Buongiorno!
Eccomi ad aggiornare con il ritardo annunciato e di cui mi scuso ancora.
Riguardo al capitolo, anche oggi vi chiedo di spendere due minuti e
leggere le note finali che scriverò. Mi sembra importante
sottolineare un aspetto della storia che il capitolo di oggi pone
abbastanza in evidenza.
Ora vi lascio alla lettura.
BF
PS - Il brano che troverete in apertura è un passo famoso di
"Romeo e Giulietta". Lo avreste sicuramente capito lo stesso,
però era giusto citare comunque la fonte.
Nessuno
ha mai detto che sarebbe stato facile
E' così un peccato dividerci
Nessuno ha mai detto che sarebbe stato facile
Nessuno ha mai detto che sarebbe stata così dura
Portami indietro all'inizio
"The Scientist - Coldplay"
- Ma quale luce irrompe da quella
finestra lassu? Essa è l'oriente, e Giulietta è
il sole. Sorgi, bel sole, e uccidi l'invidiosa luna già
malata e livida di rabbia, perchè tu, sua ancella, sei tanto
più luminosa di lei. Non servirla, se essa ti invidia; la
sua veste virginale e d'un colore verde scialbo che piace solo agli
stupidi. Gettala via! Ma è la mia dama, oh, è il
mio amore! Se solo sapesse di esserlo! Parla eppure non dice nulla.
Come accade? E' il suo sguardo a parlare per lei, e a lui
risponderò. No, sono troppo audace, non è a me
che parla. Due delle più belle stelle del cielo devono
essere state attirate altrove e hanno pregato gli occhi di lei di
scintillare nelle loro orbite durante la loro assenza. E se davvero gli
occhi di lei, gli occhi del suo volto, fossero stelle? Tanto splendore
farebbe scomparire le altre stelle...
- Edward... se ti facessi una
domanda un pò... bè diciamo
"scomoda"... ora avrei qualche possibilità in più
che tu
mi rispondessi sinceramente?
Accoccolata sul mio petto, Bella aveva interrotto la mia lettura ad
alta voce, sollevando il viso per
cercare il mio sguardo e facendomi subito perdere nella
profondità del suo.
Mi era sembrato ancora una volta impossibile il poter essere
lì
con lei, di nuovo intento ad aiutarla nello studiare o almeno a
provarci, ma con
un'intimità
del tutto diversa da quella che c'era stata in passato tra di noi,
quando lei era
stata solo la mia "sorellina".
Come ancora mi sembrava
impossibile
che fossi stato così folle da farmi strappare quella
promessa
soltanto qualche ora prima...
- Penso che mi impegnerei a farlo.
Sicuramente a rendermi tale erano state anche le circostanze che si
erano venute a creare la scorsa notte, quando la comparsa di quei due
vampiri mi aveva reso certo che i Volturi ci avessero voluto
lanciare il chiaro segnale che non avevamo la loro piena fiducia sul
fatto che avremmo tenuto fede al nuovo accordo.
- Bene.
Mi era venuto spontaneo sorridere davanti alla soddisfazione dimostrata
per la mia risposta, perchè mi era sembrata la versione
più adulta della Bella che aveva sempre saputo di poter
esercitare un elevato grado di persuasione su di me.
In passato era stato per ottenere aiuto davanti a qualche permesso
negato da Esme o Carlisle, ora, ovviamente, per ottenere quelle
risposte che prima le avrei sicuramente negato.
- Che aggettivi useresti per descrivere gli anni passati lontano da me?
Me ne bastano tre, uno per anno.
Mi ero impercettibilmente rilassato, perchè nel mio
inconscio
avevo temuto che mi volesse porre una domanda davvero molto
più
"scomoda".
- Vuoti, freddi e bui.
Nel frattempo si era messa a sedere, le gambe incrociate e il busto
leggermente piegato in avanti verso di me, forse per assecondare quel
bisogno che
sentivo sempre anch'io di non essere mai troppo distanti l'uno
dall'altro.
Solo che se prima a provocarlo era stato solo il mio istinto di
protezione, adesso si era unito anche un forte senso di possesso che
spaventava me per primo.
- Perchè bui?
Non ero riuscito a trattenermi e le avevo posato una mano sulla
guancia. Lei aveva reagito strusciandola appena sul mio palmo,
trasformando così quel contatto in una carezza leggera.
- Perchè tu hai sempre illuminato l'oscurità che
mi porto dentro.
Ero stato più che sincero con quella risposta.
Bella era il sole ed io
il pianeta inesorabilmente attratto dal suo calore.
- Allora perchè mi hai lasciato?
- Perchè era la cosa più giusta che potessi
fare...
L'avevo vista sforzarsi di non lasciar trapelare le sue emozioni, ma un
lampo di frustrazione era passato comunque nel suo sguardo.
- Ma poi sei tornato... perchè?
Perchè,
perchè, perchè... ero
certo che fossero tutti quei perchè accumulati in quegli
anni di
lontananza, mentre anch'io cercavo di rispondere invano a quelli che
tormentavano me.
- Perchè sono un essere meschino.
- Edward!
Si era raddrizzata di scatto, fulminandomi con uno sguardo che avrebbe
reso orgogliosa Rosalie, tanto era stato micidiale.
- Non permetterti più di dire una cosa del genere di te
stesso!
Il fuoco che le aveva colorato le guance l'aveva resa più
desiderabile di quanto già non lo fosse ai miei occhi, e
questo
mi aveva fatto sentire ancora di più il peso della
responsabilità che gravava sulle mie spalle.
