Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.1 Il gatto e la volpe
Steve strisciò dietro il cespuglio, uscì il naso
e inspirò. Si riabbassò vedendo un uomo avanzare
e deglutì. Dimenò le sette code da volpe ed
espirò dalle narici guardando gli occhi di quest'ultimo
brillare. Lo sconosciuto dimenò le sue due code da
gatto.
< E' un altro mutaforma, meno male. Pensavo fosse il cacciatore
> pensò. Sentiva un dolore fargli pulsare le tempie e
ansimò. L'altro si abbassò, sporse il capo oltre
il cespuglio e dilatò gli occhi.
“Pensavo che ormai voi foste estinte”
sussurrò.
Rizzò le due code appiattendo le orecchie.
< Non cedere all'istinto di sottometterti, o giuro che non ti
compro più i gomitoli > si minacciò.
"Vattene, presto arriverà il cacciatore" sibilò
la volpe.
Si voltò e osservò la tagliola che gli teneva
bloccata la caviglia, sporca del suo sangue. Tony si infilò
nel cespuglio, girò attorno alla tagliola che teneva
imprigionata la caviglia della volpe e ne strinse le
estremità. Tirò i bordi fino a farla aprire e
strusciò indietro l'oggetto. Tolse le mani lasciando i bordi
della tagliola, che scattò richiudendosi.
“Io non credo. Non c'erano cacciatori, lì
fuori” disse.
Steve guardò l'arto libero, la punta del naso gli fremette e
dimenò le code.
"Grazie" sussurrò, strisciando indietro.
Tony piegò il capo in avanti, le orecchie gli tremarono.
“Dovere” mormorò.
Tirò un paio di codate in terra, sfregò i denti
tra loro e si alzò.
“Riuscite ... riesci a camminare?”.
Si corresse. La kitsune si strusciò in avanti, le iridi
azzurre gli brillarono di blu e fu avvolto da energia verdastra. "No"
ammise.
Tony deglutì, inspirò e si sporse in avanti
prendendo l'altro in braccio. Lo strinse, avanzò dimenando
le code da gatto.
“Vi ... ti porto al sicuro” disse.
Strusciò i denti tra loro.
< Smettila > si ordinò.
Steve arrossì, alzò lo sguardo e il ciuffo biondo
cenere gli oscillò davanti al viso.
"Non c'è bisogno" bisbigliò.
Tony roteò gli occhi, avanzò tenendolo in braccio.
“Come se potessi fare altrimenti” si
lamentò.
Avanzò per la strada, dimenando le due code da gatto. Steve
era marito di sudore, le ferite gli pulsavano sempre di più
e la maglietta gli si era alzata lasciadogli l'addome scoperto. Si
appoggiò con il capo sulla spalla di Tony.
"Non sentirti obbligato" bisbigliò.
La testa gli ricadde all'indietro e perse i sensi. Tony
roteò gli occhi, raggiunse una capanna e poggiò
Steve su un letto di paglia. Strappò un pezzo della propria
maglietta, lo immerse in un secchio d'acqua e bendò la
caviglia di Steve stretta.
“La volpe meno autoritaria di sempre”
sussurrò.
Steve mugolò, rotolandosi sulla superfice, le code gli
avvolsero il corpo. Tony sospirò, prese con delicatezza le
code della volpe e le stese.
“Vedi se non si strangola solo” borbottò.
Steve scalciò nel sonno ripetutamente, uggiolando. Tony si
tolse la maglietta, la intinse nel secchio d'acqua e fece colare quella
in eccesso. Passò il capo sulla fronte di Steve, sentendo il
corpo formicolare.
< Sempre con quelli più potenti devo avere rapporti,
vero? Idiota > pensò.
Steve tasto per terra, gli afferrò la gamba continuando a
riposare. Tony tese i muscoli, sentì la stretta e
sospirò.
< Lo prenderò per un sì > si disse.
Stese la schiena rimanendo fermo con la gamba, prendendo a fissare il
soffitto.
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