Gorgoglìo.

di hiccup
(/viewuser.php?uid=23356)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.




Dodici dicembre: prima.
 
 
Non chiedermi qualcosa che non so
ancora; non dirmi qualcosa che non
posso cambiare; non cercarmi per poi
allontanarmi – le stelle sono alte,
il cielo è blu; il volante è freddo, freddo
come il letto vuoto; vuoto come le tempie
incapaci di razionalizzare: dovrei stenderci
un manto cupo e silenzioso, ma mi urta
tutta questa afonia.
Potrei rimanere alzata tutta la notte a leggere,
a scrivere, a pensare, a piangere, a ridere, a
sospirare; ma domani la sveglia è all’alba, i
raggi perforeranno le iridi chiare e allo spirito
sarà domandato un salto – precipito giù lungo
il burrone – immenso e gracile come la brina
che accarezza gli steli d’erba profumata.
Non mi resta che chiudere tutto a chiave, in un
cassetto che odora ancora di vecchie fotografie
e di resina dorata – lo riaprirò prima o poi.
(Mi auguro sia un prima che un poi.)
 
*


 




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2953659