Sarei riuscito davvero
ad assaporare
la felicità che solo con lei avrei potuto avere e poi
trovare la
forza di lasciarla andare comunque?
- Non ho mai pensato di te che lo fossi... nemmeno quando
ti ho odiato davvero... o meglio... quando ho tentato di odiarti
davvero...
L'avevo intuito che quell'ammissione doveva esserle costata parecchio e
proprio per questo ciò che aveva significato mi aveva
costretto
ad un maggiore controllo su me stesso.
Sapere quanto fosse
grande il suo amore per me disarmava la mia lucida
razionalità.
-
In effetti mi è giunta voce che dicessi cose molto poco
carine sul mio conto...
Rifugiarmi nell'ironia mi era sembrata una buona scappatoia, anche se
temevo che sarebbe stata di breve durata.
- E forse ti hanno risparmiato le peggiori.
Per un attimo avevo rimpianto quei momenti in cui una conversazione del
genere ci avrebbe portato solo nella direzione di un prendersi in giro
sempre più giocoso e senza altri fini, mentre ora era solo
il
mezzo per rimandare delle verità difficili da gestire.
- Tipo?
- Che i tuoi piedi emanavano un odore sgradevole in realtà...
E aveva rivolto lo sguardo verso i miei piedi nudi, fingendo di doversi
tappare il naso.
- Una terribile verità per un ragazzo così
bello...
Era riuscita a strapparmi una risata sincera, perchè Bella
sapeva essere così, anche imprevedibilmente buffa e
spiritosa.
- Bè, credo di aver sopportato di peggio io... ti devo
ricordare
quando da bambina Esme ti doveva costringere ad entrare nella vasca da
bagno? Le volte che riuscivi a scamparla, era il
sottoscritto che si doveva tappare il naso per starti vicino lo
stesso...
Aveva annuito, una smorfia compiaciuta in viso.
- Sì, forse. Peccato che però ora io non abbia
più
problemi a curare la mia igiene personale... mentre tu...
Aveva di nuovo finto di tapparsi il naso e davanti a quell'ulteriore
provocazione, la mia reazione era stata la medesima del passato, troppo
spontanea per poterla reprimere.
- Prova a ridirlo ora, se ne hai il coraggio.
Non avrei saputo dire quante volte l'avevo scherzosamente
minacciata così nel nostro giocare tra fratelli, dopo averla
ridotta all'impotenza con movimenti
troppo veloci da cogliere e una forza impossibile per lei da
contrastare.
- Credi di farmi paura?
Anche la sua era stata la risposta di sempre, ma come se
fossero stati lo specchio dei miei, anche nei suoi occhi c'era stata la
consapevolezza che se la situazione era stata la stessa, non potevamo
dire lo stesso di noi.
Il solo
contatto delle
mie mani sui suoi polsi aveva provocato una scossa in entrambi,
proprio come se nel contrasto della mia freddezza con il suo calore
risiedesse la potente alchimia che era esplosa tra di noi.
La vicinanza dei nostri corpi, poi, aveva acceso in entrambi una
scintilla di
passione che sarebbe potuta divampare in un incendio nel giro di poco.
- No, so bene di non esserci mai riuscito.
L'avevo trascinata su di me, imprigionandola dove l'avrei sempre
voluta, cioè tra le mie braccia. I nostri visi erano stati
di
nuovo a pochi centimetri di distanza e il suo sguardo aveva sondato il
mio con l'intento di cercare una risposta precisa.
- Capisco che c'è una parte di te che vorrebbe fosse
così... quello che non capisco è
perchè.
Aveva scosso la testa, seguendo sicuramente il filo di alcuni pensieri
che avrei voluto poter leggere per capire in che direzione andassero e
quanto si stessero avvicinando alla verità che ancora avevo
deciso di tacerle.
- Cosa dovrei vedere di minaccioso in te che non ho visto sinora,
Edward?
Non riuscivo a capire come non le risultasse evidente la
mostruosità che si celava nella mia natura e di conseguenza
ciò che avrebbe perso di sè, perseguendo l'idea
di
voler condividere la sua vita come me.
- Piedi a parte? Bè, il fatto che conosca una sola
vendetta...
Ero un codardo, ne ero cosciente, ma scappare sembrava essere diventata
la mia soluzione preferita con lei, così ero tornato a
ciò che mi aveva spinto ad afferrarla, ossia vendicarmi
delle
sue provocazioni nell'unica maniera che avevo sempre messo in atto:
farla ridere sino a che non si fosse arresa.
Perciò le mie dita erano affondate in quei punti dove sapevo
che
avrebbero fatto più danno, ancor prima di riflettere sul
fatto
che il dimenarsi di Bella sarebbe potuto essere letale per me.
- No... Edward...
Non mi ero fermato davanti alla sua richiesta smozzicata dalle risate,
avevo anzi serrato il mio attacco, perchè non ero sicuro di
ciò che avrei fatto subito dopo essermi fermato. Il mio
pensiero
oscillava tra il baciarla sino alla fine dei tempi o lo spingermi
ancora più in là, in un territorio che sapevo di
non
dover nemmeno iniziare ad esplorare.
Come, Edward? Come pensi
di riuscirci se ti basta sfiorarla per perdere la ragione?
- Ah... no... basta... ti prego...
