Notte di ghiaccio

di Frida Rush
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Da quando vivevano insieme, Jack aveva imparato a conoscere le abitudini del suo oscuro e misterioso compagno. Pitch era un uomo dal carattere schivo, che raramente si apriva agli altri e inoltre aveva orari e abitudini strane. Amava dipingere, per esempio, riportare sulla tela le sue emozioni, i suoi sentimenti, che quasi sempre erano tristi e bui, tanto che la bianca stoffa veniva imbrattata di colori molto scuri. 
Jack amava guardarlo dipingere, amava restare sveglio fino a tarda notte per osservare le sue mani grandi e affusolate che maneggiavano con cura i pennelli, le dita sottili che sfumavano i colori creando effetti mozzafiato, e così fu anche quella notte.
Frost se ne stava seduto dietro Pitch che era così intento a dipingere che quasi non si accorse della sua presenza. I colori macchiavano velocemente la tela, apparentemente senza dare forme precise. Una base azzurra e bianca, nero, blu, bianco e ancora nero. Il ragazzo non ci mise molto a capire che si trattava di un paesaggio notturno innevato. 
Avevano spesso discusso sui loro nomi, sul fatto che richiamassero l'uno il gelo e l'altro l'oscurità, tanto che Pitch, durante una fredda serata d'inverno, aveva pronunciato una frase che era stata amata dal giovane: niente si sposa meglio con il freddo, dell'oscurità. 
Pitch si voltò verso l'amato, interrompendo per un momento il suo lavoro, e gli rivolse un sorriso tenero e carico di emozioni, un sorriso che rivolgeva a lui e a lui soltanto, e sussurrò lentamente "non trovi anche tu, Jack, che niente si sposa meglio con il freddo, dell'oscurità?" 
Jack considerò quella frase, in quel contesto, con quel quadro davanti, la migliore dichiarazione d'amore mai ricevuta.




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