A Marika
La tua anima è talmente bella che
nessuna
storia potrà mai raccontarla.
Buon compleanno, piccola.
La
notte della verità
Mi
manchi, quando lo specchio
d’acqua s’increspa rendendo il mio riflesso sfocato.
Mi
manchi quando il mattino irrompe
nella nostra stanza e rende manifesta la tua assenza.
Mi
manchi al dodicesimo rintocco di
quello stupido orologio a pendolo, che era solito avvertirci, nelle
notti di
luna piena, del momento che si stava apprestando.
Mi
manchi e la vita fa male.
Il
bosco frondoso e buio mi impaurisce
talvolta.
Non è
più lo stesso,
non è bello
correre senza te al mio
fianco,
libero nella notte. Quante
volte
mi hai guardato le spalle? Quante volte ti ho salvato la vita?
Eppure,
Isaac, sarò sincero: non
c'è stata mai una volta in cui, salvandoti, non abbia
salvato me stesso.
La
mia vita è la tua. L'ho saputo
dal primo istante.
Il
tuo bisogno assoluto e totale di
protezione, la mia inspiegabile e insaziabile voglia di proteggerti.
"Vieni
qui, non temere, ascoltami. Adesso
questa è casa tua, nessuno potrà più
farti del male. Sei al sicuro. Domani penseremo
ai tuoi vestiti. Adesso stai con me, il mio letto sarà
sufficiente per
entrambi."
Sebbene
quella notte non ti abbia
sfiorato nemmeno, la bestia dentro me già ululava dalla
violenta necessità di
vendicarti, di distruggere chiunque ti avesse ridotto in quello stato.
Forte
ringhiava il lupo, e i miei artigli si erano già conficcati
nel tuo petto, a
proteggerne il cuore, quel cuore che, lo sentivo, batteva
all'impazzata mentre il tuo respiro
mi scaldava il volto.
Vegliai
su di te tutta la notte,
anima fragile dischiusa con violenza, come i petali di un fiore
strappato e calpestato.
Se
ripenso a quel mattino, un
brivido mi percorre ancora, rendendomi ebbro.
Il
tuo braccio era posato sul mio
fianco e, quando mi voltai a guardarti, ti svegliasti appena. La luce
colpì il
tuo sguardo celeste che mi abbagliò lasciandomi incredulo. I
raggi danzavano
tra i tuoi capelli che emanavano ogni sorta di riflesso dell'oro.
Sono
stupido, lo sai, non credevo
che sarebbe mai successo, ma m'innamorai.
Allora
sorridesti innocente e il
mio cuore perse un battito, ma non riuscii a proferire parola.
"Grazie"
mi
dicesti "non
avrei saputo dove altro andare",
e in quel momento
capii che ti avrei amato per sempre.
* *
* * *
* * *
* * *
La
nostra pelle ardeva nel buio; la
mia oscurità tentava d'inghiottire il tuo bagliore, lupo
meraviglioso, opposto a
me in ogni fibra della tua essenza, lottavi per restare a galla, ma eri
sopraffatto.
Un
ringhio e poi le zanne ti
squarciarono le mascelle, spingendo fuori possenti e fameliche. Un
ululato di
frustrazione, quasi un gemito quando il tuo volto fu sconvolto e
deformato,
assumendo fattezze animali.
Non
avrei permesso a nessuno di
farti del male; guardai la luna piena, e in un attimo fui lupo anch'io.
D'improvviso
balenò nella mia
coscienza la nostra connessione, come una scarica elettrica
ininterrotta, un
flusso d'informazioni che potevo percorrere senza
difficoltà.
Era
questo il vero legame che si
instaurava tra un beta e il suo alpha? O eri solo tu ad avermi dato
accesso a
tutto te stesso senza timore alcuno?
Così
vidi me, attraverso i tuoi
occhi.
Spesso
indugiavi sulle mie
labbra,
le trovavi belle. Trovavi
bello
anche il mio corpo quando, nelle notti che precedevano il plenilunio,
ero
assalito da potenti vampate e mi spogliavo nel buio credendo che
dormissi.
Desideravi
toccarmi, ma temevi che ti
rifiutassi, e così ti accoccolavi ogni notte dietro la mia
schiena,
proteggendo tutto di me col
tuo corpo.
Anche
tu mi amavi già, Isaac? O la
tua coscienza mi appariva distorta dal desiderio?
Continuammo
a correre finché non
sentimmo più i cacciatori alle spalle; ci rifugiammo dietro
una coltre di siepi
selvatiche, cresciute a ridosso di un'alta roccia.
Il
raggio di luna non ci colpiva
più direttamente e la connessione sembrò
interrompersi.
Mentre
riflettevo sulla strada più
sicura da percorrere per poterti riportare a casa sano e salvo, il tuo
volto
fece capolino davanti a me.
Le
tue zanne splendenti e fiere si
avvicinarono finché non poggiasti la tua fronte rugosa sulla
mia. Allora il
legame psichico sembrò rinsaldarsi improvviso e mi indusse
in un torpore dolce
e accogliente.
