AUSTRALIA
ON THE ROAD
Cap.1
AUSTRALIA!!
-
Australia!!!-
Giulia
segnalò il suo ingresso in casa spalancando la porta
dell’appartamento nel centro di Berlino che condivideva con
le sue migliori amiche e urlando il nome dell’enorme
continente a un volume talmente alto che probabilmente anche gli
abitanti del suddetto paese l’avevano sentita, facendo
sobbalzare la povera vecchietta che aveva la sfortuna di essere la
vicina di casa di quelle tre casiniste.
- Che
succede, Giuli? -
Una
testolina con lunghi capelli biondo-oro ondulati come le onde del mare
che incorniciavano un visetto ovale con lineamenti morbidi come un
petalo di rosa, una pelle vellutata e due enormi occhi celesti dolci e
ingenui come quelli di una bambina, fece capolino dalla cucina.
- Ciao Anna!
Ho novità FANTASTICHEEEEEE!!!!!!!!!!!!!!!!! -
Anna
tirò indietro la testa, sparendo in cucina e evitando
l’onda d’urto provocato dall’urlo
entusiastico di Giulia.
Quando
l’onda anomala fu passata, il corpo snello e affusolato di
Anna seguì la sopraccitata testa all’entrata
dell’appartamento dove si trovava l’amica,
chiudendo la porta per evitare reazioni isteriche da parte dei vicini.
- Allora,
calmati e spiegami cosa succede, senza urlare! - disse Anna lentamente,
come se Giulia fosse stata una bambina di cinque anni un po’
tarda.
-
E’ successa una cosa incredibile!!!! - esclamò lei
di nuovo, abbracciando di slancio l’amica.
Anna si
ritrovò a stringere la ragazza senza neanche sapere
perché. Una matassa di ricci del colore della terra
illuminata dal sole calante le coprì la visuale e la fece
starnutire, mentre sentiva le costole gemere sotto la presa ferrea di
Giulia.
Quando
l’amica si fu staccata, si passò una mano sulla
faccia e aprì gli occhi per dirgliene quattro, ma un rumore
di passi provenienti dal corridoio la interruppe.
Entrambe si
girarono e una figura alta, con un bel fisico robusto di costituzione
ma rassodato da anni e anni di allenamento apparve sulla porta,
appoggiandosi allo stipite, mentre il piede batteva nervosamente sul
pavimento.
-
Elena…-
La terza
componente del gruppo le fissava con aria scocciata, mentre i capelli
neri le ricadevano in disordine sul volto, segno evidente che stava
dormendo prima che Giulia la svegliasse involontariamente.
- Allora, se
per voi non è troppo disturbo, vorrei sapere…-
prese fiato - CHE CAZZO SUCCEDE QUI?!?!?! STO’ CERCANDO DI
DORMIRE!!!!!!! -
Le altre due
si zittirono, terrorizzate da una sua possibile azione violenta.
Capitava spesso che Elena, la più forte delle tre,
aggressiva e con il pugno facile, sfogasse contro qualsiasi oggetto le
capitasse tra le mani la propria rabbia. Non le aveva mai menate sul
serio, ma era un po’ come un cucciolo di tigre:
anche se giocava, lasciava segni profondi con le sue unghiette, nel
caso specifico lasciava dei bei lividi con i suoi pugni micidiali.
-
Ecco… io… pensavo di…-
balbettò Giulia.
- Di cosa?
Di farci una sorpresa svegliandoci di colpo e facendoci urlare contro
dai vicini, come se non avessimo già abbastanza problemi con
loro?!?!?!? No, dimmelo subito, perché se stai cercando di
farci sfrattare dall’appartamento che abbiamo faticosamente
guadagnato dopo mesi di lavoro solo per venire qui e fare questo
scambio culturale, sappi che ci stai riuscendo benissimo!! -
Giulia
ammutolì, abbassando lo sguardo sui propri piedi e rigirando
tristemente l’oggetto che fino a poco prima sventolava
felicemente come fa un bambino con il suo nuovo giocattolo il giorno di
Natale.
Solo in quel
momento Elena notò che cosa stringeva tra le mani
l’amica: una confezione mega di gelato a tre gusti, nocciola,
crema e cocco. Si morse le labbra: era il gelato delle grandi
occasioni, quello che mangiavano sempre per celebrare qualcosa di
importante, e, tra l’altro, quello che aveva un prezzo
stratosfericamente alto.
Alzò
lo sguardo su Anna, che le lanciò una muta occhiata di
rimprovero.
Sospirò,
passandosi una mano sugli occhi e strofinando le palpebre. Accidenti,
sapevano benissimo quanto la irritasse essere svegliata in quel modo!
Fissò il mucchio di ricci che le stava davanti, celando gli
occhi lucidi di Giulia.
