Sguardi

di Ivola
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Note: Questa breve poesia è un esperimento dettato dalla malinconia mattutina mista a professori pro-dormite. Non so bene cosa dire... ho usato un metro libero, non ci sono rime e tutto il componimento gioca sul contrasto tra parole dolci e altre più forti. L'ispirazione mi è venuta in pullman, guardando le persone. Sarò una maniaca... ma mi piace guardare la gente, guardare come ognuno si crogioli nel proprio mondo. Mi fa pensare, semplicemente. L'interpretazione ruota intorno a ciò, ma potete vedere questa poesia come vi pare.
Niente, spero vi piaccia ♥

 
 






Sguardi,
ibernati in una frazione di secondo,
lontani, che si incontrano
dolorosamente e si scagliano l’un l’altro
con violenza misericordiosa.
Sguardi,
ibridi di parole mai partorite
e sussurri spezzati in gola,
che danzano famelicamente
e senza pietà.
Sguardi,
di persone mai conosciute,
di istanti mai catturati,
di infiniti battiti
persi, dissolti nell’aria fresca di pioggia.
Sguardi,
di mille persone sole, 
sguardi che si bramano distruggendosi,
sguardi vuoti e sguardi in cui 
è racchiuso l’universo.
Sguardi,
dimenticati o disperati, vivi,
che si muovono in una danza malinconica,
destinati ad essere collezionati e poi
cestinati miseramente.
Sguardi,
sguardi che devono, vogliono, possono,
sguardi che temono e amano,
sguardi, forse, che semplicemente
urlano.






 




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