Kagami struscia la schiena
contro il divano, attento a non fare più rumore del
necessario e soprattutto a non svegliare un dormiente Kuroko tra le sue
braccia. Questi è crollato ben presto, quel pomeriggio, e si
era accoccolato senza nessun pudore contro il suo petto.
In quei giorni,
complice gli eventi per bambini da organizzare, rendevano Tetsuya
spossato, tanto da spingerlo ad addormentarsi direttamente sul genkan
non appena tolte le scarpe. Non importa quante volte Kagami
l’abbia rimproverato, ed ha anche perso il conto di quante
volte l’ha cambiato e messo a letto nelle ultime settimane.
L’ultimo pensiero lo imbarazza, tanto da costringerlo a
guardare con molto interesse il soffitto della casa che condivideva con
il proprio compagno. L’orologio appeso alla parete indica le
sei e mezza, segno che presto dovrà svegliare Kuroko e
mettersi a preparare la cena. Il fantasma tra le sue braccia sospira
piano, mugugnando un qualcosa che Taiga non riesce proprio a capire. Il
rosso, allora, affonda il volto tra i capelli chiari di Tetsuya,
inspirandone il buon odore. Kuroko poteva avere dei capelli spaventosi,
alla mattina – che peggioravano in maniera preoccupante al
risveglio successivo a un infuocato amplesso – ma avrebbe
sempre mantenuto un buonissimo odore.
Le sue braccia si
stringono un poco intorno alla vita di Kuroko, rendendolo un passivo
partecipe di quelle bizzarre effusioni da parte della tigre. Cercando
di essere delicato, allora, Kagami struscia il proprio volto contro
Tetsuya, accarezzando cerchi concentrici sulle sue vertebre e godendo
di quel piccolo momento di intimità
« Kagami-kun,
mi fai il solletico. » esordisce allora Kuroko, la voce
ancora impastata dal sonno al quale il maestro d’asilo si
è lasciato andare con fin troppa facilità quel
pomeriggio domenicale. Kagami avvampa, il rossore che saliva fino alle
orecchie fino a pretendere di uscire da esse sotto forma di vapore.
Vorrebbe tanto fuggire, da quella situazione maledettamente
imbarazzante, ma questo significherebbe buttare Tetsuya per terra
– e no, non vuole fare una replica dell’ultima
volta in cui era successo ciò.
« Non mi da
fastidio. » continua allora il maestro d’asilo,
sistemandosi contro il petto del proprio amante, quasi per
incoraggiarlo a proseguire.
« Devo
preparare la cena. »
« Non
moriremo di fame se inizi più tardi. »
« Ho il
braccio informicolato. »
« Prima non
sembrava fosse così. » Kagami aveva già
capito che contro Kuroko, tranne che tra le lenzuola, non poteva
spuntarla. Così, con braccia lievemente tremanti, Taiga
avvolge il compagno in un abbraccio caloroso. Tetsuya emette un
sospiro, strofina il naso contro una clavicola e – anche se
non visto da Kagami – sorride.
« Sei
così gentile, Kagami-kun. » e la tigre non
può fare altro che ruggire imbarazzata.
Ed
eccoci qui.
Devo dire che
questa fluffosaggine è un prodotto successivo alla visione
del sequel di KnB. Avrei tanto da dire, tanto da giudicare, ma
preferisco attendere una panoramica più ampia per esprimermi.
Con questa
premessa, sentivo davvero il bisogno del fluff della mia cara OTP.
Un bisogno che arrivava dalle ossa, perché temo
che non ne avrò così presto dal canon. 3
E questo è il risultato. Ormai i miei lettori sapranno bene
che a volte me ne esco con roba improvvisa e assolutamente stramba.
Spero che, comunque, sia apprezzata.
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