Aveva cercato di liberarsi, ben sapendo che sarebbe stato impossibile
sino a che non fossi stato io a volerlo, ma faceva parte del suo
carattere testardo e battagliero non arrendersi, perciò la
nostra sfida era proseguita.
- Pregare non ti servirà... rimangiarti quello che hai detto
su di me sì!
Le sue risate avevano riempito la stanza di un calore che io,
più di tutti gli altri, avevo sempre accolto come un regalo
immeritato, e che mai come adesso avrei voluto preservare integro nella
sua spontanea umanità.
- No... mai!
- Ti va di lusso che arrivano i rinforzi, altrimenti avresti ceduto...
Detto fatto, la porta della sua stanza si era spalancata.
- Proprio così, sono arrivati i rinforzi!
Avevo provato a sfuggirgli balzando via, ma i miei sensi erano ancora
proiettati su
Bella, solo per quello Emmet era riuscito ad immobilizzarmi nella morsa
delle sue braccia.
- Allora, che si fa adesso, Bella?
Lei, il respiro un pò affannato e gli occhi pieni di
un'emozione
non proprio riconducibile al solo divertimento, era scesa dal letto
parandosi dinnanzi ad un nemico reso impotente. La cosa era dipesa dal
fatto che avevo subito rinunciato all'idea di ingaggiare una lotta per
liberarmi dalla presa di Emmet, una delle ultime volte che era
accaduto, prima che me ne andassi, avevamo distrutto metà
stanza
di Bella ed Esme, per non parlare di Alice e Rosalie, non ce lo aveva
ancora perdonato.
- Solletico? Tortura cinese... o gli facciamo mangiare una bella fetta
di pizza?
Quella l'avevo dovuta mangiare per una scommessa persa, in
realtà, ma visti gli effetti devestanti che aveva avuto sul
mio
umore il doverla ingerire tutta quanta, era diventata una ritorsione
assai efficace
con cui minacciarmi.
Il fatto che io ed Emmet ci fossimo stati sin dal primo momento in cui
Bella era entrata nella nostra vita, aveva fatto sì che
fossimo
stati anche quelli che più avevano giocato con lei in quella
maniera.
Per lui, poi, era stato ancora più facile vista la sua
natura sempre propensa ad ingaggiare sfide più o meno
giocose
che fossero state.
- Posso suggerirti qualcosa di nuovo, sorellina?
Prima ancora che comparisse Alice, erano stati i suoi pensieri a
raggiungermi, mettendomi a parte anche di quelli di Esme e Carlisle.
Erano stati felici di sentirci
di nuovo ridere insieme.
Sapevano che questo non avrebbe comportato
ciò che
forse speravano in cuor loro potesse avvenire sino in fondo, ma non gli
aveva
impedito di gioirne comunque.
Avevo pensato di non essere meritevole nemmeno del loro affetto
incondizionato, che non mi era venuto mai a mancare nemmeno quando le
mie decisioni non erano state del tutto condivise.
- Ma certo, Alice, sono sempre aperta alle nuove proposte.
Sapevo che presto ci avrebbero raggiunti anche Rosalie e Jasper,
così dopo tanto tempo ci saremmo trovati di nuovo tutti
insieme.
- Shopping... io, te, lui e nessun'altro ad alleggerirgli la pena.
Emmet aveva sghignazzato, iniziando ad augurarmi sottovoce buona
fortuna.
- Shopping?
Bella aveva guardato Alice non tanto convinta che fosse una punizione
soltanto per me e mi era sfuggito un sorriso divertito, che mia sorella
però aveva subito spazzato via con la notizia successiva.
- Sì, shopping! Ti ricordi vero che mi hai promesso che
avresti partecipato al ballo di fine anno? Se vogliamo trovare qualcosa
di assolutamente perfetto, dobbiamo iniziare a pensarci già
da
ora!
- Oh, già, il ballo di fine anno... hai ragione, Alice, non
sarebbe bello bidonare Mike dopo che ha fatto tanto per invitarmi...
Emmet non era riuscito a trattenermi, forse perchè anche
troppo
impegnato a sghignazzare per questo nuovo colpo basso che Alice mi
aveva sferrato, così ero stato libero di esprimere tutto il
mio
disappunto.
- Non credo proprio, Bella.
Nel guardarla negli occhi, avevo compreso che la sua non era stata una
sfida lanciata per testare quale sarebbe stata la mia reazione, ma
piuttosto per capire se ero già disposto a rivelare agli
altri
quello che era accaduto tra di noi.
Mi aveva fatto sentire
spregevole più che mai in quel momento.
Ancor prima che con lei, era al resto della famiglia che
avevo
dichiarato la mia intenzione di non fingere più che i miei
sentimenti fossero stati solo fraterni.
Lo avevo fatto
durante il confronto che avevamo avuto quella notte
stessa, dopo aver scoperto che i due vampiri di Port Angeles avevano a
che fare con la vampira che solo la notte prima aveva
condotto i lupi a casa nostra.
L'esigenza di proteggere Bella dalla minaccia dei Volturi si era
coniugata a quei sentimenti che si erano fatti incontrollabili dopo il
mio ritorno, spingendomi in una direzione che avevo imboccato
consapevole del fatto che però non sarei mai arrivato al
punto
di trasformarla in un vampiro.
Se l'idea di poterla
sposare
l'accarezzavo come il coronamento di un sogno, la sua trasformazione
equivaleva per me alla morte del sogno stesso.
- Se proprio dovrai partecipare al ballo per rispettare la
promessa fatta, bè sarà con me che ci andrai!
