1. Prologo
A
Lutea Eos e a Scarlett_Brooks_39
Questo
fiore dai petali colorati nelle tonalità del blu, lavanda, rosa,
viola.
Glicine
Prologo
–
È buonissimo! –
commentò Regin mentre mangiava come se non toccasse cibo da giorni,
mesi, anni, secoli.
Le
lacrime minacciarono il loro arrivo nei suoi occhi color viola con
varie sfumature di blu, lavanda e rosa e solcarono il suo candido
viso.
Il
giovane uomo seduto di fronte a lei si alzò dal tavolo, azzerando la
loro distanza in pochi passi. Delicatamente le asciugò le lacrime
con le dita, poi le tolse di mano il piatto ormai quasi del tutto
svuotato dagli spaghetti che aveva preparato per il suo ritorno.
Regin,
seduta, osservava attentamente ogni suo più piccolo movimento,
cercando di memorizzare ogni più insignificante dettaglio che faceva
parte di lui, perché sapeva che quella poteva essere una delle
ultime serate che potevano passare assieme, ovvero l'ultimo giorno
che aveva da vivere.
–
Regin, mangia
lentamente – le disse con un tono dolce e paziente mentre si
abbassava lentamente fino a inginocchiarsi per potersi rispecchiare
in quegli stupendi occhi luminosi.
Lei,
non riuscendo più a trattenersi ancora, buttò le braccia sul collo
del suo ragazzo che continuava a guardarla intensamente negli occhi,
facendolo cadere a terra di schiena.
–
Mi sei mancato.
–
Anche tu, mia cara –
le sussurrò mentre le accarezzava i capelli mori che le arrivavano
fino alla vita.
Regin
alzò il viso dal petto accogliente del suo ragazzo e, trattenendo a
stento le lacrime, allungò tremante una mano per accarezzargli la
faccia come per accertarsi che fosse reale, che fosse lì veramente.
–
Ehi, sono io
davvero! Sono qui e sono reale – bisbigliò lui dolcemente, quasi
leggendole nel pensiero e regalandole uno di quei sorrisi che la
riempivano di calore e affetto.
Regin
fissò a lungo i suoi profondi e scuri occhi colmi di intelligenza e
pazienza e scoppiò finalmente in un forte pianto liberatorio.
Incurante
delle lacrime che solcavano il viso della sua amata e che gli
bagnavano la camicia, l'uomo alzò il capo per unire le sue labbra a
quelle salate dalle lacrime di lei per riscoprire quell'essenza dolce
che solo lei possedeva.
Lei
si avvicinò ancor più a lui come se anche la minima distanza tra
loro la turbasse e approfondì il bacio, mentre le sue dita si
intrecciarono con i morbidi capelli castani del ragazzo.
Regin
alzò gli occhi per posarli su quelli di lui. – Ti amo – gli
disse come se ci fosse il bisogno di farglielo sapere ancora, ancora
e ancora.
Lui
per risposta la attirò ancora più a sé, talmente terrorizzato da
essere incapace di esprimere, quindi di ammettere, l'immenso amore
che lo legava a lei.
Angolino
mio:
Sono
ritornata con una storia senza senso e senza spazio e tempo. U_U
Potete
immaginarla dove volete, anche in un universo parallelo.
Dedico
questa breve storia a Lutea Eos per la sua pazienza e per il suo
esserci sempre. E anche perché riesce a sopportarmi, nonostante sia
passato così tanto tempo. In questa storia c'è molto di mio, ma so di
aver messo anche qualcosa di tuo!
E
dedico anche questa storia a Scarlett_Brooks_ perché è grazie a lei
– che mi ha fatto conoscere il glicine – che ho scritto, che ho
messo su foglio un'idea che avevo da tempo e perché mi ha detto
delle cose bellissime. Grazie di tutto. ç_ç
Questa
storia partecipa al contest “Un fiore per ogni personaggio”.
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