ODI ET AMO
I'll pretend that I'm kissing
The lips I am missing
And hope that my dreams will come true
“Devo andare” gli senti sussurrare al tuo orecchio. Non lo
vedi, ma sai che sta sorridendo, così lo imiti mentre ti volti verso di lui,
facendo il possibile per non scoprirti. Moriresti di freddo fuori da quelle
coperte.
Annuisci appena, mentre lui ti bacia la fronte. Si allontana
ed esce dalla camera cercando di non fare rumore, perché l’ultima volta Sonoko ha
minacciato di ucciderlo. Non ha mai amato essere svegliata presto e tu lo sai
meglio di tutti.
Non vorresti alzarti, ma tra un’ora hai una lezione e sai di
non poter fare tardi.
Ti sembra quasi di sentire il suo profumo sulle lenzuola che
ti ha regalato tua madre prima che partissi.
Quando Sonoko ti ha proposto di trasferirti in Europa per
studiare le hai riso in faccia, pensando scherzasse.
“Hai bisogno di staccare per un po’, dovremmo provarci” ti
ha detto. Hai capito al volo cosa intendesse e quasi senza pensarci due volte
hai accettato. Mai avresti pensato che sarebbe finita in quel modo.
Ti obblighi ad alzarti e ti strofini gli occhi, per poi
mettere a fuoco il caos che regna nella stanza. Sistemerai più tardi. Recuperi
dei vestiti puliti e ti trascini in bagno.
All’inizio odiavi quella casa. Troppo grande. Troppo
caotica. Troppo in centro. Troppo.
Inspiegabilmente però non ti ci è voluto molto per abituarti
alla nuova vita, ma forse lo dici solo per convincere te stessa. Forse fai solo
finta di aver dimenticato gli anni passati a correre dietro all’ombra di
qualcuno che sembrava non fare altro che scappare da te.
E menti a te stessa ripetendo di aver smesso di pensarci, perché
hai conservato quell’ultima foto che vi siete fatti fare quando siete stati al
Tropical Land. Certo, è nascosta sotto un’enorme pila di maglioni, ma questo non
cambia le cose.
La tua vita è un paradosso, odi Shinichi eppure lo vedi
ovunque, lo cerchi ovunque.
Nonostante tutto ciò che ti ha fatto, nonostante le bugie.
Ti dirigi verso il college, ormai conosci la strada a
memoria. La casa di Sonoko dista appena una decina di minuti e potresti
prendere l’autobus, ma hai bisogno di prendere aria e nemmeno ti interessa che
la temperatura tocchi appena ai 15°C.
Le lezioni proseguono come di norma e tu aspetti con ansia
l’ora di pranzo. Jack viene sempre a trovarti a quell’ora e mangiate insieme.
È la vostra routine da quando vi siete conosciuti, sembra
passato un secolo da quel Scusa, sai
dirmi dove si trova l’università? Detto in un inglese approssimativo.
Ti fermi sulla solita panchina ad aspettare e prendi il Liber di Catullo dalla borsa, non che tu
abbia seriamente voglia di leggerlo, ma non puoi proprio fallire l’esame. Non
di nuovo.
Ecco, la prima volta è stata una svista. Una svista che non
dovrà ripetersi.
“Odi et amo.” Inizi a ripetere “Quare id faciam, fortasse requiris..”
“Nescio, sed fieri sentio et excrucior” finisce qualcuno al posto tuo.
Per un attimo pensi di aver avuto le
allucinazioni, non c’era nessuno fino a pochi secondi fa. E poi, quella voce? Senti
il cuore perdere un battito e ti chiedi se si tratti di un sogno perché tutto
questo non può e non deve essere reale.
“Non ho resistito” gli senti dire,
mentre avanza verso di te. Non ti muovi nemmeno quando lo vedi sedersi sulla
panchina.
“Quindi conosci anche il latino”
dici, quasi senza accorgertene.
Sorride, tenendo lo sguardo fisso
davanti a sé.
“In realtà ho solo letto quel
carme in uno dei libri di mio padre”
È difficile credere che sia vero -
nei romanzi gialli non si parla di Catullo - ma davvero, non hai la forza di
dire altro. Rimanete in silenzio per diversi minuti, non sai nemmeno come
reagire. Non ti aspettavi di vederlo. Il passato che ritorna quando meno te lo
aspetti, un cliché.
Bastano quei pochi istanti a farti
tornare indietro nel tempo, quando lui era il miglior amico che avresti potuto
desiderare. Ti difendeva, ti sosteneva, ti stava accanto. Ripensi alle medie e
alle superiori, quando tutti vi scambiavano per fidanzati e Sonoko alimentava i
pettegolezzi, riferendosi a lui con il nomignolo di “maritino di Ran”. Sembra
un universo lontano, neanche fossero passati cent’anni.