- Avanti -
le disse dandole uno scapellotto sul collo - andiamo a parlarne sul
divano, di qualunque cosa si tratti. Anna, prendi i cucchiaini prima
che il gelato si sciolga -
Il viso di
Giulia si illuminò e la ragazza saltò addosso
all’amica, stampandole un bacio sulla guancia:- Grazie Ele, e
scusa per averti svegliata! Ma sai che non ti fa bene dormire troppo,
dopo diventi pigra e noiosa!! -
- Ma
sentila! Corri pulce, oppure ti finisco tutto il gelato alla nocciola! -
- No!!!! Non
provarci Elena!! La nocciola è mia!!! -
Ridendo come
due matte, le ragazze si gettarono sul divano, facendosi il solletico e
tentando di colpirsi amichevolmente.
- Ehi, ci
sono anch’io!!!!!! -
Con in mano
il gelato, per fortuna ancora chiuso, e tre cucchiaini, Anna si
gettò nella mischia, finché tutte e tre non
furono un unico groviglio urlante di capelli, braccia e gambe.
Dopo aver
ritrovato un minimo di ritegno, le ragazze si sistemarono ai loro
soliti posti: Anna sulla poltrona di destra, Giulia su quella di
sinistra e Elena sul divano di fronte al televisore. Erano proprio un
bel gruppetto.
Si erano
conosciute alle medie, durante un’incursione nella mensa
scolastica, che stava chiaramente affamando i poveri studenti, e da
lì avevano cominciato a frequentarsi fino a diventare
indivisibili. E la cosa era strana, visto che erano diversissime
l’una dall’altra, sia fisicamente che
caratterialmente.
La prima era
Anna, con quel suo aspetto da bambolina, perfetta sotto ogni aspetto.
Aveva un fisico magro e aggraziato, con movimenti dolci e candidi che
ricordavano quelli di un cigno. Con i suoi enormi e tondi occhi azzurri
riusciva a convincere chiunque a fare qualsiasi cosa per lei
semplicemente sbattendo le ciglia, i lunghissimi capelli mossi color
oro, perfetti con la sua carnagione lattea, che le arrivavano alla
vita, incorniciandola come un angelo di Natale, facevano il
resto. Era molto dolce, non alzava mai la voce, non perdeva
mai la pazienza, ed era un’inguaribile romantica sognatrice,
sempre in attesa del principe azzurro. Suonava il pianoforte e aveva
una bella voce, nonostante la sua aspirazione fosse diventare una
stilista.
Poi veniva
Giulia, la casinista del gruppo. Il suo modo di essere, così
trasandata, sbadata e spiritosa, si rifletteva anche nel suo aspetto.
Aveva i capelli ricci che crescevano folti e rigogliosi fino a
metà schiena, di un bellissimo colore rossiccio, come un
albero illuminato dal sole che tramonta, che teneva sempre legati con
una coda. Il viso era squadrato, con una gobbetta sul naso e le labbra
forse un po’ troppo piene, ma nell’insieme il tutto
risultava armonioso e piacevole. Gli occhi erano verde scuro, con
lunghe ciglia nere, e una spruzzata di lentiggini sulla pelle
abbronzata le davano quell’aria spiritosa e sbarazzina che la
distingueva. Simpaticissima, solare, sempre allegra e con la battuta
pronta, non stava zitta un attimo ed era la compagna ideale con cui
fare casini, insomma, una con cui era impossibile annoiarsi!
Per ultima
Elena. Elena era la ribelle, la forte, l’indistruttibile, era
la boss indiscussa del trio. Faceva pugilato da quando era piccola, e
questa si rifletteva sul corpo, molto robusto di costituzione,
diventato flessuoso, agile e scattante come quello di una gazzella dopo
gli anni passati in palestra, dove passava più tempo che a
casa. Naturalmente predisposta per quello sport, era aggressiva,
spietata, non guardava in faccia nessuno pur di ottenere ciò
che voleva. Averla contro era un errore fatale, in compenso se
l’avevi dalla tua parte non esistevano nemici! Aveva il viso
tondo, con zigomi alti, il naso piccolo e il taglio degli occhi
allungato e leggermente asimmetrico, che le conferiva uno sguardo
obliquo. Non era bella in senso canonico, ma aveva un fascino
particolare per cui era impossibile non notarla anche in mezzo a una
folla. Inoltre, madre natura l’aveva dotata di due stupendi,
rarissimi occhi di uno stupendo viola acceso e intenso, come le ali di
una farfalla tropicale, che ben si armonizzavano con la pelle color
cannella e con i capelli neri che portava appena sopra le spalle,
scalati intorno al volto, con una ciocca più lunga delle
altre dello stesso viola intenso degli occhi.
