Piccola premessa: No, non credo debba spiegare qualcosa questa volta. Buon Natale (in ritardo) e buona lettura ♥
Two
Non avrei mai potuto credere che Peeta amasse davvero tanto
l'aria dicembrina. È quasi iperattivo, così
entusiasta che si è messo in testa di preparare molte cose
per questo mese e quando mi ha domandato se per caso volessi aiutarlo,
sono rimasta talmente sorpresa che non ho voluto dirgli di no.
È stata la prima volta dopo il depistaggio o la prima volta
in tutta la mia vita che mi ha chiesto di dargli una mano in qualcosa.
È un lato positivo, no?
L'unico problema che si è posto è stato dove
poter cucinare ma -dopo un lungo dialogo a cui ha partecipato uno
stranamente-sobrio
Haymitch, trovatosi lì per
caso- abbiamo deciso che staremo a casa sua per non
portare gli ingredienti da un'abitazione all'altra.
«E se avessi un episodio?» quello era l'ostacolo
più grande da superare.
«Ma non farmi ridere, ragazzo!» lo ha subito
ammonito Haymitch gettandosi sulla poltrona del mio salone.
«Ormai dormi con lei ogni notte e siete ancora tutti
interi» ha continuato con quel tono ironico che lo
caratterizza sempre.
Peeta era rimasto a guardare la sua lunga cicatrice sulla mano con fare
restio, «ma non sono completamente guarito e non vorrei che
lei assistesse a qualche mia scenata da pazzo».
«Ma tutto quello che ti occorre lo hai a casa tua, mentre qui
-a parte un misero set di pentole e stoviglie- non troveresti
niente».
Non sapevo se prendere negativamente o positivamente la considerazione
che Haymitch aveva fatto su quanto la mia cucina fosse poco attrezzata.
«Però, la maggior parte delle volte, non ti
dispiace venire a mangiare... specialmente nelle ultime
settimane...» l'ho subito punzecchiato ritenendo il suo
commento per niente carino.
Dopo il nostro arrivo al distretto, non ci siamo visti quasi mai.
«Santo Cielo tu!» si è subito girato
nella mia direzione. «Chissenefrega
di come cucini o di quello che hai in credenza! Stavo solo dando un
consiglio a quest'altro imbecille» è sbottato
sprofondando ancora di più nella poltrona.
«Ubriacone
idiota» ho mormorato tra me e me incrociando le
braccia al petto e poggiando la testa sul bracciolo del
divano.
In quel momento, sentire Peeta trattenere le risate, è stata
una sensazione davvero bella ma altrettanto fastidiosa. Mi sono subito
raddrizzata.
«Non c'è nulla di tanto divertente. Stavo solo
difendendo la mia proprietà» ho risposto offesa.
Proprietà...
"guadagnata uccidendo delle persone" avrei potuto continuare con lo
stesso tono basso ma anche i muri sanno quanto il sarcasmo non sia mai
stato il mio forte e non ho azzardato.
«Va bene. Vorrà dire che staremo da me»
mi ha sorriso lievemente il ragazzo del pane, interrompendo la
discussione sul nascere. «Però... Haymitch...
perché non vie...?»
«No» lo ha interrotto all'istante. «Ho
smesso di farvi da balia -almeno credo- e sai già la
motivazione per cui non verrò» lo ha guardato
seriamente per un minuto buono.
«Ma se dovesse succedere... tu non esitare ad entrare e a
stendermi» ha sospirato.
Cosa voleva dire? Si erano scambiati una promessa della quale io non
sapevo assolutamente nulla?
- Io e Peeta siamo sul suo porticato e tira un
vento così freddo e forte che potrebbe congelarci le ossa e
trascinarci in pochi secondi nella piazza del distretto.
- È più di un anno che non
metto piede in questa casa che tanto mi spaventa* e -una volta dentro-
rimango sconvolta dall'assoluta somiglianza con la mia. Avevo
dimenticato quanto fosse pulita e che avesse lo stesso profumo -anche
se meno intenso- di Peeta.
- Ancora non so spiegarmi il perché mi
incuti tanto timore nonostante non ci viva.
- Katniss,
datti una calmata, continuo a ripetermi come una mantra
mentre osservo con attenzione la foto poggiata sul mobiletto
all'entrata. Raffigura la famiglia Mellark al completo. C'è
un piccolo nontiscordardimé secco al lato.
- Rabbrividisco.
- Poso al volo il mio cappotto sull'attaccapanni e
raggiungo Peeta in cucina.