“Allora, come stai?” ti chiede,
quasi fosse la cosa più normale del mondo. D’altronde non avete passato gli
ultimi due anni ad ignorarvi a vicenda. No, davvero.
Tutto ciò ti porta a pensare di
essere in una di quelle dannatissime commediole romantiche fatte con lo
stampino. Non sta succedendo veramente,
continui a ripeterti. Shinichi Kudo non esiste più, il suo posto è stato preso
da un bambinetto di sette anni che ora dovrebbe averne appena nove.
Ma chi si è appena seduto accanto
a te non è un bambino. Non sai come spiegarti cosa diavolo stia succedendo e se
da una parte vorresti alzarti e andartene, dall’altra muori dalla voglia di
rispondere alla sua domanda e parlare con lui. Perché ti mancano le vostre
conversazioni, ti manca passare del tempo insieme da soli, ti manca quello che
avevate prima che lui incasinasse tutto.
Sei talmente assorta nei tuoi
pensieri che sobbalzi appena senti il cellulare vibrare.
Mi hanno incastrato al lavoro, rimandiamo a domani?
Leggendo il messaggio di Jack ti
senti improvvisamente sollevata e non riesci a spiegarti perché. È una reazione
inaccettabile, Jack è il tuo fidanzato, sei innamorata di lui. Dovresti essere
delusa, il pranzo è uno dei momenti della giornata che riservate per voi - l’unico,
nella maggior parte dei giorni.
“Ran?” per qualche motivo il tuo
nome ti sembra che suoni meglio quando viene pronunciato da Shinichi.
“Mh”
“Mi dispiace”
“Lo so”
Riesci a visualizzare il suo
sorriso senza nemmeno girarti e i battiti del tuo cuore iniziano ad accelerare.
Non è mai stato un buon segno. Possibile che dopo tanto tempo riesca a farti lo
stesso effetto?
Non sai spiegarti come accade, ma
finite per passare il resto della giornata insieme. Sai che tutto ciò è
sbagliato e che dandogli corda fai del male a te stessa e a Jack. È il ragazzo
migliore che tu abbia conosciuto.
E non sai nemmeno perché a fine
giornata vi ritrovate a condividere lo stesso letto. Forse perché sai che
Sonoko è a cena con alcune compagne di facoltà. Forse perché Jack ti ha
lasciata sola. Forse perché rivedere il tuo vecchio amico d’infanzia ti ha
ricordato quanto ne fossi innamorata.
Avresti fatto tutto per lui e lui
avrebbe fatto tutto per te.
È questo il tuo pensiero fisso. Ti
sei ripetuta per anni ‘lontano dagli occhi, lontano dal cuore’, ma è davvero
così? Basta allontanare una persona per dimenticarla?
No.
Non avete fatto che rincorrervi
per anni e sapete entrambi che potreste continuare in eterno.
Quando apri gli occhi il mattino
seguente e non lo vedi accanto a te inizi a pensare che sia stato un sogno, ma
ogni ricordo è impresso nella tua testa e sai che non può essere stato un
sogno.
Le sensazioni sono impresse a
fuoco nella tua mente. Senti ancora le sue mani sulla tua pelle, le sue labbra
sulle tue. Arrossisci al pensiero e ti raggomitoli di più nelle coperte.
La porta si socchiude e ti basta
vederlo comparire per avvampare di nuovo. Lasci che si sieda accanto a te di
nuovo e mentre ti scosta una ciocca di capelli scuri dal viso ripensi a quella
foto rovinata che tieni nascosta nell’armadio. Ti tornano in mente i versi di Catullo.
Odio e amo. Forse ti chiederai come sia
possibile:
non lo so, ma è proprio così e mi tormento.
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Hiiiiiiiiiii
Mi sembra passato un secolo dall'ultima volta in cui ho postato
qualcosa qui e in effetti credo sia più o meno così ugh
scusatemi
Ho una storia bloccata a metà, lo so, ma ci sto lavorando, davvero, semplicemente ho riesumato questa os dopo mesi,
l'ho risistemata e boh spero vi sia piaciuta almeno un pochettino. Ammetto di non essere completamente
convinta del risultato, ma consideratela una prova ahah
Le parole che introducono la storia sono parte del testo di All my loving dei Beatles, invece la citazione in latino è - ovviamente - di Catullo.
Ho tipo solo mezzo secondo quindi non mi dilungo, solo vi ringrazio per essere passati e per aver letto fino a qui.
A presto,
Gaia
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