Erano tutte
e tre italiane e tutte e tre avevano la stessa età, 18 anni,
quasi 19, e si erano trasferite a Berlino da appena un mese per passare
l’ultimo anno di liceo in una scuola tedesca, da cui poi, se
avessero avuto una media abbastanza alta (cosa di cui nessuna delle tre
dubitava, essendo dotate anche di un cervello ben funzionante), si
sarebbero iscritte alla più prestigiosa
università della Germania, che si trovava appunto
lì a Berlino. Anna avrebbe fatto moda, Giulia lingue, e
Elena giurisprudenza. Ancora era luglio, ma avevano deciso di venire
prima per ambientarsi meglio e districarsi con la lingua
- Anna,
togli quel poster da lì, mi viene da vomitare! -
Anna
inarcò un sopracciglio mentre leccava il cucchiaino dagli
ultimi rimasugli di gelato alla crema, guardandola con sguardo
scettico:- Levare COSA esattamente? -
- Quello! -
esclamò Giulia indicando il poster attaccato alla parte
sopra il camino, su cui era impressa l’immagine di quattro
ragazzi che fissavano l’obbiettivo.
- Eh no!!! -
saltò su Anna - i Tokio Hotel non si toccano! Piuttosto, tu
leva quell’obrobrio di immagine dalla porta della cucina!! -
-
Assolutamente no! - Giulia scattò in protezione
dell’oggetto appena menzionato - i miei amati Cinema Bizarre
non si toccano!!!!!!!! -
Elena
alzò gli occhi al cielo “Ci risiamo”
- Senti
Giuli, non ho assolutamente intenzione di vomitare ogni volta che vado
a mangiare perché quei cinque esseri di dubbio sesso ti
attizzano gli ormoni!! -
- Tu hai il
coraggio di parlare!! Proprio TU, Anna, che ascolti quel gruppo di
pezzenti con quella sottospecie di donna che si ritrovano come cantante
e con quel chitarrista con una scopa in testa e chissà cosa
nelle mutande!! -
- Non ti
azzardare a… -
Elena scossa
la testa: era sempre la stessa storia.
Anna era
cotta dei Tokio Hotel e non sopportava i Cinema Bizarre, mentre Giulia
osannava i Cinema Bizarre e avrebbe volentieri ammazzato i Tokio Hotel.
Le due discutevano in continuazione su quell’argomento, e
avevano trasformato l’appartamento in un campo di battaglia.
I poster spuntavano come funghi dove meno te lo aspettavi, perfino
nella scarpiera o dentro la credenza!! Una volta Elena ne aveva trovato
uno dentro la doccia, e aveva dato ad entrambe una strigliata tale che
non si erano più azzardate a mettere niente in bagno. Ogni
volta che andavano in macchina era una guerra su che musica ascoltare.
Dal canto suo, Elena mal sopportava entrambi i gruppi, lei ascoltava
tutt’altro genere di musica! Così si erano
regalate un iPod a testa, in modo che ognuna potesse sentire la musica
che voleva senza dover contendere lo stereo con l’altra.
-
Piantatela!!! - esclamò Elena, spazientita.
Giulia e
Anna si girarono a guardarla.
-
Ascoltatemi bene: se mi avete svegliata solamente per sentire voi due
deficienti discutere su quale fra due band orripilanti dietro alle
quali sbavano milioni e milioni di oche senza cervello che non
esiterebbero un minuto solo a entrare nel letto di tutti i componenti
insieme e a darci dentro con tutti contemporaneamente, vantandosene
pure, sia la migliore, sappiate che rischiate di ritrovarvi senza
orecchie e senza occhi, così magari la smetteremo con queste
cretinate!!!!! -
Le amiche
ammutolirono e abbassarono lo sguardo con aria colpevole, poi tornarono
mestamente sedute e ripresero ad ingozzarsi in silenzio
- Allora -
esordì Anna dopo un po’ di tempo che mangiavano -
qual’era quella novità di cui dovevi assolutamente
parlarci? -
Giulia si
bloccò e le fissò con gli occhi sgranati dalla
felicità:- Ok, mi ha chiamato mio padre da Roma -
-
Sì? Era solo per dirci che hai sentito il tuo caro paparino
che ormai credevamo defunto o comunque assorbito negli studi del
laboratorio di medicina? -
Le altre due
fulminarono Elena, famosa anche per le sue battute al vetriolo, ma
quest’ultima si limitò a sorridere e a farle cenno
di continuare.
- Visti gli
ottimi risultati che ho ottenuto a scuola - trattenne il respiro - MI
HA REGALATO QUESTI!!!!!!!!!! - urlò alla fine, sventolando
sotto il naso delle amiche tre pezzi di carta.
- Cosa sono?
- domandò Anna.
Un sorriso
enorme spaccò in due il viso di Giulia:- Tre biglietti aerei
per l’Australia!!!!!!!! -
Le altre due
sgranarono gli occhi.
-
Già - le anticipò Giuli leggendo nel pensiero
delle amiche - finalmente potremo realizzare il nostro sogno!! Una
vacanza on the road in Australia!!!! -
Una vacanza.
Insieme.
