Shinigami Gaiden - I Tre Shinigami

di Xephil
(/viewuser.php?uid=782608)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Capitolo 1: Allenamento
 
La radura tra gli alberi all’esterno della Soul Society era scossa dalla violenza del duello. I due Shinigami si scambiavano colpi su colpi con le loro Zampakuto, muovendosi con continui Shumpo per rendere più difficile all’avversario il tenere d’occhio i propri movimenti. Anche se ormai erano passate alcune ore dall’inizio del loro consueto allenamento, Keishin e Meryu continuarono a combattere con energia costante, senza darsi tregua.
“Che ti prende? Non sai fare di meglio?” esclamò Keishin in tono provocatorio. “Vuoi che usi solo la mano destra per facilitarti?”
Keishin Akutabi. Terzo Seggio della Quinta Brigata. Uno Shinigami con vivaci occhi bruni e i capelli castani lunghi quasi fino alla base del collo, lisci ad eccezione della fronte dove formavano una frangia dalle numerose punte, alto e robusto con una piccola cicatrice sopra l’occhio sinistro che andava dalla fronte allo zigomo e una personalità a dir poco combattiva ed energetica, sempre pronto allo scontro.
Tuttavia Meryu, come sempre, rimase impassibile.
Meryu Kitayama. Terzo Seggio della Seconda Brigata. Uno Shinigami di poche parole che preferiva i fatti alle parole, talvolta freddo ma anche determinato, con lisci capelli argentei tirati all’indietro, un corpo muscoloso e ben allenato, penetranti occhi grigi che non lasciavano mai trasparire le proprie emozioni e una maschera nera perennemente alzata a coprire la metà inferiore del suo volto.
Dopo qualche altro minuto, Keishin riuscì a sferrare un fendente ascendente che colpì la guardia della spada di Meryu sbalzandogliela di mano.
“Sai, ti consiglio di migliorare nel Zanjutsu!” commentò Keishin con un ghigno. Menò poi una stoccata verso il petto dell’avversario per finirlo, ma Meryu schivò l’attacco spostandosi di lato e con un movimento fulmineo gli afferrò e bloccò il braccio armato, per poi colpirlo all’addome con una serie di pugni e con una ginocchiata sul gomito che lo costrinse a lasciare la Zampakuto.
“E io ti consiglio di fare più esercizio con l’Hakuda!” fece Meryu in rimando.
Rantolando dal dolore, Keishin ruotò su se stesso liberandosi e sferrò un calcio allo stomaco del rivale; Meryu fu spinto indietro dal colpo, ma recuperò in fretta e si scagliò di nuovo all’attacco. I due duellanti si fronteggiarono per alcune decine di secondi con una serie di attacchi di arti marziali, poi scontrando i pugni si allontanarono con uno Shumpo e recuperarono le rispettive Zampakuto. A quel punto, nello stesso istante, i due decisero di rilasciare lo Shikai.
“Avvolgi il mondo nelle fiamme, Hikami!” gridò Keishin.
“Punisci tutte le ingiustizie, Hayabusa!” disse Meryu.
La Zampakuto del primo si divise in due spade katana nere dalla lama lunga e dritta solcata da venature rosse e con tre piccole punte sulla parte smussata; la guardia aveva la forma di due ali, sul fondo di ciascun impugnatura era incastonata una sorta di pietra rossa ed era attaccata una catena che si avvolgeva sulle braccia dello Shinigami. Quella del secondo, invece, si trasformò in due argentei guanti da combattimento metallici con due punte su ogni nocca, delle quali una era diretta verticalmente rispetto al dorso della mano, mentre l’altra spuntava dallo spazio fra una nocca e l’altra e puntava in direzione orizzontale; sulla parte che rivestiva l’avambraccio, inoltre, era raffigurato un falco con le ali tenute chiuse da delle catene legate e sostenute da un anello situato proprio sulla schiena dell’uccello.
A quel punto i due avversari si attaccarono nuovamente spiccando un balzo per colpirsi a mezz’aria. Ma nell’istante in cui furono sul punto di scontrarsi una nuova voce risuonò nell’aria: “Scatena la tempesta, Sabaku No Hana!”
Un attimo dopo Kaisui, la sorella di Meryu, comparve in mezzo a loro e la sua Zampakuto prese la forma di un enorme falce rilasciando nel contempo una violenta esplosione d’aria che scaraventò a terra entrambi i duellanti, colti di sorpresa.
“Ha! Se vi fate sorprendere così facilmente mi chiedo quanto vi ci vorrà per diventare Luogotenenti” commentò Kaisui in tono canzonatorio. “Vi bastano duecento anni? E Capitani? Forse un millennio…”
Kaisui Kitayama. Luogotenente della Prima Brigata. Una Shinigami molto bella di aspetto e dal fisico snello ma allenato, formoso ma non troppo, con profondi occhi verde scuro e capelli castani lunghi e lisci e un carattere complesso, a volte simile al fratello, altre all’amico, ma del quale spiccavano soprattutto la perseveranza, il coraggio e la lealtà.
