capitolo 1 - L'inizio di tutto
Nella metropoli costiera di Mizuhara splende il sole in una classica
giornata estiva. Il termometro segna quasi i 40 °C ma la
leggera brezza marina rende il posto vivibile. E' appena incominciato
Giugno e questo caldo è ormai classico in questo mese
considerato il più caldo di tutto l'anno. Nella grossa
città girano impiegati in giacca e cravatta col respiro
affannoso e gli studenti nelle divise estive delle rispettive scuole.
Nel liceo della zona adiacente al mare, una delle più
benestanti di tutta la metropoli, le classi con l'ora di ginnastica si
litigano le piscine mentre gli altri stanno in classe con le finestre
spalancate. Nella 3°F i ragazzi sono tutti attenti alla lezione
che si sta svolgendo tranne uno.
- Mugiwaraaa! -
La giovane insegnante di lettere urla contro il ragazzino addormentato
sulla sedia con la testa che gli ricade visibilmente all'indietro. Tori
Mugiwara, un sedicenne vivace e spensierato figlio di una famiglia come
le altre; non uno studente modello ne un atleta di grandi capacita ma
con una sfrenata passione per le spade. Alto circa un metro e 75 con
dei folti capelli marroni chiaro modellati con il gel e un fisico magro
e asciutto. Due grossi occhi azzurri e un volto in grado di conquistare
parecchie ragazze. Senza nemmeno smuoversi all'urlo dell'insegnate il
ragazzino prende a russare sonoramente tra le risate della classe. La
donna si infuria come non mai e scaglia il gessetto verso di lui in
preda all'ira. Nel silenzio attonito della classe l'oggetto bianco
colpisce la fronte del ragazzo che si sveglia di soprassalto e cade
all'indietro con la sedia battendo la testa per terra.
- AIAAAA! Che male che male che male! -
Tenendosi la testa con le mani Tori corre in cerchio con le lacrime
agli occhi per il dolore senza rendersi conto della situazione.
Fermandosi di scatto prende a gridare a destra e a manca il braccio
indicando i vari compagni di classe e gridandogli contro.
- Chi cazzo è stato a fare questo scherzo! E'? Codardi chi
di voi è stato che vi faccio neri! Sei stato tu o forse tu
oppure... -
Quando il dito raggiunge il volto dell'insegnante con gli occhi rossi
di rabbia il volto del ragazzo diventa improvvisamente pallido e
incomincia a sudare freddo. Balbettando le sue scuse e agitando le mani
in segno di pietà cerca di prendere tempo quando un altro
alunno si alza e incomincia a parlare.
- Signora, Mugiwara deve essersi fatto male con quella botta. Se vuole
lo accompagno in infermeria. -
Ranmaru Mizuki, un ragazzino alto circa un metro e 70 dai i capelli
neri come il carbone con una frangia che quasi gli ricopre gli occhi
dello stesso colore. Freddo e impenetrabile è un grande
amico di Tori e sembra aver escogitato un piano per salvarlo dalla
punizione. Seguendo il piano dell'amico, Mugiwara finge uno svenimento
e si fa prendere al volo dai due. L'insegnante con uno sguardo languido
e dispiaciuta per quello che ha combinato sbuffa e poi si rivolge a
Ranmaru.
- Mizuki! Portalo in infermeria.. per questa volta si scampa la
punzione, ci sono andata già abbastanza dura con lui. -
- Subito signora. -
Portandogli il braccio sulle spalle lo accompagna fino all'infermeria
continuando la farsa. Una volta che l'infermiera gli ha dato del
ghiaccio da tenere sulla ferita alla testa i due si trovano nel piccolo
locale per parlare.
- Grazie Ran.. mi hai salvato il culo anche stavolta -
- Quante volte te lo devo dire che mi chiamo Ranmaru! R-a-n-m-a-r-u..
Ran è un nome da ragazza dannazione. -
Dopo un breve momento di silenzio i due scoppiano a ridere e Mizuki
riprende a parlare.
- Non ci sarò sempre io a salvarti.. devi imparare a
controllare quella tua testa calda.. -
- Ma che cavolo dici.. e perchè non dovresti esserci
più scusa? -
- Lo sai benissimo.. hai visto che è successo a mio padre..
se la sua pazzia fosse ereditaria potrei diventare cosi anche io -
Il volto di Tori si fa rabbioso tutto ad un tratto e lo colpisce con un
pugno in volto. Il padre di Ranmaru, Noboru Mizuki, era ricercato dalla
polizia per aver commesso una serie di omicidi verso totali
sconosciuti. Era ritenuto uno dei serial killer più
pericolosi poichè attaccava indistintamente le persone
quando aveva voglia di uccidere. Una volta scoperto che era lui il
responsabile venne imprigionato e condannato a morte. Ranmaru era
sempre stato orgoglioso del padre e questo fatto lo rese un ragazzo
fragile e insicuro di se stesso convinto che la pazzia del padre
potesse cogliere anche lui. Senza nemmeno alzare lo sguardo Mizuki
rimane in silenzio ad ascoltare l'amico.