Rividi
me stesso. E tu che mi parlavi.
"Onice
ed ebano, manto scuro, avvolgimi stella della notte. Circondami nelle
tue spire
e rendimi naufrago. Voglio vagare nell'infinito mare notturno che
è il tuo
sguardo quando si posa su di me. Voglio afferrare e stringere la seta
dei tuoi
capelli tra i quali le mie dita bianche si perderebbero per sempre.
Voglio
dissetarmi alla fonte umida delle tue labbra che immagino morbide e
nate per posarsi
sulle mie. Accettami. Accoglimi, salvami dalle intemperie del mio
passato.
Correremo per sempre nelle notti, affranti, stanchi, impauriti, in fuga
perenne, ma insieme."
Uno
schiocco fende l'aria e d'improvviso
il lupo scompare. Rimani solo tu, Isaac davanti a me, con lo sguardo di
cristallo e la bocca spalancata in un silenzioso grido.
Una
chiazza umida si dipana sul
tessuto della tua maglietta scura. La freccia ti ha colpito al centro
esatto
delle scapole e la sua testa ha squarciato il tuo addome mentre la
cacciatrice
ti guarda con cipiglio soddisfatto.
Mi
hai protetto col tuo corpo.
Lo hai scelto
perché sapevi quanto fossimo esposti,
sapevi che ci avrebbero raggiunti.
Perché?
Perché
mi hai detto che mi amavi
solo quando sapevi che ti avrei perso?
Non
è giusto, ma adesso non posso
indugiare.
Devo
ucciderla.
Mi
guarda con un ghigno di sfida
preparandosi a tendere l'arco.
Il
lupo ruggisce in me prepotente
mentre mi ergo per sovrastarla.
La
vedo esitare, sembra impaurita,
ma non avrò pietà di lei.
In
un balzo l'ho raggiunta e scaraventata
a terra, scagliando il suo arco lontano. Assaporo il suo terrore e me
ne nutro
fino all'ultima goccia; non sopprimo un altro ringhio che mi inonda e
mi spezza
forse più che il dolore per la tua perdita.
I
miei artigli stanno per squarciare
la sua giugulare quando un flebile sussurro giunge alle mie orecchie.
"Scott"
Sei
vivo! La gioia e l'angoscia mi
dilaniano, la rabbia ha ancora il sopravvento. Devo punirla, Isaac.
"Scott,
fermati. Tu non sei
così."
Non
posso più sopportare il suono
della tua voce agonizzante, non quando i miei sensi di lupo
l'amplificano a
dismisura rendendomi netta e dolorosa ogni roca sfumatura del tuo
respiro
stanco.
Un
secondo dopo ti sto già
trattenendo, la tua testa sulle mie gambe.
I
passi si allontanano veloci e
tutto perde d'importanza mentre ti sento rantolare e stringermi la mano.
"Non
lasciarmi."
"Mai."
* *
* * *
* * *
*
Il
ronzio imperterrito del
cellulare s'insinua nella mia coscienza costringendomi a realizzare
ancora una
volta di non averti al mio fianco.
Porto
all'orecchio il fastidioso
tormento senza nemmeno sforzarmi di alzare le palpebre.
"Scott!"
"Mamma?"
"Scott,
corri! Si è svegliato!"
Scosso
dal torpore spalanco gli
occhi e realizzo ciò che ho appena sentito. Mia madre ti
tiene d'occhio tra un
turno e l'altro quando io, stremato dallo stringerti la mano ore ed
ore, sono
costretto a riposare per non morire con te.
Cavalco
la moto e inizio a correre,
poco importa se ho ancora addosso la felpa con la quale ho dormito, la
tua
felpa, perché ormai è impossibile trascorrere le
notti se non circondato dal tuo
odore d'oceano.
Percorro
i corridoi rischiando più volte
di scivolare dalla foga.
E
poi ti vedo.
E
ti odio.
Come
hai potuto svegliarti quando non
ero al tuo fianco?
Non
mi rendo neppure conto di star
piangendo finché non vedo le tue dita bagnate, quando mi
accarezzi il volto.
Allora ti prendo per mano.
"Ti
avevo detto che non ti
avrei mai lasciato."
"Ti
ho sentito, accanto a me,
tutti i giorni. Ti sognavo correre nel bosco al mio fianco, nella notte
infinita,
figlio della luna e mia guida. Voglio tornare a farlo, voglio farlo per
il
resto della mia vita. Sarò il tuo branco, sarò il
tuo scudo."
"Lo
sei già. Vorrei solo che
mi amassi ancora, anche se non lo merito. Un alpha che non protegge il
suo
unico beta, ma guardami."
"Ti
amo. Ancora e ancora e
ancora. Non smetterò mai. E adesso avvicinati, stupido."
Così
ti bacio, e scopro
finalmente il mio destino. Sei tu, e null'altro, e scelgo te per il resto dei miei giorni.
Buon compleanno, Marika.
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