So we lie here in the dark
All the
wrong things on fire
In
sickness and in health
To be with
you, just to be with you
Draco Lucius Malfoy era sempre stato un solitario.
Non perchè odiasse le persone, ma semplicemente
perchè
non era mai stato capace di relazionarsi con esse fino in fondo.
Era diffidente. Non aveva fiducia nel prossimo, tutto qui.
E così, fin da quando era piccolissimo, aveva cominciato a
contare solo su se stesso.
Poi, durante gli anni ad Hogwarts, qualcosa era cambiato.
Prima era arrivato Blaise, la spalla di un amico, la mano tesa sempre
pronta ad aiutarti.
Poi Sebastian, una guida, un mentore che gli aveva mostrato la via.
E infine era arrivata Hermione, l'amore, quello vero, quello che dura
per sempre.
Loro
l'avevano aiutato a crescere, a diventare un uomo. Gli avevano
insegnato che da soli si può fare tutto, ma che insieme il
tutto si può
condividere, facendolo diventare così ancora migliore.
E questo gli era rimasto dentro, anche in quegli anni bui che
era stato costretto a passare lontano da loro.
Giornate come quella, poi, gli ricordavano quanto fosse importante il
valore di una famiglia, degli amici.
Draco era solo, in quel momento, solo a camminare sulla spiaggia. La
risacca del mare era l'unico suono che si poteva avvertire.
Il ragazzo si chinò, a raccogliere una manciata di sabbia,
lasciandosela poi scivolare tra le dita.
Alcuni granelli caddero sulla cravatta nera, e lui si
affrettò a rialzarsi.
-Draco!-
Il biondino si voltò, guardando Blaise che lo raggiungeva,
stretto in un completo quasi identico al suo.
-Sta per cominciare- lo avvisò il moretto con espressione
seria -Non vorrai fare tardi-
Malfoy alzò il viso verso il cielo autunnale, grigio come le
sue iridi, quindi prese un respiro profondo ed annuì.
-Andiamo- disse infine, accostandosi al suo migliore amico.
-Forza- mormorò Zabini, incoraggiante, dandogli una pacca
sulla spalla -Ce la puoi fare-
Il
viaggio di ritorno gli sembrò assurdamente breve.
Risalì rapidamente la
piccola collinetta, e si ritrovo in un piccolo spiazzo battuto appena
dal vento che spazzava le onde.
Erano già tutti lì. E a lui, ogni secondo che
passava,
sembrava che lo stomaco si stringesse sempre di più.
Certo, il luogo era bellissimo. Elenie e Alice ci avevano messo tutto
l'impegno possibile, ne era ben conscio.
Ovunque c'erano fiori. Rose bianche, ma soprattutto blu, le preferite
di Hermione.
Nessuno poteva scordarlo.
E poi la gente. Non erano molti, ma tutte le persone importanti erano
lì, solide e ferme come pilastri, a dare il loro sostegno.
C'era tutto il loro gruppo ovviamente, seduto nelle prime file.
C'erano alcuni Grifondoro, ex compagni di scuola di Hermione, e c'era
Luna Lovegood.
C'era la famiglia Weasley, stretta e unita come non mai.
C'erano i signori Granger, che gli fecero un cenno con la mano. Lui
rispose chinando il capo, sospirando nel vedere Jean che si asciugava
una lacrima furtiva.
Sarebbe stata una lunga giornata.
E poi, notò Draco, voltandosi appena, c'erano i suoi
genitori.
Tutti e due. Un po' lontani dagli altri, un po' riservati, ma comunque
presenti.
Le tragedie uniscono le persone, nessuno poteva saperlo meglio di lui.
-Possiamo cominciare-
La
morsa allo stomaco di Draco si fece pesante come un macigno.
Guardò il
piccolo funzionario Ministeriale che prendeva posto su un altare
improvvisato, e che gli stava facendo cenno di raggiungerlo.
Malfoy guardò gli
occhi di sua madre, che gli fece un debole sorriso per fargli coraggio,
quindi l'espressione austera di suo padre.
No.
Non era come lui.
Non lo sarebbe mai stato.
Lui aveva fiducia.
Lui aveva forza.
Lui aveva coraggio anche per gli altri.
Anche per lei.
Nella vita e nella morte.
Si costrinse a fare qualche passo verso il prete, quindi si
voltò verso ai presenti, un nodo in gola e la mente vuota.