- Sta giocherellando con delle arance
però ha lo sguardo perso nel vuoto.
- Mi schiarisco piano la gola,
«allora... in cosa posso esserti utile?» poggio le
mani sullo schienale di una sedia trovandolo completamente graffiato da
solchi che mi fanno pensare parecchio.
- «Oh...» ci riflette su,
«che ne dici di separare i tuorli dagli albumi?»
dopo nota la preoccupazione nei miei occhi.
- Cosa fa per ore quando è da solo in
questa terribile casa?
- «Sì, certo»
rispondo atona dirigendomi verso la credenza.
- «Katniss...» mi chiama dopo
alcuni minuti sospirando, ha capito che non ho intenzione di aprire
bocca. «Quelli... è quando...» cerca di
spiegarmi lasciando la frase a metà.
- «Sai che non voglio che tu ti nasconda
da me» dico prendendo due contenitori ampi. «Quante
uova?»
- «Sette» riempie una
planetaria di farina. «È quando devo avere
qualcosa a cui aggrapparmi».
- Il suo comportamento non lo tollero affatto.
Sento che, da un momento all'altro, potrei gridargli così
tante brutte parole da non riuscire più a
controllarmi.
- «Che hai promesso a
Haymitch?» è questo
che mi infastidisce tanto.
- «Cosa?» mi guarda sconvolto
non riuscendo a capire.
- «Lo sai benissimo» sono al
terzo uovo. «A quanto pare, tu e quell'ubriacone mi eclissate
completamente dalle vostre discussioni!» sbotto
irritata.
- «Ma non è vero!»
cerca di mantenere il controllo continuando a mescolare acqua e
farina.
- «Allora perché l'altro
giorno ha detto che non sarebbe venuto?» il quinto uovo quasi
mi scivola dalle mani.
- Dopo un po', mi rendo conto dello sguardo
impensierito e cupo di Peeta e mi mordo la lingua all'istante.
- Ecco. Ora avrà un episodio e la colpa
sarà solo mia.
- Sento quasi il sapore ferroso del sangue
scivolarmi giù per la gola quando il ragazzo del pane inizia
a parlare.
- «Semplicemente mi ha detto di non
avere costantemente il terrore di fare del male a chiunque. Devo vivere
per me stesso e per quelli a cui tengo di più...» settimo uovo, finito.
«Ma è difficile» conclude sospirando e
continuando ad aggiungere farina al composto informe.
- La sua affermazione non fa una piega. Sta
dicendo la verità, gliela leggo in quelle sue iridi
cristalline un po' malinconiche.
- Gli avvicino i due contenitori dandomi della
grandissima stupida.
- «Mi dispiace» sussurro piano
girandomi di spalle.
- Sono
orribile, Peeta.
Alla quarta infornata ci fermiamo giusto qualche minuto.
Io mi siedo vicino al camino avvolgendomi con il plaid mentre lui
prepara la cioccolata.
Da quando è arrivato al Distretto 12, non faccio che
comportarmi malissimo e usarlo in continuazione.
Se non fosse che la notte abbia un così disperato bisogno
che lui mi abbracci, magari non gli permetterei di dormire insieme a
me. Ma la verità è che non capisco più
quello che mi succede da tempi immemori, ormai...
Non sono mai riuscita a chiarire i miei sentimenti per Peeta Mellark,
specialmente dopo il suo ritorno.
Faccio continuamente pensieri contraddittori sul ragazzo del pane... E
non perché c'è ancora Gale nella mia
mente -ho smesso da parecchio di cercare un qualcosa che mi
legasse a lui e che andasse oltre l'amicizia- ma perché
sento quasi di non avere freni inibitori quando mi trovo con Peeta.
Mentalmente confusa.
Mentalmente confusa. Sono una mentalmente confusa.
Non mi posso permettere di provare alcun tipo di sentimento che non sia
il rancore e il rimorso verso me stessa, la persona che non
è riuscita a proteggere nessuno, colei che ha creato tanta
distruzione attorno a sé.
Qualcuno si sistema alla mia sinistra «ecco a te»,
Peeta mi porge una tazza di cioccolata calda nella quale galleggiano
dei pezzetti di pane.
Mi sembra di perdermi insieme alle fiammelle che volteggiano nel
camino.
«Ricordi quando...» inizio a parlare per poi
bloccarmi subito. Sento un nodo alla gola che mi rende difficile
continuare.
«Quando te l'ho preparata durante i nostri primi
giochi?» posa il suo sguardo su di me.
