The Door

di Zeranzo
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Intorno a lui c’era il labirinto. C’era sempre stato, non era una novità. Anche prima della costruzione del puzzle, è esistito quel labirinto. Serviva a contenere il segreto di quel Puzzle, insieme alla memoria dello spirito che vi era custodito dentro. Dal momento che era lì dentro, aveva cercato la fatidica stanza, ovviamente senza mai riuscirci. Questa stanza era troppo nascosta per poter essere trovata. Aveva passato il tempo così,dal momento che non poteva fare altro. Aveva aperto molte porte ormai.
C’era però una porta stranissima: quanto più tentava di aprirla, quanto più rimaneva bloccata. Si era interrogato a lungo sul motivo per cui stava chiusa. Non aveva motivazione per esserlo. Che fosse quella la stanza famosa? Non ne aveva idea. Ma non ritenne giusto che tutte le porte gli fossero precluse. Dopo un po’, la abbandonò e tornò alla ricerca della stanza. Tuttavia, talvolta, i suoi pensieri tornavano a quella porta; qualche volta diventava ancora più misteriosa della stanza che stava cercando.
Finché un giorno quella porta si aprì, risucchiandolo dentro. Quando uscì, capì finalmente quale era la sua missione… Aveva punito un ragazzo perché abusava della sua forza sugli altri, chiamandola giustizia. Aveva capito quale era il suo scopo: era un Giustiziere. Punì quel ragazzo; poi tornò dentro il labirinto. Ma adesso non cerca più la stanza; sta aspettando davanti alla porta chiusa, in attesa che si apra di nuovo. Per portare la propria giustizia. La giustizia delle Ombre. Che male c’è a punire i malvagi? Oltretuttto, il giudizio lo davano le ombre attraverso i giochi. I giochi riflettono i peccatori e li punisce. Che male c’è a eliminare i malvagi? Lui lo faceva uccidendo, facendo impazzire, mandandoli in coma… non c’è niente di strano, no? Perché questa è la sua giustizia, la giustizia delle Ombre. Chiunque commetta peccato faccia penitenza e muoia! Questo è il destino di chi compie azioni malvagie. Dopotutto, non era colpa sua se loro infrangevano le regole…




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