Poi nell'aria si diffuse una musica lenta, leggera.
E lei arrivò.
In your wedding dress
To have and to hold
Cause even at my best
I wanna let go
Stretta
al braccio di suo padre, camminava verso di lui, con un sorriso che
sembrava nascondere il più meraviglioso segreto
dell'universo.
Era splendida.
L'abito
bianco la fasciava come una nuvola, e tutti i presenti si alzarono al
suo passaggio, ma lei non aveva occhi per nessuno.
Solo per lui, splendido nel suo completo nero, che l'attendeva
all'altare.
E Draco non ebbe più paura. La stretta allo stomaco divenne
una carezza piacevole, e si ritrovò a sorridere.
Hermione era davanti a lui, stretta in un abito da sposa, bella come
non era mai stata.
Esattamente due anni dopo il suo risveglio dal coma, era pronta a
diventare sua moglie.
-Mezzosangue dannazione! Possibile che devi fare sempre di testa tua?-
Era
passato quasi un mese dalla battaglia a casa di Cavendish, ma le cose
non accennavano a migliorare. Hermione rimaneva in quel letto, senza
dare segni di vita. L'unica cosa positiva era che il bambino sembrava
reagire bene e, dopo una minaccia di aborto che aveva quasi fatto
morire Draco, tutto sembrava essere tornato a posto.
Malfoy, dal
canto suo, non sapeva più cosa fare. L'aveva pregata,
supplicata,
insultata anche, perchè era certo che lei lo sentisse
perfettamente.
E così alla fine, l'aveva buttata sull'orgoglio.
Ma non era cambiato niente. Lei rimaneva lì, perfettamente
immobile.
E
per Draco, ma anche per gli altri, era sempre peggio. Harry e Ron ormai
passavano lì, anche loro, gran parte della giornata,
cercando di tenere
insieme a forza i pezzi del loro trio.
Ne avevano passate tante insieme, sarebbero sopravvissuti anche a
questo.
Malfoy
invece sembrava spegnersi ogni giorno di più, per quanto
cercasse di
tenere alto il morale almeno quando stava nella stanza di Hermione. Era
visibilmente dimagrito, dormiva lo stretto necessario a non crollare.
Anche quel giorno di autunno stava lì, in piedi accanto al
letto di colei che amava.
La guardava, vegliava il suo sonno, e languiva.
-Cristo,
Hermione- disse infine, inginocchiandosi accanto al suo letto e posando
la fronte sulla mano di lei -Come puoi farmi questo? Avevi giurato che
mi saresti stata sempre accanto. Dove sono finite le tue promesse? Come
posso fidarmi di te adesso, se mi lasci?-
Sentì una lacrima scivolargli su una guancia, ma non se ne
curò.
Non servivano maschere con lei. Era l'unica che non l'avrebbe mai
giudicato.
-Voglio stare con te, dannazione. Voglio che cresciamo insieme nostro
figlio, voglio che tu diventi mia moglie-
Strinse i denti, sentendo la sua mano fresca e morbida a contatto con
la propria fronte.
-Ti ho sentito sai...Non puoi più rimangiartelo adesso-
Draco spalancò gli occhi, e alzò di scatto la
testa.
Lei
era lì. Quelle parole sussurrate le aveva dette davvero. E
ora lo
guardava, gli occhi semichiusi e un sorriso stentato sul volto pallido.
Era sveglia.
-Oh mio Dio- rantolò il biondo tirandosi su e avvicinandosi
a lei.
Le baciò le labbra, la fronte, le guance, il naso...ovunque
riuscisse ad arrivare.
Se la strinse al petto, badando a non farle male, ma poi fu lui a
seppellire il viso nel collo di lei.
-Grazie- mormorò, senza sapere nemmeno lui a chi si stesse
rivolgendo.
Grazie
di avermela restituita.
Grazie di
avermi concesso di avere fiducia.
And you hold me in your arms
And all
that I can feel
Is my
future in your hands
And all
that I can see
Is how
long ever after is
It's all
that I can do
To be with
you, just to be with you
-E con il potere conferitomi, io vi dichiaro marito e moglie.
Può baciare la sposa-
Senza
farselo ripetere, Draco prese il viso di Hermione tra le mani, e
posò
le labbra sulle sue. La ragazza gli allacciò al collo le
braccia
sottili, scoppiando a ridere mentre lui la sollevava da terra.
