A little bird told me...

di Akrois
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- Spiegami perché non mi hai detto che eri in città.- sbottò Bobby lasciandosi cadere su una poltrona coperta da un lenzuolo sporco.
Il salotto della vecchia fattoria era un disastro di vecchi lenzuoli, barattoli di vernice, mobili dipinti a metà, fogli di giornale e lattine di birra. Dean sedeva in precario equilibrio du un vecchio tavolino con le zampe di leone – Volevo farti una sorpresa- disse ghignando – birra?- domandò porgendogli una lattina.
-Bella sorpresa m'hai fatto. Dean Winchester è in città e io lo vengo a sapere solo dopo quattro giorni? Ragazzo, questa non te la perdono facilmente.
- Prendilo come un palese fallimento della locale rete di gossip.
Bobby sorseggiò la sua birra e si guardò intorno – Vedo che stai sistemando. Intendi tornare a vivere qui?
- Io? No, no, no. Niente da fare. Aiuto Sammy.
- Sammy. Che combina nella vita quel bambolotto troppo cresciuto?
- Si sposa l'estate prossima. Vuole portare sua moglie qui, magari farci anche due marmocchi. Dice che l'aria di campagna le farebbe bene.
- Gesù. Ha faticato tanto per uscire da questo buco di culo e ora ci vuole rientrare?-
Penso che abbia della segatura nella testa, o qualcosa del genere. Oppure ha il cranio solo per reggere i capelli. Cristo dovresti vederlo Bobby, s'è fatto crescere questi capelli da hippy- buttò giù una sorsata di birra – ma la sua ragazza è carina. Molto pace & amore, ma è comunque carina. Le ho detto che avrei sistemato la casa, almeno finché non ho di meglio da fare.
- Capisco.
Bobby guardò attorno - Quel colore andrebbe bene per le pareti.
- Dici? Non è un po' troppo giallo? A me piaceva quell'altro.- disse indicando vagamente una delle macchie che costellavano il muro.
- No, quello usalo per la stanza del bambino. Il salotto fallo con quel color cammello. Per la cucina ti troverò io le mattonelle. A Sam piace il rosa?
- Credo che lo detesti.
- Meglio così.
Dean ghignò.

 

 

A Fendale c'era una chiesetta vecchio stile, fatta di legno e pietra grigia, col Gesù bianco, biondo e ben rasato che andava tanto di moda all'epoca.
Dean Winchester apparve sulla porta di suddetta chiesa in una notte di giugno barcollando pesantemente, sporco di vernice e puzzolente d'alcool. Si guardò intorno velocemente, torcendosi le mani tra loro. Il rumore delle nocche che scrocchiavano risuonò nella chiesa.
-C'è nessuno?- domandò al vuoto con una vocetta acuta e belante – Per favore, c'è qualcuno?
Barcollò in giro per la navata, prima di schiantarsi su una lunga panca di legno scuro. Si piegò su se stesso, stringendosi nel vecchio giacchetto di pelle che indossava. - C'è nessuno?- domandò ancora, le voce ridotta da un sussurro.
Non poteva davvero quantificare il tempo che aveva passato su quella panca a fissare il vuoto, ad ascoltare le urla nella sua testa. Ma, ad un certo punto, dei passi risuonarono nella chiesa. Un uomo in vestaglia apparve da una porta laterale – Signore- disse avvicinandosi a Dean – signore, la chiesa è chiusa. È notte fonda, non potrebbe- Dean alzò lo sguardo e incontrò due occhi blu come l'oceano - Le serve qualcosa?- domandò l'uomo dagli occhi blu.
- Qualcuno- sussurrò stringendosi nelle spalle – qualcuno. Aiuto.
- Come posso aiutarla?- domandò l'uomo dagli occhi blu e Dean vide quegli occhi divenire immensi come l'oceano che scivolava sotto i suoi piedi fuori dal finestrino di un aereo – Sono solo un prete, ma-
- Un prete?- Dean sorrise leggermente (ma sembrava più una smorfia di dolore) – Un prete.Sì, proprio un prete. Allora mi confessi, che ho tanto peccato.





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