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Disclaimer:
Oliver Queen, Roy Harper, Slade Wilson e tutti gli altri personaggi
appartengono a George Papp e Mort Weisinger, alla DC Comics e a
chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta
per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo.
Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto
rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è
ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla
stessa tramite permesso scritto.
"L'uomo è nato per conquistare a fatica ogni centimetro di terreno.
Nato per lottare, nato per morire."
- Charles Bukowski -
Nomen omen
Siamo tutti uomini pericolosi.
Così aveva esordito Oliver a pochi giorni dalla cattura di
Slade; così si era raccontato un vigilante che giocava a fare
l'eroe.
Roy l'aveva ascoltato con la distrazione tipica della giovinezza e
dell'incoscienza, tra le dita parole che gridavano un'altra
verità.
Siete tutti uomini bugiardi scriveva invece Thea Siete
uomini che credono di poter fare la differenza, fantocci che
trascendono la carne e diventano simbolo, sacrificando ogni cosa - ogni
cuore. Compreso il mio.
E ne era valsa davvero la pena?
Roy fissa una città che aveva appena imparato a blandire e a
conoscere, una femmina che brilla dell'oro degli illusi -
bellissima e velenosa farfalla.
La notte l'ha sorpreso solo sui tetti di Starling City e Roy si gode il
momento, allargando le braccia e lasciandosi cadere in avanti -
oltrepassando un limite che scopriva sempre più incerto.
Le nostre scelte influenzano la vita degli altri più di quelle di una persona normale.
Si era fatto ombroso Oliver, scuro in volto e nei pensieri, un uomo che pensava di poter essere altro - padre, compagno, forse persino libero dal suo stesso ideale.
Aveva masticato quelle parole a mezza bocca, una mano tra i capelli
strappati di Felicity e l'altra sul volto, a nascondere una debolezza troppo umana per essere mostrata.
Si erano spezzati dall'interno i suoi occhi, posandosi prima su Diggle
e infine su Roy, leggendo solo la disperante felicità di chi ora
ha un nome - uno scopo, una famiglia.
Arsenal.
Un'arma.
Uno strumento, un arsenale, un mezzo.
Potevi definirlo come volevi, ma tutto ciò non cambiava la
sostanza: Roy era diventato parte del perfetto ingranaggio deputato
alla guerra che faceva di Starling City quella che era.
Una tessitrice di sogni. Una chimera. Una narratrice imprecisa. Una sirena che divora gli uomini e le loro speranze.
Roy afferra il cavo all'ultimo secondo e si lancia sull'edificio
successivo, la schiena perfettamente arcuata all'indietro e le gambe
leggermente piegate per attutire l'impatto.
La spalla di Arrow.
Urla al cielo Roy e libera un ululato di gioia repressa e adrenalina
pompata a mille, sfidando un destino che mai come in quel momento
sentiva stretto nel pugno - pronto per essere, finalmente, sgretolato
dai suoi desideri e dalle sue rivincite tardive.
Il figlio che non sono mai stato per nessuno.
Rotola con un'insolita eleganza sull'impiantito e si scopre ridere alle
stelle, perché quella notte è sua e sua soltanto, un
secondo battesimo che Oliver gli aveva regalato dopo un'alba rossastra
e schiumosa come bava di sangue.
L'allievo che potevo essere - che volevo essere.
Sorride Starling City e lascia che Roy creda, ignaro di quanti
pettirossi sventrati e abbandonati nasconda la verità- di quante
vite quella causa abbia già rubato.
Perché io sono Arsenal.
Una sirena della polizia di lamenta in lontananza e Roy socchiude gli occhi, calibrando il salto successivo.
Perché io sono Roy Harper.
"Roy? Hanno bisogno di te nelle Glades."
"Come se fossi già lì." risponde a Diggle "Potrei persino
avere il tempo di prendermi un tacos sulla via del ritorno."
Perché mi è stata data, finalmente, la possibilità che aspettavo da tanto tempo.
"Allora prendimi anche un burrito già che ci sei: seguire voi ragazzi mette una certa fame."
Quella di cambiare le cose.
Arsenal sparisce oltre il bordo del cornicione, lanciato in un vuoto
che sa già di speranze imputridite e ideali rovinati - rosso
è il suo arco, così come sarà rosso il sangue che
verserà per quella città, senza sconti, senza riscatto.
Quella di essere, per una volta, dal lato giusto della storia.
Di Roy Harper, un'ombra che il suolo trattiene con la stessa gelida forza d'una tomba.
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