Corsero lungo le fogne più veloce che
poterono.
<< Forza!>> disse
allungando la mano il ragazzo dai capelli verdi quasi
neri<<
Non abbiamo molto tempo.>>.
<< Guarda che lo so!>>
rispose la ragazza dai capelli rossi uscendo dal tombino.
<< Ricordatevi che ci sono
anch'io, piccioncini.>> aggiunse un'altra ragazza salendo
su.
Aveva i capelli neri con quattro strane ciocche attorno al collo
striate di verde.
<< Sbrighiamoci.>> disse il
ragazzo, poi gli venne una fitta alla testa<< Non
resisteremo a
lungo.>>.
<< Dove andiamo?>>.
<< La sede della Raimon è fuori
discussione.>> incrociò le braccia la prima
ragazza<<
Irlanda?>>.
<< Non servirà.>> disse
qualcuno dietro di loro<< Ovunque andiate non potete
sfuggire
al Reset.>>.
1- Reset
sedici anni dopo...
<< Enry?>> chiamò dalla
finestra della loro casa<< Uffa, dove si sarà
cacciato.
Enry?>>.
<< Che c'è?>> domandò
qualcuno da un punto imprecisato del giardino.
<< Tra poco è pronto! Torna in
casa!>>.
<< Va bene!>> un caschetto
di punte rosse spuntò da un buco nel terreno, poi un
ragazzino di
tredici anni spuntò guardandosi attorno con gli occhi giallo
scuro
con due specie di lacrime nere sulle guance. Uscì nella sua
tuta da
minatore sporca di terra e corse in casa. La donna aprì la
porta
della cucina e guardò il corridoio con le impronte di terra
diventando rossa come i suoi capelli.
<< ERNEST BLADE!>>
tuonò<<
SPERO CHE TU PULISCA PRIMA DI VENIRE A TAVOLA!>>.
<< Sì, mamma!>> rispose
aprendo l'acqua per farsi la doccia.
La donna sospirò e tornò in cucina.
“Perché mi è capitato un figlio
archeologo?” si domandò “Altre famiglie
hanno figli con la
passione dei francobolli o dello sport, io no. Devo ritrovarmi con un
ragazzino che scava buche in giardino.” sospirò
“Come dagli
torto, gli ho dato io questa dannatissima passione.” sorrise
appena
e guardò fuori dalla finestra. Suo marito sarebbe tornato
presto dal
lavoro e così avrebbero potuto parlare con più
calma.
<< Per fortuna la scuola comincia
domani.>> pensò ad alta voce<<
Magari troverà qualcosa
di diverso da fare, cosa facevo io alla sua
età?>> si bloccò
un attimo<< Oh, cucito, ora ricordo.>>.
<< Ti manco tanto che parli da
sola?>> domandò una voce maschile da dietro.
<< Vincent!>> esclamò
saltando al collo dell'uomo che era appena entrato<<
Com'è
andata al lavoro, amore?>>.
<< Bene grazie, e tu?>>.
<< Enry ne ha fatta un'altra.>>.
<< Ah, ecco cos'erano le tracce
in corridoio.>>.
Seguendo quelle traccie si raggiungeva
il bagno dove il ragazzino si stava facendo la doccia e stava
riportando il colore dei capelli dal rosso sporco all'arancione
carota.
<< Inazuuma Six Go! Entriamo in
campo e andiamo a giocar. Se ci crediamo il set
vincerem!>>
cantava stonacchiando la sigla di un cartone animato a cui era
appassionato<< Se ti alleni e t'impegni i compagni la
palla
alzeranno per te e a schiacciare vedrai riuscirai!>> non
avrebbe mai giocato a pallavolo, ma quel cartone gli piaceva
perché
dicevano che un personaggio assomigliava a suo nonno. Non l'aveva
conosciuto e non gli avevano parlato proprio bene di lui. Si diceva
che passasse il giorno in sala giochi e che si fosse sposato
conoscendo sua nonna per caso. Non aveva mai creduto a tutto questo e
sosteneva che la verità si trovasse sottoterra. Per questo
gli era
venuta la mania per l'archeologia, voleva scoprire il passato proprio
come aveva detto sua madre e come aveva ammesso suo padre.
“Non arrenderti mai alla verità che
ti dicono.” avevano detto “Cerca la storia e fatti
una tua idea
personale del passato.”.
<< ERNEST!>> lo chiamò sua
madre facendolo riprendere dal torpore momentaneo e facendolo
catapultare nell'accappatoio. Quando Aí(I)
si arrabbiava era meglio non essere nei paraggi oppure, nel caso di
Enry, evitare che si arrabbiasse. Corse in camera sua a vestirsi e
tornò al piano di sotto togliendo la terra dal pavimento con
uno
straccio che teneva sempre nella sua stanza pronto all'uso.
Prima
di scendere, però, si fermò a guardare quella
sfera che aveva
recuperato qualche settimana prima. Quando sua madre l'aveva vista
aveva cercato di buttarla, ma lui l'aveva lavata e l'aveva messa come
soprammobile sulla scrivania della camera. All'apparenza sembrava una
palla, però aveva provato ad usarla per pallavolo e
risultava troppo
dura, troppo morbida per pallacanestro e troppo grande per tennis o
baseball. A cosa serviva quella palla? Perché si trovava
sotto metri
di terra? Perché c'era un fulmine disegnato sopra?
<<
Risolverò il tuo mistero.>> si disse fiducioso.
<<
ERNEST!>> tuonò sua madre, mai farla arrivare
al terzo
richiamo.
<<
Ma non oggi.>>.
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