molto divertente vedere
InuYasha che cercava di pronunciare quelle parole a lui sconosciute. In
due ore imparò la corretta pronuncia del saluto "Hello" e
"Good morning".
Ogni volta che lei si
complimentava con lui per aver pronunciato bene qualcosa, egli
arrossiva vistosamente. Ma non solo per gli elogi; anche la stretta
vicinanza lo imbarazzava. Poche volte si era trovato in questa
situazione e aveva imparato a goderne appieno tutti i momenti.
Osservava attento le movenze e le espressioni della ragazza, che
sembrava non accorgersi di nulla.
< Queste due
parole, invece, si pronunciano "I Love You". Significano "Ti amo". Ma anche "Ti voglio
bene".
Dipende dal contesto. >
Le gote di Kagome si
arrossarono. InuYasha la guardava intensamente da una quindicina di
minuti, come se cercasse di intendere i suoi pensieri. E forse ci era
riuscito.
Si maledì
per avergli detto il significato di "I love you".
Che
pensieri sciocchi... non oserà mai dirmi una cosa del
genere. Lui ama Kikyou, non me. Devo smetterla di pensarci.
D'un
tratto, InuYasha le afferrò la mano e la strinse. Le loro
dita sembravano fatte per intrecciarsi tra loro. Un'ondata di calore
percorse il corpo di entrambi, facendoli rabbrividire. Gli occhi di
entrambi erano persi nel vuoto, paurosi di incrociarsi. Se l'avessero
fatto, probabilmente avrebbero perso il controllo delle proprie
azioni. Soprattutto InuYasha.
< I Love You, Kagome.
>
Disse il
mezzo-demone, volgendo lo sguardo verso Kagome, la quale
arrossì ancora di più, nel notare la presa di
coraggio di lui. Rimase zitta a contemplare quegli occhi dal taglio
felino, ambrati, capaci di toglierti il lume della ragione.
< Me
too, InuYasha. >
Si abbracciarono,
senza dire nient'altro.
Dormirono stretti
l'uno all'altra per tutta la notte.
La Luna, muta
testimone del loro amore, lambiva i loro volti con la sua luce.
Non sapevano quello
che sarebbe accaduto domani.
Ma avrebbero vissuto
appieno quel momento.
Prima che il male li
dividesse, malvagio e sprezzante.
Si
sarebbero amati. Con tutto il cuore.
***
Ehm, lo so. Lapidatemi.
Fate qualcosa, ve ne
prego.
Non posso andare
avanti così.
Ebbene, sappiate che
questa OneShot è per Roro. Esatto, proprio per lei. Per
questa Sensei stupenda che ogni giorno mi fa sorridere e arrabbiare (i
suoi cali di autostima xD). Grazie per
esserci sempre, amour!
Ok, ora vi lascio
davvero.
Commentate, se avete voglia. =D
Alla prossima!
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