1 doccia
1 - Doccia
Foresta Incantata,
Castello dell’Oscuro, pochi giorni dopo il furto di Robin Hood.
La stanza era immersa nel vapore, mentre l’ennesima pentola
di acqua bollente veniva riversata da un paio di mani delicate in una modesta vasca
da bagno in ottone.
La ex-principessa Belle finì di svuotare la pentola in
questione e ne prese fra le mani un’altra, contenente dell’acqua fredda,
facendo attenzione a versarne la giusta quantità: la prima volta che aveva
tentato di lavarsi senza l’aiuto di alcuna governante, aveva finito col fare un
bagno gelato, mentre al secondo tentativo, aveva rischiato di scottarsi. Da
quando viveva nel castello dell’Oscuro però, era diventata abile in questa come
in molte altre faccende domestiche.
Immerse la punta dell’indice sotto il pelo dell’acqua, per
saggiarne la temperatura: era calda al punto giusto. Iniziò a muoversi per la
stanza alla ricerca degli oggetti che le servivano: una saponetta, una vecchia
spazzola e un telo per asciugarsi; quando ebbe preparato tutto, iniziò a spogliarsi
del suo abito blu e bianco, rimanendo solo in sottoveste. Stava per togliersi
anche quella quando la porta in legno massiccio della stanza, cigolò
sonoramente: quel vecchio castello era pieno di spifferi, e non c’era una sola
porta della casa che ogni tanto, non si muovesse a proprio piacimento.
Belle si avvicinò ed armeggiò col chiavistello per
assicurarsi che la porta rimanesse ben chiusa. Quando si voltò per ridirigersi
verso la vasca, le parve anche se solo per un attimo, di scorgere un ombra muoversi
rapida al di fuori della finestra. Tuttavia, iniziava già a fare buio e la
ragazza pensò di esserselo solo immaginata: oltretutto, quello stesso
pomeriggio aveva letto un racconto di paura e sapeva di avere sempre avuto una
fervida immaginazione.
Tornò alla vasca e si sfilò la vestaglia, poi si immerse
rapidamente nell’acqua calda: la ragazza percepì i suoi muscoli affaticati
dalla giornata di lavoro, rilassarsi gradualmente. Chiuse gli occhi per qualche
secondo ed appoggiò la testa al bordo della vasca, mentre un sospiro di
beatitudine le sfuggiva dalle labbra.
Ma quello stato di quiete sembrava non essere destinato a
durare: Belle si sentiva per qualche assurda ed inspiegabile ragione, osservata.
Possibile che qualcuno la stesse veramente spiando dalla finestra? Impossibile,
il bagno nel quale Belle si trovava era al terzo piano del castello e neanche
Il Re dei Ladri in persona avrebbe potuto arrampicarsi fino a quel’altezza... o
meglio, forse Robin ne sarebbe stato capace, ma sicuramente non era interessato
a spiarla mentre faceva il bagno.
Cercò di tranquillizzarsi, ripetendosi che veramente, si era
fatta condizionare fin troppo da quel libro di paura e che forse avrebbe dovuto
tornare a leggere commedie e romanzi. Ma non funzionò: indispettita da quella
sua totale incapacità a rilassarsi, afferrò la saponetta e prese a strofinarsi
con forza. In breve tempo, finì di
lavarsi, uscì dalla vasca e si avvolse con il telo per asciugarsi e non
prendere freddo.
Andò al piccolo specchio del bagno ed iniziò a spazzolarsi i
capelli... ma non c’era niente da fare, quella sensazione di non essere sola
continuava implacabile. Decisa a porre fine a tutto ciò, la giovane Belle si
diresse a passo di marcia verso l’unica finestra del bagno, per convincersi che
niente e nessuno la stesse osservando: scrutò il buio oltre il vetro sporco, ma
non vide nulla.
Un attimo dopo, scoppiò a ridere per la sua stessa paranoia
e tornò alle proprie faccende.
***
Storybrooke, due giorni dopo la scomparsa di Zelena.
Belle a volte ancora si stupiva di quanto nel mondo moderno, esistesse
un’invenzione per semplificare ogni tipo di attività umana. Una di queste erano
appunto, i lunghi tubi di metallo che correvano sotto le strade e nei muri
delle case e che portavano l’acqua a tutti gli abitanti di Storybrooke.
Un’altra invenzione formidabile era il boiler che all’occorrenza, si
accendeva per scaldare l’acqua.
Ultima ma non per importanza, c’era sicuramente la doccia: Belle la
trovava senza dubbio un’idea geniale, perché nella sua mente abituata a fare
paragoni con la Foresta Incantata, equivaleva al lavarsi sotto il getto di una
cascata... con l’unica differenza che l’acqua della doccia era calda al punto
giusto, e non ghiacciata come sarebbe dovuta essere in una cascata vera.
Per queste ragioni, Belle adorava
farsi la doccia: era il posto che più di ogni altro, le consentiva di
rilassarsi.
