Aspetterò per una notte fuori dalla finestra

di FireFistAce
(/viewuser.php?uid=198585)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


ASPETTERO' PER UNA NOTTE FUORI DALLA FINESTRA

Prologo

Ormai erano passati quasi nove mesi da quando, durante quelle vacanze di Pasqua così strane, l'Uomo della Luna mi aveva nominato guardiano.
Spesso ancora stentavo a crederci, nonostante la mia nuova vita non fosse poi così diversa dalla precedente: Calmoniglio era sempre nervoso; Sandy andava avanti con il suo ruolo di protettore dei sogni e come sempre spesso si addormentava sul lavoro; Dentolina era sempre super indaffarata; Nord continuava imperterrito a fare i preparativi per il Natale, ormai alle porte.
E io?
Io passavo le mie giornate a portare il freddo in tutto il mondo, anche se ora non potevo più divertirmi con i bambini come facevo prima. Il mio ruolo mi impediva di perdere tempo, dovevo proteggere ogni luce accesa sul mappamondo di Nord e questo era, in effetti, molto faticoso.
Però non ero convinto della mia scelta, a nove mesi da quando avevo accettato l'incarico iniziavano ad arrivare i dubbi.
Anche se, in realtà, non era proprio così: i dubbi erano arrivati in un giorno ben preciso, d'estate, a poche settimane dal mio incarico, quando l'avevo vista correre su per le montagne.
Quei capelli così biondi da sembrare ghiacciati; gli occhi blu, come il cristallo; il sorriso mentre faceva un pupazzo di neve.
Da allora, non era passato nemmeno un giorno senza che io fuggissi per un po' dai miei impegni per volare là, in quel regno lontanissimo da casa mia, dove ero stato attratto da una bufera di neve.
Arendelle.

 
Ormai erano passati cinque mesi da quando avevo smesso di nascondermi al mondo intero e avevo deciso di essere me stessa e basta.
Cinque lunghissimi mesi in cui, per quanto l'amore di Anna e dei miei sudditi mi riempisse le giornate, sentivo che qualcosa dentro di me non andava.
Era come se aver scoperto finalmente il potenziale di cui disponevo avesse fatto scaturire dentro di me la voglia di conoscere sempre di più di quel potere che mi era stato donato appena nata. Non riuscivo a capire come usarlo, continuavo a far divertire le persone ma non aiutavo nessuno e, nonostante ormai sapessi come fare per controllarmi, c'era sempre una remota paura di fare lo stesso baglio di un tempo.
Di poter fare male a qualcuno.
Ormai il Natale era alle porte e, nonostante il castello fosse addobbato a festa e Anna e Kristoff si fossero divertiti a fare l'albero, mi sentivo un po' giù. Mi mancava la montagna, mi mancavano la neve e il palazzo di ghiaccio che io stessa avevo costruito.
Sentivo un richiamo lontano dentro di me che mi spingeva ad andare lassù, senza un motivo, senza una ragione particolare.
Fu per questo che una notte, mentre tutti dormivano, mi coprii con un mantello per non farmi riconoscere e uscii dal castello, diretta alla cima della montagna.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2957029