Portami via

di Luce92
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Buongiorno, eccomi qui. La descrizione dice già abbastanza della storia quindi non mi dilungherò su altri dettagli, voglio che la scopriate passo dopo passo, capitolo dopo capitolo.
Come si è ben capito il tema principale è la forza che ogni donna ha dentro di sé. Una forza unica, capace di sconvolgere il mondo. A dispetto di quanti possano volerci buttare giù siamo donne e continueremo a rialzarci.
Sempre e comunque.

 
Prologo
 
Finalmente la porta si chiuse.
Dentro vi rimasero le grida, le lacrime e il dolore. In quel momento nient’altro poteva scalfirla.
Abbassò lo sguardo sulle dita macchiate di un colore che stonava troppo con la sua pelle diafana e si sentì, per la prima volta dopo tanto tempo, libera.
Camminò verso il bagno, la testa che galleggiava lontano da tutto ciò che la circondava, lontano dalla casa che era stata sua per quasi cinque anni. Aprì il rubinetto e fece scorrere l’acqua finchè nn la sentì tiepida. La ceramica bianca del lavandino divenne rossa e lei sentì scivolare via, insieme al sangue e all’acqua, quello che era successo poco prima.
Sentì qualcosa infondo allo stomaco, un pugno, un conato, si voltò verso il gabinetto e non potè fare a meno di vomitare, il sudore le imperlava la fronte, la mente ancora troppo lontana.
Posò una mano ancora umida sul ventre gonfio e non riuscì a sorridere come era solita fare, riuscì solo a sospirare e improvvisamente iniziò a piangere lasciandosi cadere sul pavimento piastrellato del bagno. Si sentiva soffocare dalle lacrime, dai singhiozzi che la scuotevano e la facevano rabbrividire. Le lacrime continuavano a bagnarle le guance e non riusciva a fermarle, nella sua testa c’era solo buoio, disperazione, ansia. I capelli le ricadevano intorno al viso, più lunghi di quanto li avesse mai avuti. Se ne rendeva conto solo in quel momento e si sentì una sciocca a pensare ad una cosa simile proprio in quella circostanza.
Cosa doveva fare? Chi avrebbe potuto aiutarla?
Infilò una mano in tasca e prese il cellulare componendo il numero dell’unica persona che le venne in mente e sperò con tutta sé stessa che l’avrebbe aiutata in qualche modo ad uscire da quell’incubo.
Al secondo squillo finalemente rispose “Sofia?” disse solo e lei si sciolse di nuovo.
Il buco che aveva nel petto divenne improvvisamente caldo e accogliente ma le lacrime non si erano ancora fermate. Singhiozzò e sentì un fremito all’altro capo del telefono “Stai bene?”
“No…” disse lei cercando regolare il tono della voce “ho bisogno di aiuto” disse solo e riangganciò.
 
Bene ecco il prologo, so chèe può sembrare davvero breve ma tutto ha un perché.
Vorrei solo dirvi che questa è una storia a cui tengo molto e mi farebbe piacere avere una vstra opinione, quindi grazie in anticcipo a tutti coloro che recensiranno.
P.s. avrei bisogno di un piccolo aiuto con la copertina!

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 




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