MaYu amicizia

di stardust94
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MaYu 

amicizia

 

- odiami! è un sublime piacere portarti al esasperazione eh eh  -

con queste parole, il demone della follia rise uscendo dalla stanza.

aveva combinato un vero e proprio casino, una delle sue bravate che gli sarebbe come minimo costata una settimana di razioni gratis di Ramen ad opera del suo adorato "contenitore"

Yuro Raiko un ragazzo di appena diciassette anni, occhi di fiamma che incontravano quelli ghiaccio del demone, capelli neri come la notte, dalla quale l' ibrido angelo-demoniaco aveva preso il nome.

non riusciva ancora a credere, che quel' ragazzetto quel gatto randagio fosse l' unico a poterlo calmare l' unico che pareva essergli amico.

il demone del sangue, il demone assassino. o come lo definiva Yuro, il demone della follia, rise pensare alla faccia incazzata del moro era una guduria.

era un ragazzino impudente e testardo.

freddo e solitario, lo aveva salvato per capriccio solo un capriccio di un demone sanguinario dedito al suo principale divertimento.

alla fine il loro cosiddetto "legame" era solo un illusione.

divertirsi? perchè lui era un demone millenario.

non aveva atro modo per vivere se non essere quello che era sempre stato " un vero e proprio stronzo"

e quella volta si era superato.

aveva pianificato ogni dettaglio con cura, aspettava il momento giusto.


1..2...3...4...678..679...

- HEI YUROOOO! -

lo sbattere della porta e l' ultima tessera cadde rumorosamente con lei anche tutte le altre.

Yuro era immobile in ginocchio e dava le spalle a Masaru, si alzò trattenendo quella che agli occhi del demone era chiaramente aura omicida.

- tu..- cominciò a dire il moro con un tono gelido più dello stesso demone.

- ti consiglio Masaru..di cominciare a correre.. -

diede un pugno al muro provocandosi una ferita quasi invisibile, aveva un ghigno malefico dipinto in faccia.


-- perchè se ti prendo..STAVOLTA TI AMMAZZO!!! -

ed ecco come finiva un altra giornata di Yuro e Masaru.

il demone che correva evitando i fendenti di spada del moro e poi stanchi se ne stavano sotto un albero di ciliegio a guardare le nuvole.

in fondo anche questo voleva dire essere amici.

 

 

 





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