Visibilmente infastidito dall’interruzione e dai suoi sarcastici commenti, Keishin disse: “Ahah, davvero molto spiritosa. A proposito, visto che tu invece sei già una Luogotenente, perché non provi quanto sei brava?” E si lanciò contro di lei roteando ad alta velocità Hikami.
“Ehi, quanta ostilità! Calmati!” esclamò Kaisui bloccando il suo attacco.
“Che ti prende? Non hai più tanta voglia di parlare, signorina Luogotenente?” replicò Keishin beffardo sferrando nuovi assalti.
“Proprio degno di una Zampakuto di fuoco! Testa calda!”
Mentre si scontravano, Meryu scosse la testa limitandosi ad osservarli e ad assumere un’espressione esasperata; poi con un piccolo sorriso s’aggiunse anche lui a quella lotta nella quale tutti erano diventati potenziali avversari. Poco tempo dopo i tre, sfiniti dall’allenamento, si sdraiarono all’ombra di un albero per riposare.
“Bella lotta” fece Keishin ansimando. Poi scherzosamente aggiunse: “Ma la prossima volta che riprovi a interromperci, ti brucio il distintivo.”
“Si certo, come no. Così vi ho anche provato che sarebbe successo se un nemico vi avesse attaccato.. Dovreste tenere più alta la guardia” ribatté Kaisui con un ghigno.
A quel punto fu Meryu a intervenire: “Su questo hai ragione. Però, in effetti, non ci riprovare più.”
Il suo commento sorprese Keishin. “Ma guarda: per una volta anche tu ti sei infastidito!” esclamò ridendo.
Meryu sorrise. “Si, ma solo perché stavo iniziando a prevalere. Tutto qui.”
“Figurati! Sei lontano secoli dal battermi!”
“Finitela tutti e due” li interruppe Kaisui lanciando a entrambi una mela. I tre amici passarono così alcuni minuti riprendendosi dalla fatica e gustandosi la frutta.
A un certo punto Kaisui rivolse agli altri due una domanda: “Avete sentito di quegli ryoka che hanno provato a violare la Soul Society?”
“Solo alcune voci prima di venire qua” rispose Meryu. “Mi hanno accennato che hanno cercato di violare il Cancello ovest, ma sono stati respinti. Chi erano?”
“Non li conosciamo, ma uno di loro era molto simile a uno Shinigami e possedeva un grande potere. Sembra sia riuscito addirittura a sconfiggere facilmente il guardiano del Cancello Jidanbo Ikkanzaka.”
“Avevo percepito una reiatsu simile alla nostra” intervenne Keishin, “ma non credevo che appartenesse a uno ryoka.”
“Se ha sconfitto Jidanbo, chi li ha respinti allora?” domandò Meryu.
“Gin Ichimaru, probabilmente” gli rispose Keishin. “Prima ho sentito la sua reiatsu alzarsi di colpo da quella zona.”
Meryu assunse un’espressione disgustata al pensiero del Capitano della Terza Brigata, uno Shinigami con corti capelli d’argento e un perenne sorrisetto inquietante che gli dava un’aria decisamente poco raccomandabile. “Lui? Dovevano essere pericolosi se è intervenuto anche quel serpente.”
Mentre discutevano, Keishin si portò una mano alla cicatrice sopra l’occhio.
“Hai qualche brutta sensazione?” gli chiese Meryu sapendo bene cosa significava quel gesto.
“No, direi di no. Anche se erano ryoka non mi sembra che fossero così pericolosi…”
Toccandosi ancora la cicatrice Keishin non potè non ripensare a quando se l’era procurata, il giorno in cui aveva rischiato di morire e in cui aveva conosciuto la sua Zampakuto, Hikami…
Meryu lo riscosse dai suoi pensieri: “Tutto ok?”
“Si, tutto a posto. Ho vagato un po’ troppo coi pensieri e ho finito per ripensare a quando ho conosciuto Hikami e ho ricevuto questa cicatrice. Per fortuna il Capitano Kuchiki ci ha aiutato o avremmo potuto non farcela. Devo la vita a quell’uomo.”
“Sei stato fortunato. Se non avessi liberato la tua Zampakuto, probabilmente saresti morto.”
“Si, ma la mia ora è ancora lontana, fidati!” Sottolineò la frase con un ghigno.
Meryu sorrise per poi alzarsi. “Ora scusate, ma devo tornare alla mia Brigata. Le Unità Mobili Segrete dovranno aggiornarmi sulla situazione.”
Kaisui si tirò in piedi a sua volta. “È meglio che anch’io torni ai miei doveri di Luogotenente” disse. “Non voglio che il Capitano-Comandante Yamamoto dubiti del mio impegno.”
Keishin annuì. “Vi capisco. Vado anch’io. Forse il Capitano Aizen potrà dirmi di più su quei ryoka.”
I tre amici si salutarono e tornarono al Seireitei prendendo ognuno la propria strada.


Note:
Hikami = dio del fuoco
Hayabusa = falco pellegrino
Sabaku No Hana = fiore del deserto

Spero che questi personaggi vi abbiano incuriosito e li abbiate apprezzati:) li ho creati con l'aiuto di altri due miei cari amici secondo il nostro ideale di Shinigami (il mio personale è Keishin) e io, personalmente, li ritengo ben riusciti. Se avete apprezzato, recensite e seguitemi al prossimo capitolo! Grazie!




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2926862