- Devi finirla di dire queste stronzate! Il fatto che tuo padre abbia
fatto quelle cose non significa niente NIENTE! Muoviti.. ora torniamo
in classe vediamo di finire questa stupida giornata -
- Ok.. .-
I due ,sorridenti come nulla fosse accaduto, continuano a parlare.
- Ei Tori.. come mai cosi impaziente di andartene oggi? -
- E me lo chiedi? Finalmente ho chiesto a Tatsuki se voleva uscire con
me e ha accettato!
- Evvai! Grande Tori! Poi mi racconterai tutto ok?
- Eh eh magari non proprio tutto
- Idiota
I due prendono a ridere di nuovo senza accorgersi di essere davanti
all'entrata della classe che viene spalancata dall'insegnante furiosa.
- Mugiwara! Mizuki! Che ci fate davanti la porta a ridere e scherzare!
Stavolta la punzione non ve la scampa nessuno!
La campanella suona la una e finalmente i ragazzi escono dalle classi
accaldati. Appena usciti dall'ufficio della preside, dove erano stati
sgridati fino a poco prima, Mizuki e Mugiwara prendono due strade
opposte. Ranmaru si gira di scatto verso l'amico che saltella felice
per il corridoio e lo chiama.
- Ei Tori! Ti sei bevuto il cervello? L'uscita è di qua.
Senza nemmeno girarsi e proseguendo saltellando Tori replica
- No no. Non sono impazzito. Te l'ho detto che vado fuori con Tatsuki.
Andiamo a mangiare qualcosa in giro e stiamo in giro tutto il pomeriggio
Un pò stupito e divertito Ranmaru continua a osservarlo
quando fa cenno con una mano e incomincia a camminare dalla parte
opposta.
- Ah ah bene.. buona fortuna.. a domani
Quando Tori raggiunge l'aula di Tatsuki lei è davanti alla
porta con la cartella in mano. Col volto visibilmente imbarazzato
guarda da una parte all'altra in cerca del ragazzo. Tatsuki Ayasegawa,
una bella ragazza dal fisico atletico alta come Tori. I capelli biondi
legati a coda di cavallo da un fiocco di un blu scuro come gli occhi.
Capitano della squadra di atletica leggera dell'istituto è
anche una ragazza dotata di una notevole media scolastica. Tori le
compare alle spalle scuotendola.
- BUH!
Con urlo si gira di scatto e gli tira una cartellata in faccia tra la
folla che guarda la scena dapprima attonita e poi colta da una
fragrante risata.
- STUPIDO! Mi fai sempre questi scherzi e mi fai vergognare
Avvicinandosi alla ragazza la prende per mano le accarezza una guancia
- Scusa non volevo spaventarti
Con gli occhi che le luccicano rimane ferma per un attimo a osservare
il ragazzo occhi negli occhi, poi, quando si accorge che tutti li
stanno osservando, diventa completamente rossa e dandogli uno strattone
gli mormora qualcosa.
- Andiamo via.. Non mi sono mai vergognata cosi tanto
Tori non riesce a trattenere una risata e la ragazza gli risponde con
un occhiata gelida. I due camminano fuori dalla scuola e verso il parco
mano per mano e finalmente raggiunto il parco vicino i due si siedono
su una panchina. Il ragazzo si guarda intorno confuso e poi domanda
alla ragazza
- Senti Tatsuki.. non so te.. ma io non mi sono portato niente da
mangiare.. pensavo andassimo in un qualche chiosco a prendere qualcosa
La ragazza arrossisce nuovamente e gli risponde.
- Em.... come dire.. io.. ti ho... io ti ho... ecco ho fatto da
mangiare per tutti e due.
Tori arrossisce mentre osserva la ragazza che gli porge con un grosso
sorriso il cibo e rimane per un attimo paralizzato. Quando finalmente
sta per aprire bocca una mano dal nulla fa cadere i pranzo per terra.
Con gli occhi spalancati i due si girano verso la mano e vedono due
ragazzi sulla ventina che li osservano con sguardi minacciosi. Sono
alti crica tutti e due un metro e 80. Uno di essi è pelato
porta una giacca nera mentre l'altro è a torso nudo con i
capelli rossi e un ciuffo alla Elvis. Il pelato ha una Katana in mano e
la punta verso Tori mentre l'altro salta la panchina e afferra la
ragazza, poi incomincia a parlare.