Anche quella mattina, come era
accaduto molte altre volte, la ragazza era intenta a rilassarsi e insaponarsi
sotto il getto caldo della doccia. Aveva gli occhi chiusi e canticchiava
serena, fino a che non si sentì avvolgere dalla sensazione famigliare di non
essere sola.
“Rumple?” Chiamò ad alta voce suo
marito e dopo qualche secondo, sentì un rumore di passi dietro la porta del
bagno.
La voce di lui era vagamente
attutita dallo scrosciare dell’acqua e dalla porta chiusa “Mi hai chiamato,
tesoro?”
“Si, potresti entrare un attimo?”
Mentre sentiva la porta aprirsi, Belle chiuse il rubinetto e aprendo lo
parzialmente lo sportello scorrevole, mise la testa fuori dalla doccia.
Rumple la osservava sulla soglia
e sembrava sinceramente curioso “Hai bisogno di qualcosa? È finito il sapone o...?”
“Credi che non sappia quello che
stavi facendo?” Lo interruppe con tono infastidito e anche vagamente
accusatorio.
Per tutta risposta, un piccolo
sorriso a malapena trattenuto si disegnò sulle sue labbra, poi sollevò una
copia del Daily Mirror che teneva in mano “Leggevo il giornale, Belle.”
“Oh, andiamo, sul serio hai
intenzione di negare? Cosa credi, che io sia stupida?”
Lui perseverò con la sua aria
omertosa, mentre il sorriso da so tutto
ma non dico niente si allargava sempre più: “Negare cosa Belle? Non
capisco... Però so che se continui a rimanere bagnata a quel modo, prenderai
freddo e ti ammalerai.”
“Rimarrò qui fin quando non mi
dirai la verità. Mi ammalerò di polmonite se sarà necessario.”
“Non lo faresti...”
“Ti va di rischiare?”
“...”
“Allora R-rumple??” Belle
iniziava davvero ad alterarsi, oltre al fatto che diversi brividi di freddo cominciavano
a risalirle tutta la schiena fino alla nuca... Quanto avrebbe voluto tornare
subito sotto la doccia... ma no, non si sarebbe arresa fin quando suo marito
non avesse ammesso ciò che, lei ne era certa, stava facendo poco prima.
“Facciamo un accordo.”
La signora Gold non riuscì
veramente a trattenersi dal roteare gli occhi spazientita “sentiamo...”
“Io ti dirò tutto, tu però prima
devi tornare sotto l’acqua calda...”
“Non ci penso nemmeno se prima
non mi dici la verità!”
“Vuoi stare calma? Stavo dicendo
che per assicurarsi che entrambi rispettiamo l’accordo, io farò la doccia con
te: così mentre ti lavi, ti spiegherò tutto.”
Le labbra di Belle passarono con
una rapidità impressionante, da una smorfia arrabbiata ad un piccolo cerchio di
muto stupore. “Era il tuo piano fin dall’inizio vero?” chiese mentre lo
guardava sciogliersi il nodo della cravatta ed appoggiare il bastone vicino al
lavandino.
“Non proprio. Sicuramente non mi
aspettavo che tu te ne accorgessi... ma lo sai, sono bravo a sfruttare al volo
le occasioni che mi si presentano.” Belle intanto si stava appuntando
mentalmente di levargli quel espressione vittoriosa dal viso, una volta che
fossero stati sotto l’acqua calda. Cominciava veramente ad avere freddo, ma
cercò di non darlo a vedere.
“I-in cosa consiste esattamente?”
“In sostanza, è l’equivalente
magico dello spiare dal buco della serratura.” Belle si prese un altro appunto
di fargli pagare anche questa, di lì a poco. “Belle, ho capito che ti piace
guardarmi mentre mi spoglio, ma forse dovresti tornare sotto la doccia
adesso... ti raggiungo fra un attimo.” Ancora quel sorriso sornione: suo marito
sapeva essere un vero folletto dispettoso quando ci si metteva, ma Belle sapeva
di poter giocare altrettanto bene a quel gioco.
Uscì dalla doccia (completamente
nuda, ovviamente) mentre lui era ancora intento a sbottonarsi la camicia e
intrecciando entrambe le mani bagnate dietro al collo di lui, lo fece voltare
per poi piantargli un piccolo bacio sulle labbra: poteva sentire sotto le sue
dita, tutti i peli della nuca di suo marito sollevarsi, mentre le sue labbra
mandavano un sibilo e i suoi occhi si oscuravano leggermente.
“Tu adesso vieni sotto la doccia
con me.” Disse lei in un soffio, tirandolo per la camicia bianca semiaperta.
“Ma sono ancora mezzo vestito,
Belle!”
“Nel tuo accordo, non hai
specificato come avresti fatto la doccia: io dico che puoi farla anche
vestito.”
Detto questo, lo trascinò nello
scomparto doccia ancora in camicia e pantaloni, chiudendo dietro di loro la
porta scorrevole.
*Fine*
Teheheh... Dici Rumbelle/neosposi e dici Doccia e la mia fantasia vola :3 Ho cercanto in tutti i modi non rendere questa OS troppo scontata, spero di esserci riuscita.
L'immagine all'inizio la trovate Qui
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