Era dalla
terza media che si erano ripromesse che un giorno avrebbero fatto un
viaggio nel continente più selvaggio e affascinante del
mondo con solamente una macchina, una cartina e qualche soldo in tasca,
ovviamente insieme!
- Ma stai
scherzando? - Anna era ancora incredula.
- No, per
niente!! Papà ha detto che ormai ho
l’età giusta, e che mi meritavo una ricompensa per
tutti i sacrifici che avevo fatto…-
- QUALI
sacrifici, esattamente? - domandò Elena inarcando un
sopracciglio.
Giulia fece
un gesto di sufficienza con la mano:- E che ne so io! Mica riesco a
leggere cosa passa per la mente di mio padre! Comunque,
l’aereo parte lunedì, e i biglietti del ritorno
sono per il 21 agosto -
La bionda
guardò il calendario: era giovedì 12 luglio.
- Mi stai
dicendo che abbiamo un mese a disposizione per scorrazzare in lungo e
in largo per tutta l’Australia?!?!?! -
- Esatto!!!!
-
Anna e
Giulia urlarono di felicità e si abbracciarono.
- Un momento
ragazze - Elena le interruppe.
Giulia la
fissò da sopra il braccio dell’amica:- Che succede
Ele? Cos’è quella faccia? -
- Come
facciamo a muoverci? Mica possiamo portarci la macchina in aereo! E
poi, dove atterriamo? Forse sarebbe il caso di dare un attimo
un’occhiata alla situazione prima di festeggiare! -
- Dai,
Elena! - Anna roteò gli occhi - non fare la guastafeste! -
- Anche
perché non ce n’è proprio motivo! -
esclamò la riccia - ho pensato a tutto io! Ho noleggiato una
macchina direttamente a Sidney, dove atterreremo, ad un prezzo davvero
bassissimo! -
- E
l’itinerario? -
- Ci
penseremo sul posto! Dai, cosa c’è che ti
preoccupa? Di solito sei tu quella che si butta a capofitto nelle
situazioni più strane e impossibili! Che cosa
c’è di diverso stavolta? -
Elena
fissò le amiche, e vedendo l’entusiasmo riflesso
nei loro occhi non poté fare a meno di sorridere a sua
volta, nonostante sentisse una stretta dolorosa al cuore:- E va bene -
Le tre si
abbracciarono strette strette.
Elena mise
una mano al centro, Giulia mise la sua e Anna si unì.
- INSIEME
PER SEMPRE!!!!!! -
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-
Australia?!?!? -
Tom Kaulitz
fissava incredulo David Jost, il suo manager, dalla cui bocca erano
uscite le ultime parole, anzi, l’ultimo nome, che si sarebbe
aspettato di sentire durante una riunione indetta per risolvere il
“problema Bill”, come era stato ribattezzato dallo
stesso Tom.
- Proprio
così, Australia! -
- Cosa
intendi dire? Che vuoi mandarci in un continente desertico per una
qualche avventura spirituale alla ricerca di noi stessi?!?! -
David
fulminò il chitarrista con un’occhiata:- No.
Intendevo dire che voglio mandarvi a fare una vacanza da semplici
turisti in un paese dove non vi conosce nessuno, in modo che Bill non
si senta sotto stress, si possa rilassare e possa riprendere presto a
cantare! -
Tom
sprofondò ancora di più nella poltrona,
sconvolto. Si girò a fissare i suoi amici, nonché
compagni d’avventura e di band, Georg e Gustav, che
sembravano sconvolti e increduli tanto quanto lui.
- Sarebbe
per voi un’ottima possibilità per staccare la
spina e riposarvi un po’ - vedendo che i ragazzi non
reagivano, il manager continuò a parlare - senza contare il
fatto che l’Australia è uno stupendo paese, pieno
di bellezza naturali, e…-
Tom smise di
ascoltarlo, sconvolto.
David doveva
essersi bevuto il cervello. Mandarli a fare una vacanza? In Australia,
poi! Cosa c’era di bello in Australia?
Beh, si
disse, in fin dei conti non è una cattiva idea, passare un
mese a prendere il sole su una spiaggia, comodamente sdraiato con un
cocktail fresco e una bella ragazza che mi massaggia la schiena! O
magari in un bel letto d’hotel con tutte le
comodità e…
- Come
sarebbe a dire IN MACCHINA?!?!?!?!? -
Più
che l’urlo straziante, fu la voce che l’aveva
emesso a farlo scattare come una molla, facendogli prendere un colpo,
visto che apparteneva all’unico del gruppo che poteva essere
definito un “ragazzo calmo, pacato e tranquillo”.
Si
girò a fissare il suddetto ragazzo
calmo-pacato-e-tranquillo, e lo trovò a gesticolare
convulsamente con pose degne di suo fratello Bill, sbraitando
maledizioni e urlando qualcosa a proposito di “vita da
selvaggi” e “ritorno all’età
della pietra”.
