Gorgoglìo.

di hiccup
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Sedici ottobre: anche per questo.
 
 
“Wenn du gehst,
wollte ich nie hier wirklich bleiben.”
 
 
 
Sfoglio le pagine della Poesia e della Prosa
Intarsiate di dolore e di malinconia e di abbandono
scritte da menti leggere e da placide dita affusolate;
e non riesco a fare a meno di pensare - e di pensarti, sai?
 
Di pensare a queste esistenze, a questi fantasmi opachi
che mi seguono, che mi stringono ai loro petti caldi,
che mi aprono gli occhi e che raccolgono le mie lacrime
rotonde; siedo al di sotto del manto stellato, l’odore forte
della pioggia in arrivo m’impregna i polpastrelli gelati ed
i capelli umidi; sussultano le tele dei ragni argentee, scosse
dai respiri della notte. Leggo pagine perché non riesco
a resistere alle lusinghe delle parole; leggo pagine per
distogliere il pensiero fisso sul volto, sugli occhi e sui
sussurri che t’appartengono così prepotentemente.
 
(Dovresti sentirti in colpa;
ho perso il segnalibro; e
non ricordo. Dov’ero arrivata?)
 
 



*
 



 
 
Note:
 
La frasetta iniziale a destra è in tedesco – capitan ovvio – e significa “Quando te ne vai, non vorrei mai realmente rimanere qui” (in caso qualcuno non conoscesse la lingua *meh*) [in italiano suona malissimo.]
Ho aggiornato prestissimo questa mattina perché le lezioni cominciano alle dieci e mezza e, visto che le suddette finiranno alle diciotto e trenta di questa sera, credo non riuscirò ad aggiornare ulteriormente – ma comunque con calma (e con tanta perseveranza) raggiungerò l’obiettivo e mi metterò in pari con tutto quanto. Yay. Non perdete la speranza o voi che leggete.




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