La primavera nel cuore

di Chrystal_93
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Autore: Chrystal_93
Fandom: Once Upon A Time
Titolo della fanfiction: La primavera nel cuore
Titolo del capitolo: Il tesoro più grande
Personaggi: Emma e Hook come pairing principale, Henry e Grace
Genere: Fluff, sentimentale, slice of life
Rating: Verde.
Tabella: Primavera
Prompt: Noia
Disclaimer: “Personaggi, luoghi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono ma sono di proprietà di Edward Kitsis e Adam Horowitz che ne detiene tutti i diritti. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro e, viceversa, gli elementi di mia invenzione, non esistenti in Once Upon A Time, appartengono solo a me.”
Note: questa fan fiction partecipa alla "Fluff Fest Challenge" indetta da Kim_92.
 
 

La primavera nel cuore


 

Il tesoro più grande

 

Emma guardava suo figlio, seduto sul tappeto, che osservava con aria disgustata alcuni videogiochi che aveva sparsi per terra di fronte a lui.

“A me piacciono gli sparatutto” disse avvicinandosi con un piatto e uno strofinaccio in mano.

“Mmm” fece solo Henry.

Emma tornò al lavello, mettendo a posto in un ripiano il piatto che ormai aveva asciugato.

“Tutto bene?” riprovò.

“E' che non sono in vena di videogiochi” disse lui cominciando a impilarli, uno sull'altro.

“Allora prendi l'album da disegno.” disse lei mettendo di nuovo le mani nell'acqua.

“Mamma” fece lui alzando la testa “non sono più un bambino.”

Emma sembrò sorpresa, ma solo per un attimo. “Allora, visto che ormai sei grande, perchè non vieni ad aiutarmi coi piatti? Così non ti annoierai più.”

Henry sbuffò e alzandosi da terra raggiunse la madre. Si rimboccò le maniche della camicia e si mise al lavoro.

Dopo aver finito si ritrovarono seduti sul divano a fare zapping selvaggio.

“Ora ti stai annoiando pure tu.”

Emma gettò lontano il telecomando e sospirò.

“Bene, allora usciamo.”

“E dove andiamo?” chiese il ragazzino sporgendosi dalla spalliera del divano e fissando la madre prendere le chiavi di casa.

“Dovunque. Ma di sicuro non ti farò friggere il cervello con la televisione.”

Emma era già alla porta e Henry dovette letteralmente saltare giù e correre per raggiungerla.

 

“Potresti giocare al parco. Vedo che c'è anche Grace laggiù”

“E tu cosa faresti nel frattempo?”

“Ti guarderei, come ogni madre normale.”

“Non sei mai stata una madre normale” fece Henry lanciandole un'occhiata eloquente.

Emma lo guardò trasalendo.

“E la cosa mi piace” disse lui sorridendo.

“Ragazzino...” Emma tentò di afferrarlo ma lui si allontanò prontamente.

“Le donne, tentano sempre di metterti il guinzaglio. Non importa quanti anni tu abbia.”

Emma si girò e vide Hook che, con il suo solito look da pirata, si stava avvicinando con un sorriso per niente celato sulle labbra.

“E nemmeno importa quanti anni loro abbiano.” finì alzando le sopracciglia.

“Mi stai forse dando della vecchia?” disse lei ruotando leggermente la testa con fare arrabbiato.

Hook si fermò a mezzo metro da lei.
“Anche se lo facessi le tue curve direbbero il contrario.” fece lui con occhi maliziosi.

“Killian Jones” sibilò lei con gli occhi ridotti ormai a due fessure.

“Dai, non è più un bambino!” protestò lui rivolto a Henry che era impegnato a trattenere le risate “Vero ragazzo? Scommetto che sei pronto per essere un uomo di mondo, come me.” detto questo estrasse la mano dalla tasca e lanciò a Henry una piccolo rotolo di pergamena.

Il ragazzino lo prese al volo e lo srotolò. “Ma questa è una mappa!” esclamò.

“Si, e scommetto che avrai bisogno di una buona aiutante per decifrarla.” Hook gli fece l'occhiolino e fece un gesto con la testa in direzione di Grace, poco distante.

“Mamma posso?” disse lui aprendo più che poteva gli occhioni.

“Ma certo che puoi!” la precedette Hook.

“Io in realtà...” cominciò lei ma fu strattonata via da Hook.

“Ehi!” disse lei divincolandosi.

“Andiamo Swan, non è più un bambino, se la caverà.” Hook continuava a tenerla per il braccio e a camminare.

