Open your eyes,I'm here for you.

di EmmaJones
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-Killian..
Si svegliò di colpo sussurrando il suo nome. La stanza era illuminata da una luce artificiale che le rendeva ancora più difficile riuscire ad alzare le palpebre. Percepiva delle voci in lontananza ma non riusciva a riconoscerle,quello che sentiva con precisione però era una macchina che vibrava piano al ritmo del suo cuore,questa e l'odore pungente di disinfettante le diedero la certezza di essere in ospedale. Provò a muoversi ma l'ago di una flebo le tirava la pelle dell'avambraccio provocandole dolore. Sentì accellerare il polso e le macchine adattarsi al nuovo ritmo con un ping più rapido. Dei passi si precipitarono verso il suo letto ma aveva la vista sfocata,faceva fatica a distinguere se era un uomo o una donna,fino a che la figura che le si stava avvicinando divenne più nitida. Si avvicinò alla macchina per controllare cosa stesse succedendo. Era una giovane donna,magra,piccolina ma si muoveva con un'andatura decisa e sicura,camice azzurro,capelli neri e lunghi tirati in una coda di cavallo alta che mettevano in risalto gli occhi chiari,leggermente a mandorla. Viso pulito,senza trucco. Non l'aveva mai vista in vita sua però aveva qualcosa di famigliare,quegli occhi le ricordavano qualcosa..o qualcuno.
-Killian!
 Questa volta era più di un sussurro,quasi un urlo. Provò ad alzarsi fregandonese del dolore provocato dall'ago della flebo ma il movimento le provocò una fitta di dolore alla testa ancora più forte che si irradiò per tutto il cranio. La dottoressa corse verso di lei aiutandola a mettersi in una posizione più comoda.
-Si calmi signora. Va tutto bene,non deve agitarsi.
La sua voce era ferma e decisa ma delicata,proprio come i suoi movimenti.
-Cosa.. Cosa è successo? Perchè sono finita in ospedale? Dov'è lui?
Chiese lei in preda al panico,sentiva i battiti del suo cuore farsi sempre più veloci seguiti dal suono della macchina.
-Signora le ho detto di calmarsi. L'ansia è comune nei casi di trauma cranico ma è necessario mantenere dei battiti lenti. Per il suo bene. Nessun movimento.
Prese dei respiri lenti cercando di calmarsi ma la pazienza non era mai stata il suo forte.
-Va bene.
 La assecondò cercando di sembrare il più calma possibile. 
-Cercherò di stare calma. Voglio solo sapere cosa mi è successo.
-Ogni cosa a suo tempo signora. Cominciamo intanto con le domande base. Il suo nome?
Sbuffò prima di rispondere,era veramente una testa dura questa dottoressa.
-Emma,Emma Swan. E il suo?
Visto che non c'era modo di farla parlare cercò almeno di essere educata e gentile. Nel frattempo la dottoressa le puntò il raggio di una piccola torcia negli occhi.
-Sono la dottoressa Elie Sab.Professione?
-Sono lo sceriffo di questa città,dovrebbe saperlo.
Al diavolo l'educazione . La dottoressa abbassò il raggio di luce sorridendo.
-Lo so,sono semplici domande per testare le sue condizioni cliniche,gliel'ho detto prima.
-Io. Sto. Bene. Ma perchè non mi dice semplicemente le cose come stanno?
 Ed ecco che il suono della macchina ricominciò ad aumentare la velocità. Avrebbe voluto staccarsi tutti quei cavi di dosso in quel preciso istante momento. E magari stringerli attorno al collo della cara dottoressa.
-Sente dolore?
 La ignorò completamente,continuando con la sua lista di domande. Si. Se ne avesse avuto la possibilità l'avrebbe decisamente strozzata con quegli stessi cavi. Ma si limitò semplicemente a rispondere. Dopo un paio di lunghi respiri per reprimere gli istinti omicidi.
-La testa.
La luce forte dei raggi aveva peggiorato le pulsazioni dolorose. Alzò il braccio liberò e si tocco la testa cercando di localizzare la fonte del dolore. Sotto i capelli arruffati,leggermente sopra l'orecchio sinistro trovò i rilievi duri di una decina di punti,incrostati di sangue rappresso. 
-Si ricorda qualcosa di quello che è successo?
Chiese alla fine il medico,dopo che aveva finito di trascrivere tutto quanto sulla cartella clinica. Si alzo dal letto e prese una siringa da un mobiletto vicino ad esso che andò ad iniettare nella flebo. 
-E' un leggero sedativo per calmarla,la aiuterà a dormire.
Emma la guardò stupefatta. 
-Io non mi ricordo niente. Come devo dirglielo?
 Chiese ormai sull'orlo di una crisi di panico. 
-L'ultima cosa che ricordo è che questa mattina sono uscita per accompagnare mio figlio a scuola e poi sono passata a prendere Killian al porto.. e poi.. niente. Blackout. Non mi ricordo più niente. Mi dica che lui sta bene.. La prego..
-Lei ha avuto un incidente stradale. Lungo la strada che porta ai boschi.. 
Le disse infine lei dopo una breve pausa. Emma rimase in attesa che continuasse.
-Ha perso il controllo della macchina andando a sbattere contro la montagna. La macchina è completamente distrutta.
-Quindi ero da sola? Non c'era nessuno con me?
Chiese con un filo di speranza,non poteva sopportare l'idea di poter aver fatto del male a qualcun'altro.. 
-No signora.. c'era un'altra persoa in macchina con lei. E..
-E?
Dio doveva strappargliele con le pinze le parole!
-E' in coma. Killian Jones è in coma.
La testa le martellava. Nonostante i sedativi il cuore le batteva furiosamente. Non poteva essere.
-Io devo vederlo.
Cercò di alzarsi mentre si strappava con forza tutti quei cavi che aveva addosso,la dottoressa corse a farmarla chiamando in aiuto un altro infermiere che iniettò velocemente un'altra dose di sedativo nella flebo.
-Emma calmati. 
Ora visibilmente preoccupata aveva lasciato perdere i formalismi e le stava dando del tu. 
-Devi riposare,non puoi andare da lui in queste condizioni.
 Ma lei non ne voleva sapere,continuò ad agitarsi ma inutilmente,sentiva i sedativi scorrerle nel sangue rendendola incredibilmente stanca,senza forze. 
-Devo andare da lui..
 Provò un'altra debole protesta ma ormai faceva fatica anche a parlare.
-Devi riposare..
 Le disse infine Elie sistemandola su letto. 
-Devi essere forte per quando si risveglierà. Per lui e per tuo figlio. Ora ha bisogno di te più che mai.
Emma provò a risponderle ma le fu impossibile,l'ultima cosa che vide furono i suoi occhi celesti,così tremendamente somiglianti a quelli di Killian e una solitaria lacrima le scese lungo la guancia fino a toccare il cuscino. E poi il buio totale.


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Angolo dell'autore.
Alloooooooooooora. Parto con il dire che questa scena me la sono sognata. Letteralmente. -Voi naturalmente penserete chissà che problemi mentali ha questa e vi do pienamente ragione.- Quindi ho pensato,perchè non scriverla e condividerla con voi? Naturalmente non mi sono sognata tutta la storia ma solo una piccola scena,il resto è frutto della mia fantasia ;)
Spero sia di vostro gradimento :P
Se volete lasciare qualche recenzione sono sempre ben gradite.
A presto.





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