Nel
frattempo, Georg si trovava seduto sul divano con gli occhi spalancati
e la mascelle a fare compagnia alle sue scarpe.
Ma che era
successo?
- Ma dai
Gustav, sei esagerato!- esclamò David - Tu che ne pensi,
Tom? -
Lui
fissò gli altri due:- Non ho capito quello che ha detto -
Gustav lo
fissò:- David ha detto che non dovremo andare in albergo, ma
fare un viaggio on the road con solamente una macchina, due tende e
qualche valigia, girando per un mese per l’intera Australia
senza una meta vera e propria, ma solamente per il gusto di riscoprire
le bellezze naturali del nostro mondo! -
Tom
guardò Gustav.
Poi Georg.
Poi David.
Poi di nuovo
Gustav.
Sorrise:- Ho
capito, volete prendermi in giro! Ma con me non attacca, ragazzi!
-
David lo
fissò senza mutare espressione.
La
sconvolgente verità si fece strada a mano a mano nella mente
di Tom, facendogli morire il sorriso sulle labbra.
- Non stai
scherzando? -
Il manager
scosse la testa.
- Come
no?!?!?!? Non starai mica dicendo che vuoi davvero mandarci
all’avventura in un continente enorme, pieno di selvaggi, di
pazzi, di bestie feroci con solamente una macchina e una cartina, con
il rischio di perderci?!?!? -
Mentre
urlava, Tom si era alzato in piedi e ora si trovava a un millimetro
dalla faccia del suo manager, che si limitò a dargli un
colpetto con le dita per rispedirlo seduto.
- E invece
è esattamente quello che ho intenzione di fare!! -
-
Ma… ma… tu non puoi farlo!!! -
- Non solo
posso, ma lo sto già facendo. Anzi, per essere precisi ho
comprato i biglietti per l’aereo stamattina -
-MAI!!!!!!!!
-
L’urlo
di Tom fu di una potenza tale da far temere al povero David che gli
ultrasuoni avessero spaccato le finestre.
- Tom,
piantala di urlare! -
Ma il rasta
non sembrava intenzionato ad ascoltarlo:- NO CHE NON LA PIANTO!!!!!!!!
Tu vuoi mandarmi in un posta sperduto, in mezzo al nulla, senza acqua,
senza cibo, senza mezzi di comunicazione, abbandonandoci a noi stessi
in un posto pieno di schifosissimi insetti e belve feroci!!! E
poi…-
- Ma che
cazzo dici?!?!? Guarda che non vi sto mandando a fare un corso di
sopravvivenza nel deserto, vi sto mandando a fare una vacanza!! Un
po’ diversa dalle altre, certo, ma pur sempre una vacanza!!! -
- Una
vacanza non può essere una vacanza se siamo dispersi in un
luogo sconosciuto senza niente!! E soparttutto…-
- E
soprattutto cosa?!? - David stava cominciando a perdere la pazienza-
-
…e soprattutto senza una bella gnocca da scoparmi!! Cazzo,
in Australia ci saranno più foche che ragazze! -
- In
Australia non ci sono foche…- gli fece notare Georg.
- Appunto!
Con chi dovrei scopare secondo te, David? Con i canguri?!?!? -
Nella stanza
calò un silenzio sbigottito, mentre Georg si accasciava sul
divano, ormai rassegnato a dover passare una vacanza da uomo di
Neandertal insieme all’anello di congiunzione tra la scimmia
e l’uomo, ovvero Tom.
Gustav si
limitò a sospirare e a fissare il pavimento. Tanto erano
sempre gli altri a prendere le decisioni, non vedeva perché
in quell’occasione sarebbe dovuto essere diverso…
David,
invece, aveva ormai perso la pazienza - Riesci a pensare solamente al
sesso, eh, Tom? Solamente a quello? E non pensi a tuo fratello? I
dottori hanno detto che gli unici motivi per cui non canta sono
psicologici. Da quando ha fatto l’intervento ha paura,
è stressato, non sta bene. Ha BISOGNO di questa vacanza. E
non venirmi a dire che per tuo fratello non saresti disposto a passare
un mese senza rotolarti tutti i giorni con una ragazza a letto, anche
se sono sicuro che questo non accadrà, visto che uno come te
riuscirebbe a trovare ragazze da scoparsi perfino su Plutone!! -
Tutti
sapevano che Tom avrebbe scalato l’Everest a mani nude con
solamente un costume addosso se questo fosse stato necessario per far
star meglio suo fratello, ma lui non ci stava, non avrebbe mollato
così facilmente.
-
Assolutamente no! - esclamò il ragazzo - non rinuncerei al
sesso per nessun motivo al mondo, neanche per mio fratello!! -
Lui e David
si fissarono in silenzio, lanciando fulmini con gli occhi.
Ad un certo
punto un rumore di passi e una voce li fece girare tutti verso la
porta, dove si trovava Bill.
