I
personaggi non mi appartengono ma sono di proprietà di Jonathan
Nolan e di chi altri ne possiede i diritti. Non scrivo a scopo di lucro.
IN REALTÀ CI STO SOLO
PER IL CANE
"In realtà ci sto
solo per il cane"
Veramente Shaw?
La prima volta che hai visto questa bambina, lo stupore si è
disegnato sul tuo volto per pochi
secondi, prima che tu riprendessi il controllo delle tue emozioni e
celasti tutto ciò.
All'inizio hai creduto che fosse facile raggirarla, d'altronde
è solo una bambina, no? Ma ti sei
dovuto ricredere subito, appena lei ti ha rivolto la parola.
"È l'agente
Cross che si occupa del mio caso"
Credeva forse che ti avrebbe presa in contropiede? Ti credeva
così sprovveduta? Non sa con
chi hai che fare la ragazzina. Ti è bastata un attimo per
capire che stesse mentendo.
Alla fine lei, non si cura più di tanto di te e prende la
via della porta, e tu non puoi che lasciarla
andare, troppe poche informazioni. Lasci anche tu l'appartamento dopo
un veloce ultimo
sguardo al suo interno e al suo occupante.
In che casino ti ha cacciato questa volta Finch? O meglio in che casino
ti sei cacciata tu, Shaw?
Segui la bambina a debita distanza, come ti hanno insegnato, come hai
fatto per anni quando
lavoravi per il Comando. Marciapiedi opposti, profilo basso,
occhi fissi sul bersaglio ma
attenta ciò che ti accade attorno, attenta al minimo
pericolo. Sei invisibile ... ma
che ..!?
"Che razza di bambina
usa le tecniche di elusione!?"
Senti i commenti divertiti di John, ma come ha fatto a vederti!? Siamo
sicuri che sia solo una
bambina? È troppo sveglia, troppo .... strana!
È la prima volta che incontri una bambina così,
una bambina che si comporta da adulta ma che
resta pur sempre una bambina, tra l'altro è pure in
pericolo, altrimenti tu non saresti lì.
Non fai in tempo a finire di voltarti per seguire le nuove indicazioni
di Finch che le urla di Jen
ti arrivano distinte alle orecchie e il tuo corpo scatta, senza
esitazione.
Recuperi in fretta Jen e la porti al sicuro, il più lontano
possibile dai russi. John ti sta coprendo
le spalle ma quando stai per andare in suo aiuto, arriva la voce del
capo che ti intima di tenere
al sicuro la bambina.
Siamo d'accordo sul salvarla ma non sul farle da baby-sitter!
Il tono di Finch anche se pacato non lascia molto spazio alle repliche.
Così trovi un buon
angolo dove vedere l'arrivo di eventuali aggressori e che
contemporaneamente vi protegga dai
loro proiettili.
Il tuo corpo, la tua mente sono concentrati sul pericolo, non esiste
nient’altro. Siete solo tu, la
pistola e ciò che si scontrerà con essa; quando
senti qualcosa sulla tua spalla. Ti volti
infastidita.
“Volevo vedere
se eri un robot”
Un attimo per metabolizzare le sue parole, il tuo sguardo la dice lunga
su quanto ancora potrai sopportare la bambina, però forse in
fondo potrebbe avere ragione, vero
Shaw?
D’altronde non è la prima volta che qualcuno ti
dice che sei priva di emozioni.
“Lei
è diversa vero? Tecnicamente abile, incredibilmente
calma”
Così ti definirono all’ospedale durante il tuo
lavoro, non ti scomponevi mai, nemmeno di fronte la morte, e per questo
facevi bene il tuo lavoro con l’ISA. Essere priva di emozioni
non ha mai rappresentato per te un ostacolo ma bensì
più un vantaggio, gli altri si fanno dominare da emozioni
inutili, tu no.
Ma perché ora ripensi a tutto questo? Perché ti
stai distraendo? Perché stai perdendo il controllo della
situazione?
Senti i loro passi e ti innervosisci ancor di più di non
poter sparare qualche colpo quando Jen non fa altro che tormentarti con
le sue domande. Più che spaventata ora sembra eccitata!
Questa bambina è davvero strana! Nonostante tu taccia
esasperata, lei continua imperterrita con le sue domande e interpreta i
tuoi silenzi a modo suo.
Alla fine lei arriva alla fatidica domanda che tutti prima o poi fanno
a John, quando interpreta il cavaliere senza macchia e senza paura.
"Cosa siete?"
Cosa le rispondi ora? In realtà nemmeno tu conosci la
risposta a questa domanda ma di certo Jen non si scoraggia e comincia a
elencare agenzie su agenzie.
Ma quando diamine arriva John!? Questa è una situazione in
cui mai avresti voluto ritrovarti, se anche gli incarichi futuri
saranno così, forse un lavoro così è
meglio perderlo che trovarlo.
Alla fine le riveli uno dei motivi che ti ha spinto ad accompagnarti a
quei due che sono
comparsi all'improvviso nella tua vita.