- Ragazzini non sapete che questo è il nostro territorio? Se
volete stare qua dovete pagare.
Tori spaventato si alza dalla panchina di scatto tenendo gli occhi
sulla ragazza.
- Cosa volete da noi! Questo parco è libero lasciateci stare
e andatevene!
- Non credo proprio ragazzino.. ti diamo la possibilità di
andartene ma tu ci lasci la ragazza.
Con un gesto d'ira Tori scatta in avanti e sferra un violento pugno in
volto al rosso che cade a terra perdendo parecchio sangue dal naso. Il
pelato salta la panchina e senza farsi troppi problemi sferra un colpo
al ragazzino infilandogli la spada all'altezza del fegato. Tori cade a
terra sanguinante e mentre la vista gli si offusca senti i discorsi dei
due
- Ma che cazzo hai fatto! Guarda cosa hai combinato! Lascia stare la
spada, avevi su i guanti, andiamocene o ci arrestano
- E la ragazza?
- Portiamola con noi.. se non la facciamo fuori sarà una
testimone scomoda
Con un ultimo sforzo Tori cerca di chiamare Tatsuki per poi svenire del
tutto. Nella propria mente, come in un sogno, il ragazzo si ritrova in
uno spazio immenso oscuro e grida al vento il nome della ragazza. Una
luce lo abbaglia e davanti a lui compaiono delle scale dorate. Il cuore
di Tori incomincia a battere velocemente quando si rende conto di
essere trascinato su per queste scale, la verità
è che Tori sta morendo. Con il respiro corto il ragazzo
cerca con tutte le sue forze di scappare dal suo triste destino
continuando ad urlare.
- Devo salvare Tatsuki! Che ne sarà di Tatsuki! Tastukiii
Il ragazzo, improvvisamente, non si sente piu trascinato verso quelle
scale e le ridiscende lentamente. Le scale dietro di lui si distruggono
una volta che le ha passate quando finalmente esce da quello spaventoso
sogno e riapre gli occhi. Rialzandosi a fatica e mettendosi in
ginocchio osserva la ferita al fianco da cui esce moltissimo sangue. La
lama era stata infilata da dietro e spuntava da davanti trafiggendolo.
Con un gesto disperato porta la mano destra dietro di se e quando tasta
la fredda lama la afferra con tutte le sue forze e , tagliandosi il
palmo, la estrae. Con un grido di dolore richiama l'attenzione dei due
fuggitivi che non si erano allontanati di molto. Il pelato si ferma
attonito a osservare il ragazzino ancora in piedi, sanguinante, con la
sua Katana in mano con uno sguardo sanguinario. In preda al panico il
pelato si mette ad urlare.
- Mioddio... quello è un mostro! un mostro!
Il rosso fa appena in tempo a girarsi quando vede il ragazzo compiere
uno scatto al di fuori delle capacità di qualsiasi umano e
tranciare con un colpo di spada il petto dell'amico. Il pelato urla di
dolore e sviene quasi subito quando la lama gli attraversa le carni dal
fianco fino alla spalla in una ferita tanto profonda da aver tagliato
anche le costole. Una forza sovraumana pervade Tori che accecato
dall'ira osserva la sua prossima vittima che tiene ancora in mano
Tatsuki. Il rosso lancia la ragazza a terra e scappa urlando mentre
Tori si lancia al suo inseguimento. Tatsuki con gli occhi in lacrime
afferra il ragazzo per le gambe mentre le corre incontro facendosi
trascinare per qualche metro. Quando Tori finalmente si ferma osserva
la ragazza col volto sporco di terra e bagnato dalle lacrime che tra il
singhiozzo del pianto gli parla.
- Ti prego... fermati.. probabilmente hai già ucciso un uomo
non peggiorare la situazione.. andiamocene... lascialo andare... -
La rabbia del ragazzo si spegne come per magia e dopo aver lasciato
cadere l'arma abbraccia la ragazza e col sorriso sulle labbra sviene
nuovamente per la ferita. Tatsuki nel pianto estrae il cellulare dalla
tasca e chiama l'ospedale per farsi mandare un ambulanza mentre osserva
il rosso che torna indietro e carica il suo amico sulle spalle
scappando nuovamente. Senza la forza di fare nulla per fermarlo nota
solamente il grosso tatuaggio di un ragno bianco sulla schiena
dell'uomo a petto nudo torna a stringere Tori nel pianto.
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