- Che
sta’ succedendo? - domandò il ragazzo con aria
assonnata.
Gli altri si
fissarono tra loro, poi David sospirò:- Nulla Bill, stavamo
solo discutendo, non ti preoccupare. Hai preso i sonniferi? -
Il cantante
scosse la testa:- No, ho mangiato da poco, e se lo prendo a stomaco
vuoto mi viene da vomitare…-
Da quando
aveva fatto l’intervento non era più il Bill di
prima. Viveva nella costante paura che la voce sparisse di nuovo, visto
che la sua era una malattia con tendenza recidiva, e il terrore di non
essere all’altezza delle aspettative che gli altri riponevano
in lui lo terrorizzava. Tom non ricordava l’ultima volta che
lo aveva visto sorridere. Forse era proprio quella la cosa che gli
mancava di più del fratello: il sorriso. Quel sorriso
stupendo che alleviava il dolore di chiunque lo ricevesse, quel sorriso
che faceva toccare il cielo con un dito alle fan che avevano la fortuna
di vederlo. Quel sorriso che ogni volta scaldava il cuore di Tom.
In quel
momento Bill indossava una maglia del gemello e i pantaloni della tuta,
aveva i capelli stropicciati attorno al viso, e due occhiaie profonde a
segnargli lo sguardo. Tom ebbe una stretta al cuore vedendo il fratello
in quelle condizioni.
Nel
frattempo, David aveva allungato al cantante una scatola con dentro dei
sonniferi:- Prendili, mi raccomando, hai bisogno di dormire -
Lui
annuì, poi fece per salire, quando una voce lo
bloccò:- Bill? -
Il ragazzo
si girò verso Tom:- Dimmi? -
-
Senti… tu… che ne diresti di una vacanza? -
Bill
sgranò gli occhi sorpreso:- Una vacanza? -
-
Sì, una vacanza, solamente noi quattro, io, tu, Georg e
Gustav. Che ne diresti? -
Il gemello
sorrise tristemente:- Mi dispiace Tom, ma proprio non mi và.
Ogni volta che andiamo da qualche parte, c’è
sempre uno stuolo di giornalisti e fan che ci seguono, non potrei
godermi un viaggio, mi dispiace. È meglio restare qui, tanto
le grida le sentiamo lo stesso, ovunque andiamo, no? -
Tom
cominciò a giocherellare nervosamente con l’orlo
della propria maglia:- E se fosse una vacanza in… in un
posto dove nessuno sa chi sono i Tokio Hotel? -
- Come? E
dove vorresti andare? -
- Ecco,
pensavo… magari… in Australia? -
Bill
aggrottò le sopracciglia:- Ma Tomi, a te non piace
l’Australia!!! -
“No,
infatti detesto quel cavolo di inferno deserto e pieno di schifezze
come animali selvatici e insetti velenosi, con quelle lunghissime
strade deserte senza neanche l’ombra di una bella ragazza per
chilometri e chilometri!!!”
Tom
si morse le labbra per impedirsi di pronunciare ad alta voce quelle
parole.
- Beh, in
fin dei conti non è poi tanto male. E poi, non hai sempre
detto che ti sarebbe piaciuto fare una vacanza solo noi quattro on the
road come semplici turisti in un grosso paese? -
Bill lo
fissava a bocca aperta, incredulo.
-
Tu… lo faresti per me? - balbettò.
- Certo,
Bill -
All’improvviso
Bill gli saltò addosso con tanto impeto da farlo cadere per
terra, abbracciandolo talmente forte che Tom temette gli si fossero
spezzate le ossa.
David gli
sorrise soddisfatto, lanciando a Tom uno sguardo come a voler dire
“Te l’avevo detto, no?”
“Grande
Tom, ti sei scavato la fossa da solo! Ti sei condannato a un mese
d’inferno e di atroci sofferenze!” si maledisse
mentalmente.
-
Graziegraziegraziegraziegrazie!!!!!!!!!!! Ti voglio tanto bene,
Tomi!!!!!! - urlò Bill, sorridendo radioso come un bimbo
piccolo e scoccandogli un bacio sulla guancia.
Beh,
pensò Tom, forse ne valeva la pena!
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-
Australia!!!!!!!!!!!!!!!!!!! -
Un urlo
agghiacciante tranciò di netto l’atmosfera di
equilibrio, pace e concentrazione che si era formato in quelle due ore
di prove ininterrotte nello studio di registrazione.
Strify,
spaventato, steccò in modo pietoso una nota di Silent
Scream, trasformando un LA perfetto nell’urlo di una
tredicenne, Yu fece una salto all’indietro, spaccando con il
peltro una delle corde della sua chitarra preferita, Luminor
sobbalzò, appoggiando le mani sulla tastiera cercando di non
cadere e producendo un suono orribile, mentre Shin si bloccò
con le bacchette a mezz’aria, facendo anche lui un salto
sulla sedia. Ovviamente, quella che all’inizio sembrava
essere una canzone eseguita perfettamente si trasformò in un
flop totale.