-Ti amo-
-Ti amo anche io- gli sussurrò dolcemente lei, quando lui la
rimise
a terra -Grazie per aver avuto sempre fede in tutto questo-
Draco le sorrise appena. Nessuno dei due avrebbe dimenticato le grandi
cose accadute in quel giorno.
Era stata la loro seconda chance. Perciò avevano scelto
quella data per celebrare il loro matrimonio.
Nel giro di pochi istanti tutti gli amici si accalcarono attorno a
loro, riempiendoli di abbracci e risate.
-Non è stato tanto difficile dopotutto, no?- rise Blaise,
stringendo il suo migliore amico.
-Idiota- sibilò Draco, ma sorrideva.
Poi venne il turno di Pansy, alla quale il pancione e qualche chilo in
più avevano donato un'espressione molto più
materna.
Uno
dopo l'altro tutti lo strinsero, o gli diedero la mano, perfino Ron ed
Harry, anche se quest'ultimo ci mise forse un po' troppa forza.
Arrivarono anche i signori Granger, che abbracciarono la figlia.
Hermione, dal canto suo, sembrava brillare di luce propria.
Aveva in mano il mondo.
Le
sembrava quasi impossibile, poter essere tanto felice. Poi si voltava e
incrociava gli occhi di Draco, e tanto bastava a ricordarle che
sì, era
tutto vero. Vero e meraviglioso.
A un tratto sentì qualcuno tirarle
la gonna. Hermione abbassò il viso e incrociò due
occhi verdi come la
speranza, che la stavano fissando gioiosi.
L'erba attorno ai suoi piedi si era riempita di margherite.
-James! Birbante che non sei altro, vieni qui-
Hermione rise nel vedere Elenie correrle incontro, barcollando sui
tacchi.
La Benèfica la abbracciò brevemente, quindi si
inginocchiò accanto al figlio.
-Ma sono bellissimi questi fiori, amore! Aspetta che li veda
papà!-
Manco fosse stato chiamato, Harry apparve accanto a loro.
Sollevò il bambino, che subito gli afferrò gli
occhiali.
-Temo che abbia un po' troppo spirito Potter- ridacchiò
Hermione.
-Già.
E unito alla magia Benèfica, ho idea che da grande
sarà un concentrato
di guai- commentò Harry, scompigliando i capelli scuri di
James, già
sparati in tutte le direzioni, proprio come i suoi.
Scoppiarono a ridere tutti e tre insieme, finchè Hermione
non sentì una mano calda e forte scivolare nella sua.
-Vieni con me, signora Malfoy?-
La ragazza sorrise e, sollevando appena il vestito candido,
seguì il neo-marito tra le due ali di folla.
Fece un cenno a Laine, che cullava il suo secondogenito di neanche un
mese, e poco più in là vide Chris strizzarle
l'occhio.
Draco le passò un braccio attorno alle spalle, e la condusse
all'interno, dove si sarebbe tenuto il ricevimento.
-Ti ho già detto che sei bellissima oggi?- le
sussurrò all'orecchio, facendola voltare verso di lui.
-Attento a te Malfoy, guarda che potrei abituarmi a tutta questa
gentilezza- sorrise la ragazza.
-Ti
consiglio di approfittarne- mormorò lui, baciandole il collo
con
desiderio -Oggi con questo vestito stai tirando fuori la parte
più
nascosta di me-
Hermione gli infilò le dita tra i capelli, lasciando
che la bocca del ragazzo ghermisse la propria in un bacio languido,
appagante.
-Ehm ehm-
Un colpo di tosse alle loro spalle li fece
separare di scatto. Hermione ebbe la decenza di arrossire, mentre Draco
era perfettamente a suo agio.
Sophie e Alice li guardarono di sottecchi.
-Credo che qui ci sia qualcosa che vi appartiene- commentò
la Parker.
Malfoy
lasciò cadere il braccio che ancora cingeva il fianco di sua
moglie, e
la guardò chinarsi di fronte alla cosa più
meravigliosa che fosse mai
esistita.
O meglio, le due cose.
Cose che prendevano forma in due
testoline biondissime, in due paia di manine grassocce che ora si
muovevano allegramente verso la sua mezzosangue.
Alexander Antares Malfoy
Honor Alya Malfoy.
I suoi figli. Suoi e di Hermione.