Emmet si era concesso una vera e propria risata, che gli era valsa
un'occhiata un pò incerta da parte di Bella.
- Povero Newton! Dopo tre lunghi anni in cui si è macerato
nella
speranza che tu Bella lo degnassi di attenzione, proprio quando pensava
di avercela quasi fatta, ecco che gli spunta fuori il "non fratello"
peggiore che potesse incontrare sulla sua strada!
Bella era arrossita, soprattutto perchè Emmet aveva messo in
quel "non fratello" tutta la carica esplosiva di uno sguardo malizioso
che aveva rivolto prima a me e poi a lei.
- Congratulazione, ragazzi! Avete tutta la mia benedizione!
La pacca che mi
aveva dato sulla spalla era risuonata come un fucilata,
tanto che aveva fatto sobbalzare Bella, ma non aveva avuto il tempo di
dire nulla, perchè a lei era toccato finire nella stretta
affettuosa di Alice.
- Oh, Bella! L'ho visto arrivare questo momento... ma non ci volevo
credere sino a quando non lo avessi vissuto veramente!
L'occhiata che mi aveva lanciato di nascosto era stata così
soddisfatta, che mi era stato impossibile non sorridere davanti a
quella gioia così sincera.
- Siamo in tempo per mettere la nostra sorellina ancora più
in imbarazzo?
Jasper era stato ovviamente l'unico in grado di comprendere il reale
stato d'animo di Bella, anche se il suo rossore era stato abbastanza
rivelatore su come stesse vivendo quella nuova situazione alla presenza
degli altri.
-
Bè, se la tua gentile
metà non la lascerà respirare come suo solito,
non avremo più
nessuno da mettere in imbarazzo.
E con l'arrivo di Rosalie il cerchio intorno a noi si era chiuso,
dandomi l'impressione che io e lei fossimo stato l'ultimo anello
mancante di un disegno di cui ancora non ne avevamo la piena visione.
XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX
- Tutto bene? Sei molto silenziosa.
Le era comparso un leggero rossore sulle guance alla mia domanda,
però aveva anche annuito convinta, sciogliendo quella
leggera
tensione che mi aveva spinto a chiederglielo.
- Sì... stavo solo pensando che... bè, in un
certo senso è... ecco... strano.
Non avevo avuto bisogno di porre nuove domande, sapendo benissimo a
cosa si stesse riferendo. La famiglia era di nuovo tutta riunita,
però io e lei ci muovevamo diversamente ora al suo interno.
- Hai pienamente ragione.
L'avevo vista scurirsi in volto alla mia risposta e mi aveva preceduto
di un soffio nel parlare.
- Questo vuol dire che... bè... che potrebbe farti cambiare
idea su di noi?
Ero stato stupido a non pensare che la mia risposta le avrebbe potuto
ingenerare quel pensiero.
- No, assolutamente.
Si era ravviata i capelli dietro l'orecchio, facendomi venire la voglia
di passarvi le mani come avevo fatto la sera prima, mentre l'avevo
baciata.
- E' che... bè... stamattina quando mi sono svegliata tu non
c'eri più... così ho pensato che... magari...
A quel punto le avevo preso la mano con cui aveva ricominciato a
tormentare
la cerniera del suo giubbotto, intrecciando le dita con le sue.
- Sono qui e non me ne andrò, Bella.
Mi aveva fissato intensamente, provocandomi un senso di vuoto che avevo
dovuto colmare con altre parole.
- Ti ho promesso che ci proverò ed è vero.
Non avevo mentito, quello che ancora dovevo confessarle è
che
ero intenzionato a vivere il mio amore per lei per il solo tempo che la
sua umanità ci avrebbe concesso.
Non l'avrei trasformata
in un mostro assetato di sangue.
Non avrebbe mai dovuto provare l'orribile sensazione di voler uccidere
qualcuno di innocente per soddisfare degli istinti bestiali.
Questo avrebbe potuto
dividerci di nuovo, perchè non sarei tornato indietro da
questa mia decisione.
- E io farò di tutto per farlo accadere...
Aveva preso la mia mano tra le sue, intiepidendola con il loro calore.
- Ecco una sensazione davvero piacevole...
Lei aveva intuito cosa intedessi e un sorrisetto divertito era comparso
a rasserenare i tratti delicati del suo viso.
Era sempre stata una
bella bambina,
ma ora era sbocciata in una bellezza dove innocenza e
sensualità
si mescolavano insieme, rendendola irresistibile ai miei occhi.
- Dovremmo andare al caldo, però, ogni tanto.
Sarebbe
bello che fossi io a beneficiare della nostra diversa
temperatura qualche volta.
Mi era subito balenata in testa una meta e avevo pensato che sarebbe
stata perfetta come cornice per una determinata occasione, ma ancora non
ero stato pronto ad
affrontare quella decisione.
- Hai ragione, dovresti chiederci un indennizzo per tutte le volte che
ti sei prestata a farci da scaldino...
Aveva riso e io insieme a lei, spazzando via del tutto la tensione
residua.
- Diventerei ricca!
- Bè, veramente lo sei già.
Aveva scosso leggermente le spalle, come a voler scacciare quel
pensiero.
- Vero, ma sai che questa cosa...
- Ti crea tuttora delle difficoltà.
Ne avevamo discusso molte volte anche in passato ed ogni volta ero
giunto alla conclusione che la sua sensibilità riguardo
all'argomento era una delle tante doti che Esme era riuscita a
trasmetterle.