Dopo un
istante di sbigottimento, Strify si girò lentamente verso
l’essere che aveva lanciato quell’urlo disumano,
interrompendolo mentre cantava con la sua voce stupenda e facendolo
stonare in maniera vergognosa.
Kiro,
incurante del fatto che quattro sguardi assassini con le fiamme negli
occhi convergevano CASUALMENTE su di lui, rimase immobile con il basso
a mezz’aria, la bocca spalancata in un sorriso da ebete, lo
sguardo fisso in un punto indefinito di fronte a lui e gli occhi
luminosi e allargati sul suo volto come due palle da biliardo.
-
Kiro…- Strify si avvicinò al bassista,
improvvisamente preoccupato. Certo, che Kiro non fosse normale era
risaputo, che avesse qualche rotelle fuori posto era un fatto
incontestabile, ma se poi quell’essere eccessivamente
energico cominciava pure a drogarsi…
- Kiro? Stai
be…? -
Prima che
Strify potesse anche solo terminare la frase, una figura bianca e
indistinta gli saltò addosso, attaccandosi a lui e
stritolandolo con braccia e gambe e stampandogli un bacio sulla guancia.
- STRIFY,
SEI UN GENIO!!!!!!!!!! - gli urlò Kiro in piena faccia,
prima di staccarsi e sparire, lasciando davanti al cantante solamente
una nuvoletta e una scia di polvere degne di Speedy Gonzales che si
snodava fino alla porta da cui era sparito, mentre i capelli di Strify
erano schizzati all’indietro a causa dell’onda
d’urto, come se una mucca gli avesse appena leccato la testa.
Il silenzio
sbigottito che seguì fu interrotto solamente dal rumore
delle bacchette di Shin che cadevano a terra, mentre il ragazzo era
rimasto immobile con le braccia ancora a mezz’aria a fissare
il punto in cui Kiro era sparito.
- Uau -
esclamò Yu - cosa si è fumato Kiro stamattina? -
-
Quell’essere è un disastro per la quiete pubblica!
- esclamò Luminor lisciandosi i capelli con fare irritato.
-
STRIFY!!!!! - urlò Shin - NON TI AVEVO DETTO DI IMPEDIRGLI
DI BERE ANCORA LA VODKA?!?!? SONO SICURO CHE SEI TU CHE GLI HAI DATO IL
PERMESSO!!!! -
- IO?!?!? -
Strify era incredulo - Io non ho fatto niente!! Sono sicuro che non ha
bevuto niente, sono stato con lui tutto il tempo!! -
- Non
è vero, sicuramente ti sei lasciato convincere dalla sua
faccia da cane bastonato!! -
- Ma se ti
dico che io non ho fatto niente!!! - Strify cominciava a spazientirsi,
mentre tentava di riportare i capelli alla loro posizione normale.
-
Vabbè ragazzi, direi di prenderci una pausa, tanto senza
bassista non possiamo suonare! -
Visto che la
proposta avanzata da Yu non faceva una piega e che loro stavano
suonando ininterrottamente da due ore, decisero di prendersi una pausa,
e si diressero al bar.
“Bah,
chissà cosa gli passa per la testa!!!”
Dieci minuti
dopo, Strify si trovava con gli altri quattro la bar a bere una coca
cola, chiedendosi cosa avesse spinto Kiro a comportarsi in quel modo.
- Ma quando
torna? - esclamò - dobbiamo finire le prove, non possiamo
mica…-
-
STRIFYYYYY!!!!!!!!!!!!!!!! -
Kiro
spuntò all’improvviso alle sue spalle, urlandogli
il suo nome nelle orecchie e facendolo urlare di nuovo.
-
AAAAAHHHHH!!!!!!!! -
Ovviamente,
la lattina di coca cola gli cadde di mano, rovesciandosi sui suoi
pantaloni BIANCHI e sulla sua maglia preferita, ovviamente BIANCA anche
quella.
- Ma
vaffanculo, Kiro!!! Guarda che cazzo hai combinato!!!! -
Insensibile
alle varie maledizioni che gli venivano scagliate contro dal cantante,
Kiro prese ad abbracciarlo sventolando qualcosa tra le mani.
- Kiro!! -
Shin si
gettò addosso all’amico, staccandolo da Strify -
Ma che cazzo ti è venuto in mente? Dove sei stato?!?! -
Lui sorrise
radioso:- A farvi una sorpresa!!!! -
Le parole di
rimprovero morirono in bocca a Shin, mentre anche tutti gli altri
sgranavano gli occhi.
- Cosa?!?! -
- Esatto!!!