Emma però si divincolò a gli si parò davanti. “Questo non spiega perchè dovrei lasciarmi condurre chissà dove da te.”

“Swan, ti ho mai delusa?” disse lui facendo ricomparire quel suo sorriso divertito e malizioso.

“Si” disse ferma lei e lo sorpassò, avanzando di nuovo nella direzione del parco.

Hook la fermò. “Non vorrai che un pirata resti tutto solo in un pomeriggio come questo?”

Emma si fermò e dopo aver fatto finta di pensare riprese a camminare.

“Emma!” Hook le si parò di fronte “Ti chiedo solo di venire con me. Poi potrai andartene se vorrai. Che ti costa? Non mi sembrava avessi molto da fare.” Emma ci pensò un po'. “Sarò il tuo scaccia noia. E se ti annoierai ancora be'... allora potrai cacciare me.” disse lui porgendole la mano.

“D'accordo” disse Emma ma, invece che prendere la mano del pirata, avanzò.

Lui sorrise e le andò dietro.

 

“Ma questa è la tua barca.”

“Non ti sfugge niente, bionda.” disse lui salendo sulla sua barca.

Emma schioccò la lingua sul palato e, sospirando, salì sulla barca.

Si guardò in giro e non vi trovò nulla di strano o di diverso dall'ultima volta in cui vi era salita.

“E come avevi intenzione di scacciare la noia di un ozioso pomeriggio primaverile?” chiese la donna.

Non si era accorta che, mentre era intenta a guardarsi intorno lui si era fatto pericolosamente vicino.

Infatti Hook la prese per i fianchi, la fece girare senza che lei potesse opporsi.

“Così” disse lui e la baciò.

Emma fu completamente sorpresa da quel tocco e, dopo un primo attimo di shock -piacevole shock-

lo spintonò via, senza troppa gentilezza.

“Ma cosa ti salta in mente?!” gli ululò contro.

Hook non si smentì. “Be' nessuna donna si è mai annoiata con me. E così...”

“E così pensavi che anche io sarei caduta ai tuoi piedi?” disse e avanzando verso di lui scorse una spada dietro a un barile. La prese e la brandì, puntandola sul petto del pirata.

“Be ti sbagli di grosso se pensi che io sia come tutte le altre.”

Hook alzò le mani, senza smettere di essere divertito.

“Da come sai usare le armi direi che hai ragione, non sei di sicuro come tutte le altre.”

Il pirata fece un passo indietro. “Abbassa la spada Swan.”

“Te lo puoi scordare” fece lei, senza neanche sapere bene che fare.

“Non ti ho portata qua per approfittarmi di te.” disse andandò verso il sottocoperta. “Lo sai benissimo che tengo a te più di quanto abbia mai tenuto a....” la sua voce si perse mentre scendeva le scalette.

“...e che non ti considero come le altre.” Emma intanto aveva abbassato la spada e stava osservando l'uomo. Quest'ultimo aveva portato in superficie una sorta di baule, con il legno un po' marcio.

“Ecco qua”

Emma si avvicinò a lui.

“Avanti aprilo.” disse lui guardandola.

Emma parve rimanere sulle spine.

“Non c'è pericolo” ma lei ancora non si muoveva “Parola di pirata.”

Emma alzò un sopracciglio.

“Ok, allora lo giuro sul mio uncino.” La donna ne sembrò più rincuorata e, sempre tenendo in mano la spada -con Hook non si poteva mai sapere- si chinò e aprì il baule.

Al suo interno c'erano un sacco di oggetti prezioni, monete d'oro, gemme e pietre preziose e altri tesori.

Lui si avvicinò e lei lo guardò dal basso con la bocca semiaperta.

Le porse la mano e questa volta lei l'accettò. La aiutò a rialzarsi e non la mollò.

“Ho girato con questa nave un sacco di terre e ho raccolto moltissimi tesori, come puoi vedere. Ho visto pietre più grosse di quel baule stesso e tanto oro che nemmeno il coccodrillo riuscirebbe a produrre tanto in fretta. Eppure” le strinse la mano guardandola negli occhi “non c'è niente di tutto ciò che per me valga più di te, Emma.”

Emma rimase a fissarlo, senza proferire parola.

Hook strinse le labbra e guardò in basso, fissando le loro mani. “Quello che sto cercando di dirti è che tu sei il mio tesoro più prezioso.” Ma ancora la donna non parlava. “Lo so che i miei modi sono quel che sono e che sono e sarò sempre un pirata ma...ciò che ti sto dicendo è vero. Quel maledetto coccodrillo potrebbe anche strapparmi il cuore in questo momento e non mi importerebbe. Perchè il mio cuore sei tu.”