Attraverso il suo esempio, aveva insegnato a tutti noi che la nostra
fortuna meritava non solo di essere divisa con gli altri, attraverso la
beneficienza più o meno anonima che faceva la nostra
famiglia,
ma che non andava nemmeno ostentata in maniera plateale.
- Già... voi siete ricchi, io ho solo avuto la fortuna di
incrociare la vostra strada.
Aveva cercato il mio sguardo e non avevo esitato nel ribattere
ciò che credevo fosse più vero.
- Su questo punto sai come la penso io, invece. La fortuna è
stata più nostra che tua... ci hai reso una vera famiglia,
Bella.
Era stato davvero così, per lei i legami che già
esistevano tra di noi si erano cementati nel fine comune di rendere la
vita di quella piccola bambina la migliore che potessimo darle.
- Già... vera, anche se un bel pò strana agli occhi
degli altri.
Ed era tornata a ridacchiare un pò imbarazzata.
- A tale proposito direi che sarebbe meglio mantenere un profilo basso
davanti a scuola. Sai, ancora guardano gli altri come se fossero dei
pervertiti per il fatto che stanno insieme, se ci aggiungiamo anche noi
credo sarebbe il colpo di grazia! Probabilmente ci ritroveremmo lo
sceriffo davanti a casa per indagare sulla nostra dubbia
moralità...
Ovviamente avevo vissuto molte più volte quella situazione
rispetto a lei, perchè sino a quando ero stato con loro,
anch'io
mi ero finto uno studente insieme agli altri miei fratelli, quindi
sapevo quanto
fosse difficile essere al centro di una tale attenzione.
- Sicura che non sia, invece, per via di quel Newton?
Avevo deciso di provocarla, perchè dopotutto l'idea che lui
avrebbe potuto starle vicino mentre io non c'ero mi infastidiva
abbastanza.
- Certo, come se potesse avere qualche speranza contro di te.
Mi ero beato di quella risposta, più che altro
perchè
avevo visto l'espressione dei suoi occhi, dove non c'ero stato che io e
io soltanto.
- Chissà... in fondo lui potrebbe scaldarti molto meglio di
me...
Mi ero ritrovato a stuzzicarla in una maniera che non credevo potesse
venirmi così spontanea, non dopo che avevo combattuto
così a lungo nel reprimere quei sentimenti che ora
galoppavano
liberi dentro di me.
- Oh, se è per quello conosco qualcun'altro che...
Si era interrotta di botto, stavolta arrossendo violentemente.
- Scusa, davvero. Non so come mi è venuto... giuro che non
intendevo... che stupida.
Se una parte di me aveva registrato che fosse stato vero il pentimento
esternato per quell'uscita poco felice, l'altra parte era stata troppo
gelosa per starsene in silenzio.
- Penso di averti già detto tutto quello che avevo da dire
al
riguardo, ma aggiungo comunque che non ci sarà
più
nessuna occasione per quel... cane...
di potersi ancora avvicinare a te.
Le avevo rivolto uno sguardo che non aveva potuto fare a meno di essere
duro proprio come quel nodo che sentivo formarsi nel mio stomaco al
solo pensiero di loro due insieme.
- Anche se lo volessi tu stessa, Bella. Non scherzavo quando ho detto
che
saresti dovuta passare sul mio cadavere se ti fosse venuta l'idea di
volerlo rivedere, fosse solo per dirgli di lasciarti in pace.
Ero geloso?
Sì, da morire.
Ero irrazionale? Sì, in maniera spaventosa.
Ero pericoloso? Sì, quel cane avrebbe dovuto fare molta
attenzione.
- Bè, anch'io ti ho detto tutto quello che
c'era da dire
al riguardo! E sai bene che non c'era molto altro da aggiungere...
però sai anche che se la cosa dovesse minacciare tutti voi,
sarei disposta sì ad incontrarlo per chiarigli il mio
pensiero!
Non era stata aggressiva nel rispondermi, non come lo era stata nei
giorni scorsi quando avevamo parlato di lui, ma avevo colto comunque
una determinazione che mi aveva indotto a ribattere.
- Non sei tu a dover proteggere noi, Bella! Mettitelo bene in testa una
volta per tutte!
Non volevo certo litigare con lei, ma non potevo nemmeno lasciarla
nella convinzione che dovesse preoccuparsi per noi nei confronti dei
Quileute.
Black poteva
essere un cane sciolto in questo momento, ma il branco lo avrebbe
tenuto in riga.
- Okay, okay... non ne parliamo più. Puoi fare finta che non
abbia detto niente? Non litighiamo, per favore.
Avevo colto che non fosse del tutto sincera con quella richiesta di
armistizio, perchè sapevo quanto potesse essere testarda, ma
non
volevo nemmeno doverla salutare sapendo che ci avrebbe rimuginato sopra
per tutto il tempo che saremmo stati divisi.
- No, hai ragione. Scusami, ho esagerato.
C'era stato un attimo di silenzio, durante il quale entrambi avevamo
rivolto lo sguardo all'esterno. Poi ero stato io a cercare di nuovo la
sua mano e a stringerla.
- A che ora ce l'hai il compito di letteratura?
Mi ero spinto su un argomento neutro, volendo recuperare terreno con
lei.
- Subito, le prime due ore.
- Ti senti preparata?
Anche lei aveva dato segno di voler recuperare, perchè mi
aveva sorriso un pò ironica.
