Bloody Valentine.

di Alaska__
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Premessa: i personaggi di questa storia sono OC, quindi mi appartengono. Pertanto, ne è vietato il plagio, così come della storia, pena la segnalazione di massa.
Non mi appartiene invece il contesto in cui si muovono, opera di Suzanne Collins, autrice della saga di Hunger Games. 




 
PROLOGO
 
My bloody valentine •

 
 
« Oh, my love, please, don’t cry
I’ll wash my bloody hands and we’ll start a new life. »
-Good Charlotte; “Bloody Valentine”
 
« Il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce. »
-Blaise Pascal; “Pensieri”
 
Il colpo di frusta parve risuonare all’infinito, rompendo l’opprimente silenzio che gravava sulla piazza. Un gemito soffocato lo accompagnò, facendo rabbrividire tutti i presenti.
Legato per i polsi ad un palo di legno, il ragazzo strizzò le palpebre e strinse i denti tanto forte da farsi male, anche se nulla poteva eguagliare il dolore provocatogli dall’ennesima frustata, il quale si irradiava lungo tutta la sua schiena.
Un rivolo di sangue scivolò a terra, caldo e viscido. Il lezzo di quel liquido vermiglio impregnava ormai l’aria e le narici del condannato, che si sforzava di non pensare e chiudere la mente.
Un altro colpo mandò leggermente in avanti il suo busto, strappandogli un lamento.
Più la frusta calava sulla sua schiena – ormai ridotta ad un intrico di ferite sanguinanti – più la sua percezione di ciò che gli stava intorno veniva meno.
L’idea della morte non gli era mai sembrata così allettante come in quel momento, e una muta preghiera si fece strada nei suoi pensieri; la fine di tutto invocata da poche parole.
Malgrado gli paresse che i suoi occhi fossero coperti da un velo, il ragazzo si sforzò di sollevare le palpebre. Tutto intorno a lui appariva confuso e indeterminato; i volti delle persone sembravano identici, ma cercò comunque l’unico che gli interessasse davvero.
Un sorriso rassegnato gli incurvò le labbra ormai martoriate dalla furia con cui si era aggrappato ad esse con i denti nei momenti peggiori, mentre metteva a fuoco quel volto tanto familiare.
Stretta a suo fratello, lei lo guardava intensamente, sobbalzando ogni qualvolta che il cuoio incontrava quei pochi rimasugli di pelle ancora attaccati alla schiena del condannato.
Il dolore gli fece serrare le palpebre ancora una volta, ma le riaprì subito dopo, per guardarla. Sembrava che il solo posare gli occhi su di lei alleviasse le sue sofferenze fisiche, allontanando per un istante la sua mente da ciò che l’uomo in uniforme bianca dietro di lui stava facendo.
Correre da lei e parlarle era impossibile, ma lui desiderava farlo con tutto se stesso. Le avrebbe detto di non piangere – anche se non ce ne sarebbe stato bisogno – prima di prometterle che tutto sarebbe andato bene; avrebbe lavato le sue mani insanguinate e poi avrebbero cominciato una nuova vita, senza pensare agli orrori – e agli errori – del passato.
La realtà, tuttavia, era ben diversa, e bastò l’ennesima fitta di dolore a ricordarglielo.
Mentre scivolava nell’oblio e il buio lo avvolgeva, il ragazzo le lanciò un’ultima occhiata. I suoi occhi scuri incontrarono quelli di lei, così verdi, come le foglie degli alberi in estate.
Un’ultima promessa, prima che tutto finisse. 


 
Alaska's corner

Esordiih.
Questa storia giace nel mio computer da mesi, solo che non ho mai avuto le palle di pubblicarla. Volevo aspettare di finirla, ma l'avrei pubblicata a ventiquattro anni, quindi ho accelerato i tempi.
Avevo paura, sì, perché in questo fandom vengono cagate solo le storie su Peeta e Katniss che trombano e io devo smetterla di fare la persona cattiva, sì.
Comunque, perché ho scritto questa cagata? Diciamo che avevo questi OC da una interattiva che sto scrivendo e che voi non dovete leggere o vi fate spoiler, diciamo che li amo e volevo scrivere qualcosa su di loro. E quindi è nata Bloody Valentine, la loro storia. Me l'ha ispirata la canzone dei Good Charlotte che ascoltavo sempre da piccola, esatto. x3

Coordinate spazio temporali: il prologo è in media res. La storia parte circa quattro anni prima di questa breve introduzione. Siamo a Panem, Distretto 6, il più malcagato e puzzolente (?), nell'anno 52 ADD, quindi si sono appena conclusi i cinquantaduesimi Hunger Games. 
La storia è divisa in tre parti; non anticipo molto per non fare spoiler, per intanto vi basti sapere che la prima va dal 52 ADD al 54 ADD; tra la seconda e la prima c'è uno stacco di un anno, infatti la seconda sarà ambientata tra il 55 e il 56 ADD; infine, la terza sarà ambientata tutta nel 56 ADD. 
Il rating è arancione per presenza di violenza, sangue e anche di una scena un po' hot, che però non scriverò nei dettagli perché odio scriverne. >.<
Tematiche delicate è un po' generico, quindi direi che ve le elenco brevemente senza incorrere in spoiler: suicidio, violenza domestica, perdita dei genitori, perdita di tanta gente perché io ammazzo tutti, gravidanza adolescenziale e ci sarà anche la presenza di un linguaggio un po' scurrile, perché i protagonisti non sono dei santi, ma sono degli adolescenti con gli ormoni a palla, quindi capiteli. 
Non vi sto a dire che legami ci sono tra i nomi presentati nell'intro: i personaggi si racconteranno da soli, pagina dopo pagina!
Vado a mangiare! Buon Natale e spero vi piaccia ♥
Alaska. ~

 




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