Era da un po’ che volevo farvi un regalo, poi Strify oggi
pomeriggio mi ha dato l’idea giusta con quella maglia
ridicola!! -
- Ehi!! La
maglia che tu definisci “ridicola” è la
mia preferita, e tu l’hai appena sporcata!! -
esclamò Strify, piccato.
Yu sporse la
testa per vedere la maglietta. Era una semplice maglietta bianca con
sopra un qualcosa di marrone.
-
Cos’è quell’affare marrone? Vomito? -
Strify lo
fulminò con lo sguardo:- È un canguro,
ignorante!! -
Shin
sgranò gli occhi:- Aspetta, non ci avrai mica regalato un
canguro?!?!?! - conoscendo Kiro, non sarebbe stata una cosa
così strana…
- Ma no! Per
chi mi hai preso? Mica potevamo portarcelo in tour, si sarebbe
stancato, poveretto!! -
Luminor
inarcò un sopracciglio, fissando Kiro:- Tu hai dei gravi
problemi psichici, essere -
- Io non
sono un essere!!! - Kiro era offeso.
Strify si
mise tra i due:- Insomma, facciamola finita! Cosa ci hai comprato,
Kiro? -
Lui sorrise
di nuovo, porgendogli quattro fogli di carta:- Questi!!! -
Shin fu
più veloce di lui ad afferrarli.
- Cosa? -
era incredulo.
Strify ne
approfittò per fregarglieli di mano. Quando vide di cosa si
trattavano non si trattenne:- BIGLIETTI AEREI PER
L’AUSTRALIA?!?!?!? -
Kiro
annuì, tutto contento:- Esatto!! Avevamo sempre detto che
avremmo voluto fare una vacanza tutti insieme, e ho pensato che un
viaggio in Australia solo noi quattro era l’ideale!! -
Gli altri lo
fissarono sbigottiti.
- Grande
idea, piattola!! -
Shin e
Luminor fissarono Yu, che aveva appena pronunciato quella frase.
- Beh, che
c’è? Una volta tanto che gli viene una buona idea
e che usa la testa in modo intelligente! -
- Peccato
che in questo momento sia TU a non usarla! Non che tu ti sforzi mai di
farlo, anzi ancora mi chiedo se sotto tutti quei capelli ci sia
qualcosa di funzionante…- esclamò Luminor
passandosi drammaticamente una mano sugli occhi.
Shin prese
parola:- Kiro… ti sei organizzato almeno? -
Lui
reclinò la testa da un lato:- In che senso? -
- Nel senso,
hai prenotato un albergo? Hai avvertito il manager? Hai fatto un
itinerario? -
Il bassista
sgranò gli occhi, poi li abbassò per terra -
Veramente no…-
Shin
alzò gli occhi al cielo:- Ecco, come pensavo! Fai sempre un
casino, qualunque cosa tu faccia! Come pensavi che ci saremmo mossi una
volta arrivati? -
- Con la
macchina! -
- E la
macchina come pensavi che l’avremmo portata? -
- Con
l’aereo! -
Il povero
Shin era sconvolto:- Perché, secondo te una macchina in
aereo ci entra?!?! No, basta, ora tu riporti indietro questi biglietti
e ti fai ridare i soldi! -
-
Strifyyyy!!!!!!!!!! - Kiro si appellò piagnucolando al
cantante della band, in cerca di supporto - ti prego! Ci tenevo tanto a
farvi una sorpresa!!!! -
Il
batterista sbuffò:- Avanti Strify, diglielo tu che non si
può fare! -
Strify non
rispose. Fissava Kiro.
“Oh
no” pensò Shin disperato.
Kiro stava
fissando il cantante. Con gli occhi spalancati. Le mani giunte in una
preghiera. Con quell’adorabile espressione da cane bastonato
che faceva sempre capitolare chiunque lo vedesse.
- Ti
preeegooo!!!!!! -
Strify
fissò Kiro, mordendosi un labbro.
“Avanti
Strify” si disse “mostrati severo e risoluto per
una volta! Non puoi mica cedere ogni volta che questo
adorabile… cioè, questo rompiscatole ti fissa
così!!”
Kiro,
intuendo i pensieri di Strify, sporse in fuori un labbrino, facendolo
tremare, mentre gli occhi cominciavano a luccicare e a riempirsi di
lacrime, mentre li sgranava sempre di più.
- Per
favore… - mugolò, tirando su con il naso.
Luminor
scosse la testa.
Yu si
sfregò le mani tutto contento.
Shin
sbatté la testa contro il tavolo.
Alla fine,
come previsto da tutti i membri dei Cinema Bizarre, Strify
capitolò:- Quando si parte? -
Ciaaoooooo!!!!!!!!
Ecco qui la mia nuova FF!!! Era da un po' che mi girava in testa, e
devo ringraziare Marika per questo, è lei che mi ha dato
l'ispirazione!! ^_^
Sei vi è
piaciuto fatemelo sapere, mi raccomando!
Kisses
Midnight Tears
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