Una scelta difficile

di lapoetastra
(/viewuser.php?uid=748064)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Apro gli occhi.
Mi sembra di aver dormito un'eternità.
Non ricordo nulla di cosa sia successo.
So solo di avere improvvisamente sentito un forte dolore al collo ed essermi accasciata al suolo.
Sono svenuta, forse.
E adesso mi sono risvegliata qui, in una delle tante celle che compongono questa immensa prigione, dove vivo da parecchio tempo con i miei compagni.
I miei amici.
Ma perchè non vengono da me?
Perchè non mi liberano?
Provo a chiamarli.
Niente.
Dalla mia bocca escono solo versi incomprensibili, come i singulti dei neonati.
Ci riprovo.
Nulla di nuovo.
Sono incapace di pronunciare qualsiasi parola di senso compiuto.
E' come se il mio cervello fosse spento.
Non riesco a connettere.
Mi sento così strana...
E poi ho fame.
Tanta.
Più di quanta ne abbia mai avuta in tutta la mia vita.
Ho bisogno di mangiare qualcosa al più presto.
Le mie mascelle scattano, da sole.
E poi ancora e ancora, come in preda ad un tic nervoso.
Non riesco a fermarle.
Cosa mi sta succedendo?
Ho paura.
All'improvviso sento dei passi.
Pesanti, lenti.
Si stanno avvicinando.
Vengono da me.
Magari sono i miei amici, che mi libereranno e mi cureranno.
I passi si fermano davanti alla mia cella.
E' Riley.
Io... io sono sempre stata innamorata di lui, anche se non gliel'ho mai confessato.
Non credo che provi i miei stessi sentimenti, purtroppo.
< Riley... ti prego, aiutami. Fammi uscire di qui. Dimmi cosa mi sta capitando. >, cerco di dire.
Ma mi escono solo quei lamenti, quei versi che odio.
E lui non mi capisce, ovviamente.
Come potrebbe, d'altronde?
Le mie mascelle scattano di nuovo, involontariamente.
E' che ho così tanta fame... e lui ha un profumo così buono...
Ma a che sto pensando?
Sono impazzita, forse?
Io lo amo.
Io non...
Vedo che sta piangendo.
Perchè, Riley? Che cos'hai? Che cosa è successo?
Lo osservo avvicinarsi.
Ha una pistola stretta nella mano sinistra.
Singhiozzando, me la punta contro la testa.
< Che fai? Perchè? Perchè mi vuoi fare questo? Che cosa ho fatto? Cosa mi è accaduto? >
Ma tanto, per quanto io mi sforzi e ci provi, emetto solo quegli stupidi, incomprensibili versi.
Lui ha il dito sul grilletto.
Il suo sguardo è deciso, rassegnato.
Ed è offuscato dalle lacrime, nonostante tutto.
< Addio, Jodi >, mi sussurra, tremando.
"No, Riley! No! Io ti..."
BUM.


Scott sentì lo sparo e sobbalzò.
Non credeva che Riley ce la potesse fare davvero.
E invece ci era riuscito.
Lo vide tornare, il passo malfermo, il corpo esile scosso dai singhiozzi.
Scott gli si avvicinò e lo abbracciò.
< Mi dispiace, Riley, mi dispiace tanto >, mormorò, nel tentativo vano di calmarlo.
< Ho dovuto, ho dovuto! >, rantolò Riley, con voce rotta. < Non era più lei, Scott! Non era più la Jodi che amavo, lei era... una di loro! >
< Lo so, lo so. Hai fatto la cosa giusta. Non c'era altra scelta. Non potevi fare altrimenti. >
Riley, piano piano, si calmò e si addormentò poco dopo.
Sognò Jodi, di come l'aveva conosciuta ed amata, e cercò di ricordarsela così per sempre.
Felice, dolce, bellissima.
Viva.
E non con l'aspetto che aveva una volta trasformata in zombie, come l'aveva vista l'ultima volta.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2871659