Ricordava
come se fosse ieri quella notte di un anno e mezzo prima, quando erano
venuti al mondo, a pochi minuti di distanza l'uno dall'altra,
così come
ricordava il giorno in cui, molto tempo prima, gli avevano detto che
sarebbero
stati due gemelli.
Hermione l'aveva preso in giro, dicendogli che
doveva sempre dimostrare che i Malfoy fanno le cose meglio degli altri.
Lui, invece, aveva fatto semplicemente un colpo, udendo quella notizia..
Ma ora quei due bambini erano, insieme alla loro madre, tutto quello
che bastava a farlo respirare.
Così uguali a lui nei colori, così uguali a lei
nei lineamenti.
Perfetti.
La sua vita.
Honor e Alexander.
Niente
nomi di stella. Su questo era stato irremovibile. Loro dovevano essere
l'alba di un giorno migliore, più luminoso e splendente, e
non la
semplice continuazione del grigio passato che era stato fino a quel
giorno.
Ma Hermione non si era lasciata convincere del tutto. Mai che gliela
desse vinta, nemmeno su questo.
Quindi
erano anche Alya e Antares. Non era giusto, aveva detto la Granger, non
era giusto non rendere onore ai Black che si erano distinti in
quella famiglia, pochi ma presenti. Lui in primis, ma anche Narcissa, e
Sirius, e Regulus.
I nomi dei suoi figli erano dedicati anche a loro, e lui non aveva
proprio potuto dirle di no.
-Ehi piccola- Draco prese Honor in braccio, lasciando che lei gli
mangiucchiasse la cravatta senza lamentarsi.
-Sei proprio diventato un clichè- lo prese in giro Hermione
-Il
padre con il cervello in pappa di fronte alla figlia femmina-
-Anche davanti a sua madre se è per questo-
borbottò
contrariato Draco, scuotendo la testa, ma senza vergognarsene per nulla.
Gli altri intanto li raggiunsero, prendendo rumorosamente posto a
sedere.
-Credo che dobbiate raggiungerli- li avvisò Alice -Dopotutto
siete gli ospiti d'onore-
-In realtà no- disse Hermione, con un mezzo sorriso,
guardando di sottecchi Draco, a cui brillavano gli occhi.
-Che
vuoi dire?- domandò incuriosita la Parker, controllando nel
frattempo
Hope e Blake, che si rincorrevano per la sala, prima di essere
recuperati dai rispettivi padri.
-Ora capirai- mormorò Draco, lasciando che sua moglie
chiedesse silenzio e prendesse la parola.
-Scusatemi,
vi ruberò solo qualche minuto- cominciò Hermione,
una volta che tutti
furono in ascolto -So che vi sembrerà strano, o quantomeno
inusuale, ma
io e Draco non resteremo qui con voi, adesso-
Sorrise appena, nel vedere le facce un po' dubbiose e un po' stranite
dei suoi amici.
-Questo
pranzo è solo per voi, diciamo, per dirvi grazie di averci
sostenuto
fino qui, perchè tutti l'avete fatto, chi più chi
meno, in un modo o
nell'altro-
La voce le tremava per le emozione, così si prese
qualche istante di pausa, durante i quali incrociò gli
sguardi
meravigliati, ma anche felici, di Harry e Ron.
I suoi testimoni di nozze.
I suoi migliori amici.
Non sarebbe stata niente, senza di loro.
-Io
e Draco vogliamo goderci una giornatina tutta per noi, visto che domani
si lavora- e qui una doverosa occhiataccia a Carrigan, che fece
spallucce.
Ignorò le risatine sarcastiche dei ragazzi, che
già
immaginavano in cosa avrebbe consistito la loro "giornatina", ma poi si
ricordò che in sala c'erano anche i suoi genitori, e li
trucidò con lo
sguardo, arrossendo.
-E infine...- continuò.
-Mezzosangue- la
interruppe Malfoy, ironico -Guarda che non devi guadagnarti una E
all'esame di Trasfigurazione. Direi che hai detto abbastanza-
E, evitando per un pelo un pugno, la trascinò via, salutando
tutti.
