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Disclaimer:
Korra, Mako e tutti gli altri personaggi appartengono a Michael Dante
di Martino, Bryan Konietzko e a chi detiene i diritti sull'opera.
Questa storia è stata scritta per puro diletto personale,
pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso.
L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright
dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione
altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso
scritto.
"Ogni cambiamento, anche agognatissimo, ha le sue malinconie."
- Anatole France -
Nascosta
"Mi ricordi la ragazza Avatar."
"Non sei il primo che me lo dice."
"Sai che fine ha fatto?"
"No."
Korra si guarda nello specchio e riconosce un viso che non vuole più.
Si è tagliata i capelli e ha nascosto i simboli tradizionali
della Tribù dell'Acqua, ma non è bastato - il passato ti
segue fin sotto la pelle, mettendo radici nei luoghi meno illuminati
della tua anima.
Ha smesso di sorridere e la luce del bagno tremola qualche istante
prima di spegnersi del tutto, un buio in cui Korra ha imparato ad
amarsi - un'ombra tra mille altre.
Mako.
È un nome che le fiorisce spesso sulle labbra, un nome di cui
ricorda il significato e il calore - la bocca morbida e le mani
esigenti.
Bolin.
Rimane immobile Korra, una figura smorta e pallida che rivive solo nell'agone della lotta.
Asami.
Ride, e non c'è alcuna allegria - non più.
Li chiamavi il tuo team le sussurra una voce nella sua testa Li chiamavi amici.
La lampadina sfrigola un paio di volte e poi si riaccende, omaggiandola
con il suo stesso sguardo - vuoto come la strada che ha percorso.
Korra.
L'ultimo nome le rimanda solo l'illusione troppo fragile di una bambina che non c'è più.
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