"In realtà ci
sto solo per il cane"
Già, il cane. Lui è stato l’unico che
ti ha conquistato subito, l’unico che ti ha capito veramente
fin
dal primo momento, d’altronde non ti ha mai ringhiato o
attaccato. Rapportarsi con gli animali talvolta è molto
più semplice che farlo con gli essere umani.
Senti delle voci, sono vicini. Devi portare via Jen ma lei ti sorprende
ancora una volta, ti porta
nel suo rifugio.
Resti meravigliata, questo devi ammetterlo; ha proprio un bel lavoro di
cablaggio, forse diventerà una brava spia, forse potresti
darle qualche consiglio. Fra qualche anno.
“Perché
sei così? Non provi paura?”
“Né
gioia, tristezza, solitudine. Provo rabbia, ok. Questo è
tutto”
“Cosa ti
è capitato?”
“Sono sempre
stata così. Da che mi ricordi.
Avevo più o
meno la tua quando ho scoperto che ero diversa”
Ricordi perfettamente come eri alla sua età, per quanto
possano essere nebbiosi generalmente i
ricordi d’infanzia, anche tu ricordi poche cose, ma le
ricordi perfettamente. Il tuo carattere
chiuso, un’armatura creata fin da bambina per proteggersi
dagli altri bambini quando arrivavi in
una nuova scuola, al seguito da tuo padre. Non piangevi mai, nemmeno
quando morì tuo padre,
e quello lo ricordi bene. Ricordi bene l’incidente, il viso
scuro del pompiere che ti ha tirato
fuori dall’automobile ribaltata. Ricordi il suo
stupore quando tu non piansi mai. Ma per te era normale, era sempre
stato normale.
Non hai mai ricordato così a lungo qualcosa, questa bambina
ti fa uno strano effetto.
All’improvviso i tuoi sensi scattano, odore di gas, vi hanno
trovato anche qui!
Questa storia sta diventando sempre più irritante, non ti
è mai piaciuto interpretare la parte del
topo.
Scappi con Jen ma tutto diventa nero. Ti svegli al buio, riconosci
subito il bagaglio di una macchina, ben fornito però.
Sprovveduto chi ti ha lasciato qualcosa per liberarti e colpirlo quando
apre la porta del bagagliaio.
Chiami Finch, devi sapere dove è Jen ora. È
importante per te ora, ma lui ti dice di andare da un medico, ti
liquida, non puoi tirarti indietro ora, è diventata una
questione personale, una questione a cui tieni, si, lo hai ammesso,
comincia a starti simpatica quella bambina, anche se un po’
troppo petulante.
Prendi tu l’iniziativa, hai sempre lavorato da sola,
lavorerai anche ora con le tue regole. Ti dirigi dal cugino, non
è un problema farlo parlare e così arrivi ai
russi e anche qui non è un problema farli parlare,
dovrebbero prendere gorilla migliori se basta una donna a stenderli.
Alla fine è Finch a darti l’ultimo indizio che ti
porta Jen, forse dovresti chiedergli scusa alla fine di questa storia.
È questa storia è finita adesso, Jen è
al sicuro, ora c’è qualcuno che si
occuperà di lei e tu conserverai un bel ricordo di lei, ti
ha fatto riflettere molto l’incontro con questa ragazzina,
soprattutto le sue ultime parole:
“Non
è che non hai emozioni è che il volume
è troppo basso, come i suoni su un vecchio nastro, le voci
sono lì, devi solo ascoltarle”
Ti lascia senza parole, che sia riuscita davvero a capirti? Che sia
riuscita dove molti hanno fallito? L’abbracci al meglio di
quanto puoi, non sei ancora pronta per queste cose, ma puoi lavorarci
su, col tempo.
La vedi allontanarsi e anche tu ti volti e te ne vai, Finch ti
affianca, dovresti chiedergli scusa, ricordi Shaw? Anche
perché sei ancora senza un lavoro e questa è
l’unica offerta che hai ricevuto ora.
E lui non finisce mai di stupirti, il lavoro te lo offre
perché hai infranto le regole, comincia a piacerti questo
lavoro.
“Per quella
cimice nella mia biblioteca …”
“Non
l’hai ancora trovata, eh?”
Resti comunque una brava spia Shaw.
Chissà se John sarà all’altezza e
riuscirà a trovare la tua cimice, .... vedremo ..
Note Autore:
Già da un po' di tempo avevo scritto questa storia su
Sameen, ma continuavo a rileggerla e rileggerla, a modificare, ma
sempre solo qualche virgola, pronome, poche cose. Non mi decidevo mai a
pubblicarla perchè non mi convinceva (e non mi convince
tutt'ora) del tutto; siccome però mi sono stufata di
rimandare e nel timore che restasse sepolta nella cartella del pc, ho
deciso di rischiare, ed eccola qui.
La one-shot tratta della puntata 3x05
- La conversazione, dove si scopre un po' di
più sul passato di Shaw e il suo nome. Non è
stato facile scrivere questo perchè Shaw è un
personaggio complesso e spero di non essere andata troppo OOC.
Grazie a chiunque passerà di qui, leggerà e/o
commenterà! ^_^
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