- Abbastanza... anche se forse ieri sera avrei potuto studiare di
più...
Ero stato al gioco, anche se una punta di colpa l'avevo provata per
essere stato in parte causa della sua distrazione.
- Io mi ero messo d'impegno nell'aiutarti a ripassare. Sei tu che hai
iniziato con le domande.
- Io ti avevo fatto solo una domanda veramente...
- E io ti ho risposto... poi, però, sei passata alle
provocazioni.
- Bè, quello sì, è vero...
però, l'intervento degli altri non è stata colpa
mia!
- Di questo te ne devo dare atto.
- Insomma, la buona volontà c'era, solo che poi gli eventi
ci hanno un pò trascinato in un'altra direzione...
Sì, decisamente ci avevano trascinato in un'altra direzione,
che
ci aveva posto anche davanti alla visita dei nostri fratelli, che
avevano così voluto risparmiarle la fatica di macerarsi nel
pensiero di come li avrebbe dovuti informare di quello che era successo
tra di noi.
L'imbarazzo era stato piuttosto forte, e ancora per certi versi c'era,
ma la voglia di condividere con loro quella gioia, stava aiutando
entrambi a superarlo.
Forse eravamo più noi a viverlo, che non loro, pronti a
sostenerci anche in questo frangente.
- Sì, in effetti gli eventi ci hanno un pò fatto
uscire dal seminato ieri sera.
Eventi a cui era seguito un parlare tra di noi che ci aveva portato a
colmare in parte quegli anni di lontananza, poichè Bella
aveva
voluto sapere come avessi vissuto presso il clan di Denali. Solo il
sonno, alla fine, le aveva impedito di proseguire nelle sue domande.
Era stata indescrivibile
l'emozione
che avevo provato nel poterle essere di nuovo accanto mentre si
abbandonava al sonno tra le mie braccia.
- Comunque, anche se non dovesse andare benissimo, la mia media in
letteratura non ne risentirà lo stesso.
Mi aveva riportato al presente e alla scuola, dove nel frattempo
eravamo giunti. Avevo parcheggiato la Volvo accanto alla jeep di Emmet,
che insieme a Rosalie ed Alice erano lì ad aspettarci.
- Finalmente! Stavamo facendo la muffa qui ad aspettarvi...
- Non guardare me, non guidavo io! Con il mio pick-up saremmo arrivati
molto prima...
- Come no, lo vorrei proprio vedere quel catorcio andare più
veloce di questa bellezza...
Mentre Emmet, Alice e Bella avevano iniziato a punzecchiarsi nel modo
che gli era abituale, io avevo lanciato uno sguardo d'intesa a Rosalie,
dal momento che condivideva la maggior parte delle lezioni con lei.
Stai tranquillo, ci
penso io.
La fermezza di quel pensiero mi aveva in parte
tranquillizzato,
anche se di fatto lo sarei stato se fossi potuto rimanere accanto a lei
anch'io, insieme a loro.
La presenza di quei tre vampiri aveva innescato ovviamente uno stato di
allerta massima in tutti noi, almeno sino a che non fossimo stati certi
che la loro presenza avesse avuto il solo scopo di intimidirci e non di
nuocere realmente.
Che fossero stati collegati ai Volturi, lo avevamo già
accertato
grazie ad una visione di Alice, che aveva visto la vampira colloquiare
con Aro in persona.
Questo mi aveva messo nella condizione di dover giungere ad una
decisione riguardo al fatto che proprio Aro si aspettava di ricevere la
notizia che in casa Cullen ci sarebbe stato presto un matrimonio.
- Bella, non vorrei interrompere la tua sentita arringa in difesa di
quello che, mi spiace dare ragione proprio a lei, Alice definisce
giustamente un catorcio, ma ti ricordo che avremmo un compito di
letterattura che ci aspetta. Non vorrei dover iniziare la giornata con
una ramanzina della Crafword sull'importanza della
puntualità.
Potrei davvero non resistere alla tentazione di staccarle la testa!
- Adoro questa donna...
Emmet aveva passato un braccio sulle spalle della sua compagna,
l'espressione compiaciuta davanti alla risolutezza che Rose non mancava
mai di dimostrare.
- Ecco, allora trascinala via con te, così
eviterà di contagiare Bella con la sua acidità...
Alice non le aveva risparmiato la solita stoccata, prima di salutarmi
strizzandomi un occhio.
- Mi raccomando, fratellino, fate i bravi tu e Jasper.
Nei pensieri la raccomandazione era stata più mirata, ben
sapendo che non saremmo andati a caccia di solo orsi io e lui.
- Non mancherò.
Poi loro tre avevano iniziato ad avviarsi verso l'entrata e io ero
rimasto solo con Bella.
- Sbaglio, o state cacciando parecchio in questi giorni?
La domanda di Bella mi era sembrata vagamente sospettosa, per cui avevo
cercato di sembrare convinto della risposta che stavo per darle.
- Diciamo che il mio ritorno ha stimolato la voglia di condividere con
gli altri qualcosa che era da tempo che non facevamo insieme.
Parlare di "caccia" con lei era sempre stato del tutto naturale, anche
se però ci eravamo sempre rifiutati di portarla con noi,
sebbene
lei avesse provato il desiderio di condividere al cento per cento
quell'esperienza con noi.
La sola idea che mi
avesse potuto vedere nella mia bestialità mi appariva
inconcepibile.
- Giusto... non ci avevo pensato.