Eppure, neanche allora le parole di lei ruppero il silenzio.

“Avanti Swan, il mio uncino è più ciarliero di te.”

Emma non potè non sorridere. Hook sorrise a sua volta e, sentendo che anche lei ora gli stringeva la mano, si avvicinò per baciarla.

“Non così in fretta” disse lei mettendogli una mano sul petto per fermarlo.

“Ma come? Io ti apro il mio cuore e non mi merito neanche un bacio?”

Lei rimase ferma senza dire niente.

Lui allora si allontanò. “Non mi hai ancora detto cosa ne pensi. E' per questo?”

Emma guardò in basso. Hook sorrise ma questa volta fu un sorriso amaro.

“Ma certo.” disse lui voltandosi. Probabilmente lei pensava ancora a Neal. O semplicemente non era il suo tipo e aveva travisato tutto.

Prima che potesse allontanarsi di più Emma lo prese per la lunga giacca di pelle nera e, dopo avergli afferrato il polso, si alzò un po' sulle punte e lo baciò.

Quando si staccarono lei notò che il sorrisetto di Hook non era del tutto uguale al suo solito. Sembrava più piacevolmente sorpreso che convinto di aver fatto colpo.

“Certo che devi aver avuto fortuna per aver trovato tutti questi tesori.” disse lei indicando con la testa il baule ancora aperto.

“Perchè?” disse lui più attento alle sue labbra che alla risposta.

“Perchè per non aver capito che mi piaci devi essere parecchio stupido.” Hook trasse indietro la testa sorpreso. Era la prima volta che qualcuno lo lasciava a bocca aperta, senza parole.

“Però sei stato uno stupido molto dolce.” disse catturando di nuovo le sue labbra.

 

Dopo parecchi baci cominciò a farsi buio e i due decisero di tornare a vedere dove si fossero cacciati Henry e Grace.

“Ma la mappa che gli hai dato è vera?” chiese lei mentre camminavano.

“Ma certo che lo è! Che razza di pirata sarei altrimenti?” rispose lui, facendo il finto offeso.

“Uno molto sdolcinato.” Sorrise Emma prendendogli la mano e ripensando alla scenetta del forziere.

Dopo alcuni metri, notando che lei continuava a tenerlo per mano, Hook sorrise.

“Non avrei mai detto che fossi anche tu così dolce Swan.” Lei stava quasi per lasciare la presa quando lui strinse ancora di più la loro stretta.

“Non ti lascerò scappare così, dolcezza.” disse lui attirandola a sé.

Emma sorrise e si abbandonò a un lungo bacio.

Quando si scostò da lui lo guardò negli occhi. “E io non lascerò che questa cosa dilaghi. Se lo dirai a qualcuno -che io sono così dolce-, be' la prossima volta non mi limiterò a sfiorarti con la spada.” poi, essendosi accorta di aver di nuovo sorpreso Hook, lo prese per la giacca e lo riattirò a sé.







Note dell'Autrice
Di solito, anche se non è mai mia intenzione, tendo ad essere molto prolissa nelle note; così stavolta cercherò di essere il più lapidaria possibile.
Questa è la mia prima captainswan, abbiate pazienza. Vi esorto a dirmi se fa schifo o no, così da capire cosa ho sbagliato e cosa potrei migliorare, visto che questa pairing mi è, almeno per ora, quasi neutro.
Ho scritto questa raccolta alcuni mesi fa e mi sono decisa di postarla per due motivi: il primo è perchè sono in crisi d'astinenza dalla fantastica Rumbelle Week, e il secondo è che ho approfittato del pairing del primo capitolo per rendere omaggio a una challenge che sta divagando in questo sito, proprio su Emma e Hook. Non sarei mai in grado di parteciparvi e così ho sfruttato questo capitolo per ringraziare chi vi partecipa e chi l'ha ideata, pur sapendo che questa storia non è neanche lontamente decente e degna di essere letta. Inoltre vorrei precisare che il titolo non l'ho plagiato da Tiziano Ferro (me ne accorgo solo ora), volevo solo creare un gioco di parole sulla scia del vocabolario piratesco di Hook.
Sarà perchè fa ancora un po' di caldo o perchè sento il freddo avanzare ma avevo proprio bisogno di un po' di primavera e spero che questa raccolta la porti anche a voi.
Grazie per essere arrivati a leggere fin qui, alla prossima!





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