-Puoi occuparti di loro?- chiese Hermione ad Alice -Veniamo a prenderli
domattina, se non è troppo disturbo-
-Ma figurati. Tra mia figlia, mio marito e mio fratello, cosa vuoi che
siano due marmocchi in più?-
Mentre
la Granger abbracciava l'amica, riconoscente, Draco si chinò
fino a
trovarsi allo stesso livello dei suoi figli. Guardò i loro
occhi, grigi
come i propri, ma in un certo senso meno freddi, come se il calore di
Hermione li avesse in qualche modo contaminati.
Carezzò i capelli di Alexander, e i riccioli chiarissimi di
Honor.
-Staranno benissimo, non vi preoccupate- li rassicurò Alice.
-Basta
che li tieni lontani dal figlio di Potter- ribattè Draco,
serissimo,
facendosi spingere via dalla moglie.
Dopo un ultimo bacio di Hermione ai bambini, furono fuori.
Senza dirle niente, Draco la portò alla spiaggia, e insieme
si sedettero davanti al mare.
-Ci
avresti creduto, se otto anni fa ti avessero detto che saremmo arrivati
qui?- gli chiese Hermione, posando il capo sulla sua spalla.
-Più che altro credo che sarei scappato- mormorò
Draco, passandole le dita sulla pelle liscia del braccio.
Inaspettatamente lei scoppiò a ridere.
-Probabilmente anch'io. Eri veramente un idiota, Malfoy-
Il ragazzo alzò le spalle, poi la guardò.
Era una visione, così bella, mentre rideva con i riccioli al
vento.
Gli aveva dato tutto. Una famiglia, dei figli.
L'amore.
Lei era tutto. Era la vita stessa, la cosa più sacra di
tutte, da preservare e proteggere.
E ora, con una fede al dito a dimostrarlo, l'avrebbe fatto fino alla
fine dei suoi giorni.
Fine
Eccoci qui. Fa quasi paura dirlo, perchè ho iniziato la
prima parte di questa storia la bellezza di sei anni e mezzo fa, e ora
scrivere la parola "Fine" significa chiudere per sempre una cosa che mi
ha accompagnato per tantissimo tempo. Significa fine dei giochi, fine
delle serate passate a studiare la trama, fine delle scuse
perchè postavo sempre in ritardo, fine degli aggiornamenti,
fine dei ringraziamenti per le meravigliose recensioni. Fine.
Un lieto fine, però, come chiedevate a gran voce e come ho
sempre saputo che sarebbe dovuto essere. Ho immaginato quest'epilogo
praticamente fin dall'inizio, era l'unica cosa certa, perchè
lo dovevo a loro, a voi, e anche a me, perchè amo troppo
sapere che, almeno nelle storie, esiste una cosa che somiglia all'
"Happily Ever After".
Non sono brava nei saluti finali, anche perchè rischio di
commuovermi persino attraverso lo schermo di un computer, quindi credo
che farò una cosa un po' generale, visto che poi comunque
troverete i vostri ringraziamenti "personalizzati" nelle vostre
caselle. A tal proposito mi piacerebbe tanto potervi risentire tutti,
anche coloro che magari hanno letto senza mai commentare, giusto per
potervi dire grazie personalmente almeno una volta. Altrimenti nessun
problema, sappiate che il mio "grazie" è esteso a ogni
singola persona che, anche senza mai palesarsi, abbia seguito questa
storia, perchè senza di voi non sarei mai andata da nessuna
parte. Un grazie va poi a quelle persone che mi seguono da tanto, e che
ormai posso considerare quasi delle "amiche virtuali". Non serve che vi
nomini, tanto sapete chi siete no? Credo che sentirvi, anche se solo
tramite Efp, sarà la cosa che mi mancherà
più di tutte!.
Che altro dire? Qua sta già diventando una cosa lunga e
noiosa, ma ho già detto che non sono brava con gli addii,
quindi sto cercando il modo migliore di farlo e non lo trovo, a quanto
pare. Avevo anche pensato di creare una terza parte, addirittura, ma
alla fine ho accantonato questa idea. Draco ed Hermione hanno detto
tutto ciò che avevano da dire, e non voglio rischiare di
trovarmi a raccontare qualcosa di già visto e già
letto, quindi per ora è così, salvo ripensamenti.
Credo di dover veramente chiudere, adesso, mando un abbraccio a tutti
voi, e vi ringrazio ancora di tutto quello che avete fatto per me negli
ultimi anni...grazie per avermi supportata, consigliata, insultata
anche, ma comunque sempre seguita. È stato bellissimo
scrivere questa storia per voi e con voi.
Gaia.
|