Le era sembrata una buona risposta, perchè subito dopo mi
aveva sorriso.
- Allora buona caccia... e non esagerate con le sfide!
- Grazie.
A quel punto avrei voluto poterla baciare, ma nel rispetto di quanto mi
aveva chiesto, mi ero limitato a fissarla intensamente negli occhi.
- Mi mancherai.
- Anche tu.
Aveva ricambiato il mio sguardo, costringendomi ad aggrapparmi al tetto
della macchina per non cedere al desiderio di baciarla comunque.
- Sarò qui quando uscirai.
Aveva annuito, anche lei aggrappata agli spallacci del suo zaino forse
per non cedere alla mia stessa tentazione.
- Sarà meglio che vada... ho un compito di letteratura che
mi aspetta.
Mi aveva rivolto un ultimo sorriso, poi ero rimasto a guardarla
dirigersi verso la scuola, sino a scomparire al suo interno.
Bella era davvero il mio
sole, la mia vita.
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- Là è il punto dove si sono gettati in mare. A
duecento metri c'è il confine con la riserva.
Avevo guardato nella direzione indicata da Jasper, mentre percepivo
anch'io l'odore della traccia che quei due vampiri avevano lasciato
dietro di sè.
- Ti è sembrato di sentire l'odore anche della donna?
Jasper aveva scosso la testa, lo sguardo attento e concentrato.
- No, nessuna traccia di lei.
Non avevo dubitato della sua capacità di scovare una minima
traccia se ci fosse stata, quindi avevo esternato nuovamente il mio
parere nell'intento di riesaminare con lui la situazione.
- Sono certo che nei pensieri di quel James ci fosse lei. Sapeva chi
fossimo proprio perchè era stata lei a dirglielo. Forse
però non immaginava che così lo avrebbe spinto a
cercarci ed avvinarci, non fosse altro che per curiosità.
Jasper mi ascoltava con rinnovata attenzione anche da parte sua. La sua
mente sicuramente stava elaborando quelle informazioni cercando nuovi
spunti.
- Se è davvero un segugio, Edward, ora sarà
ancora più stuzzicato dall'intera situazione.
- Sì, lo credo anch'io.
Mi ero concentrato sui ricordi, sui pensieri che avevo avvertito in
quei due mentre ci inseguivano.
- Il suo compare, Laurant, lo stava sicuramente assecondando
perchè in qualche maniera, pur non essendone succube, lo
teme. Lui, invece, era eccitato davanti all'idea che avessi preferito
fuggire piuttosto che affrontarlo...
- Non tormentarti così. Mi sarei comportato proprio come hai
fatto tu.
Jasper aveva colto il mio esatto stato d'animo nel rivivere la scelta
che avevo compiuto, domandandomi ancora se con il mio comportamento non
avessi stuzzicato James più di quanto non avrei fatto se mi
fossi mostrato meno preoccupato per l'incolumità di Bella.
- Forse ho mancato di lucidità, Jasper.
Si era avvicinato, posandomi una mano sulla spalla e infondendomi
quella calma che faticavo a trovare in quei giorni.
- Te lo ripeto, se mi fossi trovato al posto tuo con Bella, non avrei
pensato ad altro se non alla sua sicurezza. Perciò non mi
sarebbe mai passato per la testa di affrontare quei due, lasciandola
indifesa.
Aveva rafforzato la presa, fissandomi negli occhi.
- Tu sai meglio di chiunque altro quanto sia stato più
difficile per me affezionarmi a lei. Trovavo inconcepibile che dovessi
sottostare a quella tortura che era la mia sete di sangue umano, per
una bambina che mi sembrava del tutto insignificante e quindi
all'inizio mi sono sforzato soltanto per amore di Alice.
Ricordavo perfettamente anch'io quel periodo burrascoso in cui io e lui
eravamo arrivati più volte quasi ad uno scontro fisico,
soprattutto perchè i suoi pensieri su Bella erano stati per
me inconcepibili. Solo la pazienza e la perseveranza di Carlisle erano
riuscite a mediare la situazione tra noi due, rendendo possibile la
nostra convivenza.
- Ma sai anche che adesso, sarei disposto a morire per lei, tanto
quanto lo sei tu. I Volturi, quei tre vampiri, o i lupi... non ha
importanza quanto possa essere grande la minaccia, sappi che io non mi
tirerò indietro davanti a niente.
Nei suoi pensieri avevo ritrovato la stessa determinazione che sentivo
nella sua voce.
- Però, sai anche come la penso riguardo alla trasformazione
di Bella. Ho rispettato e rispetterò sempre la tua
volontà, ma proprio perchè voglio bene anche a
lei, voglio pregarti di riflettere bene sulle tue convinzioni al
riguardo.
I suoi pensieri erano stati ancora una volta lucidi e determinati nel
mostrarmi come fosse stato difficile convivere con il dolore di Bella
in quegli anni lontani da me.
Perchè
nutriva la certezza che ne avrebbe vissuti molti altri ancora, se io
fossi rimasto fermo nella mia convinzione che la sua umanità
fosse stata più importante dell'amore che sentivo per lei.
- Ci proverò, Jasper. Ma sai bene che le mie
non sono ragioni futili...
- Lo so, Edward. Non hai bisogno di dirlo a chi ha avuto un passato
cento volte peggiore del tuo.
I suoi occhi mi avevano davvero scavato dentro, mettendo a nudo i miei
incubi peggiori.
- Ma proprio su questo devi riflettere. Se noi siamo stati capaci di
redimerci, allora... forse significa che non tutto della nostra anima
è andato perso.
Avrei voluto proseguire in quel discorso, perchè se c'era
stato qualcuno in grado di capire meglio i miei tormenti, forse era
proprio lui, ma entrambi avevamo avvertito l'avvicinarsi di un nemico.
Ero stato il primo a capire chi fosse, solamente perchè
avevo potuto leggere nei suoi pensieri.
- Si tratta di quel... cane...
e non è da solo.
Quasi subito erano comparsi tre lupi, i denti scoperti e l'espressione
guardinga. Ovviamente avevano avvertito la nostra presenza, ma non
essendo entrati nella riserva non avevano potuto contestarci nulla.
- Stavamo solo controllando la
zona per capire se ci fosse stata la presenza anche della donna.
Mi
ero sforzato di rimanere calmo nel rivolgermi a loro e avevo avvertito
la tensione di Jasper, unita però anche alla
volontà di mantenere i nervi saldi per entrambi.
L'ostilità
tra me e quel cane era decisamente pericolosa e non del tutto sotto
controllo.
Un cupo ringhiare era arrivato da Black e mi ero fatto
interprete con Jasper sul suo significato.
- Vuole sapere cosa c'entra la vampira dell'altra notte.
Non avevo avuto bisogno di aggiungere il perchè lo volesse
sapere, la mia espressione furiosa lo aveva indotto a chiedermi di
mantenere la calma con il pensiero.
- Presumibilmente sono arrivati qui insieme.
Jasper aveva risposto al posto mio, ma i pensieri di quel cane erano
già scivolati oltre ed avevano scatenato la mia reazione.
- Il perchè non ti deve interessare, Black!
Lo avevo ringhiato fuori senza doverci nemmeno pensare, inducendo gli
altri due lupi a mostrare i denti e a serrare i ranghi davanti alla mia
rabbia.
- Resta lontano da lei, capito?
La mia era stata una vera minaccia, qualcosa che avrebbe potuto avere
un seguito anche subito se fossimo stati da soli, perchè i
suoi pensieri mi avevano sbattuto in faccia l'equivalente di un no
secco.
- Edward, andiamocene.
Nella voce di Jasper c'era stata la determinazione ad evitarmi un
qualcosa di cui forse più tardi mi sarei pentito, ma che ora
mi sembrava l'unica soluzione.
Eliminare il problema
alla radice, eliminando quel cane.
Avevo vagamente notato che gli altri due lupi avevano
avuto la stessa reazione con Black, inducendolo a pensare che il loro
Alfa non avrebbe sicuramente approvato quello scontro tra di noi,
facendone pagare le conseguenze anche a loro due.
- Resta lontano da lei, te lo ripeto!
Un'influenza esterna aveva decisamente smorzato la mia ira, insieme ad
una mano che mi aveva impedito di compiere un altro passo avanti.
- Edward, ce ne andiamo, ora.
Jasper mi aveva trascinato indietro, impartendomi quello che era
risuonato quasi come un ordine. Uno dei due lupi aveva morso Black,
forse per indurlo a fare la stessa cosa, ossia sgomberare il campo
prima che entrassimo davvero in contatto.
Allora più
nessuno ci avrebbe trattenuto.
- Resta - lontano!
Lo avevo scandito chiaramente un'ultima volta, prima di cedere a quel
barlume di ragione che ancora possedevo e che mi suggeriva di dare
retta a Jasper.
Ma l'ultimo pensiero che avevo percepito in risposta da quel cane aveva
spazzato via qualsiasi possibilità che il mio desiderio si
avverasse.
"Non ci contare,
succhiasangue".
*L'autrice si schiarisce
la voce*
Vi confesso che quando ho scritto questo capitolo ho pensato che forse
avrei dovuto modificarlo, perchè mi sembrava non apportasse
nulla di concreto alla storia. Poi, però, rileggendolo a
distanza di qualche giorno ho trovato che dicesse invece qualcosa di
importante sui personaggi, non tanto sulla situazione.
Quello che penso abbia messo ben in evidenza, è la grande
confidenza che esiste tra Bella ed Edward, sia sul piano fisico che su
quello emotivo. In questo possono apparire un pò OOC
rispetto agli originali, ma nella mia storia è il loro
passato insieme ad averli messi nella condizione di poter condividere
appunto un grado di confidenza molto elevato (sotto certi aspetti
parlerei anche di complicità). Questo discorso per Bella,
vale anche nel rapporto che ha con gli altri componenti della famiglia
e che alcune di voi avevano già citato nei loro commenti.
Mi sembrava giusto sottolinearlo, perchè nelle note mi ero
fatta scrupolo se inserire l'avvertimento OOC, poi ho deciso per il no,
perchè ho anche pensato che in realtà le linee
guide con cui avrei tratteggiato il carattere di ognuno non
discostavano molto dagli originali. Ovviamente sono più che
aperta nel conoscere cosa penserete al riguardo, fornendomi
così un ulteriore punto di vista.
Come avrete notato è anche diverso il rapporto che si
è venuto a creare tra Edward e Jacob, perchè
diverso è il contesto in cui si sono venuti a trovare (devo
essere sincera e ammettere che ho instillato in Edward un pò
di quella gelosia in più che forse avrei voluto vedergli
sfoderare in Eclipse).
Come sempre mi farà piacere leggere i vostri commenti, se
avrete voglia di lasciarmeli, ovviamente.
A presto.
BF
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