«Sì» tossisce subito dopo.
Questa mi è nuova.
«Non ti senti bene, Peeta?» gli domando
sorseggiando un po' della bevanda.
«Ho giusto un po' di mal di gola, non
preoccuparti».
Sembra la stessa situazione in cui ci siamo trovati un mese fa, quando
mi ha baciata per la prima volta dopo tantissimo tempo; ho una strana
sensazione che mi attanaglia lo stomaco.
«Il ventidue papà avrebbe compiuto gli
anni» mi dice tutto d'un fiato dopo poco. «Avremmo
potuto stare insieme come tutte le altre volte. Io e i miei fratelli
avremmo lavorato al posto suo tutta la giornata e avremmo mangiato gli
avanzi dei dolci festeggiando con lui» si perde come me ad
osservare il fuoco consumare piano piano il legno. «Invece...
sono morti tutti quanti nello stesso momento» mangia un pezzo
di pane inzuppato di cioccolata. «E io sono vivo e da solo e
pazzo» stringe forte la ceramica grigia tra le mani facendo
diventare le nocche bianche.
Da solo.
Sì. È naturale che Peeta si senta solo
e lo capisco perché anche io percepisco quasi sempre il
vuoto che mi ha assalito dopo la morte di Prim.
Vorrei dire qualcosa ma quello bravo con le parole è sempre
stato lui; è in circostanze come queste che mi sento
assolutamente inutile.
Però, improvvisamente, mi ritrovo ad accarezzargli i capelli
-nemmeno fosse il pelo morbido di Ranuncolo- e mi rendo conto che
è questa la mancanza di freni inibitori; mi succede solo
quando sono in sua presenza. Mi fa fare certe cose che vanno oltre il
mio controllo ma in cuor mio so che è l'unico modo che ho di
proteggerlo.
«Katniss» mi sussurra chiudendo gli occhi,
«posso abbracciarti?» mi domanda flebilmente.
«Sì» rispondo trovandomi immediatamente
tra le sue braccia calde.
Lo sento soffocare un singhiozzo e poi un altro e un altro ancora tra i
miei capelli, «grazie» mormora stringendomi ancora
di più così da farmi sentire il suo profumo di
cannella.
*Katniss spiega esattamente perché è tanto
terrorizzata dalla casa di Peeta in Nell'oscurità... una
luce.
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Ciaoooo! Auguri di buon Natale! ♥
Scusatem, sono in un ritardo pazzesco. ¡Desculpe!
ç_____ç
Ed eccovi il secondo capitoletto di Winter Flu. Dico
capitoletto perché, come il primo, è un tantino
corto e io non scrivo capitoli corti, anzi! Abbondo. Forse anche
troppo. Ma non preoccupatevi! u.u Il prossimo sarà molto
più lungo perché ho bisogno di chiudere questa
mini long invernale e - purtroppo ;____; - non natalizia.
Credo che alla fine ci starò davvero male. Nel senso... Io
AMO occuparmi di queste storielle e ogni volta che passo da "In corso"
a "Completa" è un colpo al cuore. E non è come le
one-shot (anche se ci sto lo stesso uno schifo) che sono
autoconclusive, è molto più 'doloroso' mettere la
parola fine a delle long.
Ecco, forse non starete capendo una ceppa di quello che sto
scrivendo, perdonatemi di nuovo... credo che di questi miei pensieri
malinconici ne sarete abbastanza
sommersi la prossima volta. Aspettateli con ansia e.e
Ricordate che Katniss è ancora una mentalmente confusa e che
Peeta si trova nella fase post-depistaggio e
post-episodidapazzofurioso, quindi... c.c
Altra novità - se così possiamo chiamarla -
è HAYMITCH. Lo adoro. Letteralmente. E mi sembrava logico inserirlo almeno in un piccolo dialogo
u.u
Ora non so che altro dire... l'ho dimenticato
òwò
La scena della cioccolata calda ♥ - con i pezzetti di pane che
galleggiano e che Peeta ricorda di aver messo durante i primi Hunger
Games - era obbligatorio metterla.
Vedetela come una specie di routine degli Everlark.
In questo capitolo ritorna di nuovo il dibattito avuto tra Haymitch e
Peeta quando il ragazzo è arrivato al Distretto 12 - giuro
che ho già scritto questa one-shot e la
pubblicherò non appena concluderò Winter Flu.
Altra cosa che si nota (e poi smetto di digitare) è come
Peeta si stia mano mano lasciando andare. Si sta lasciando proteggere
da Katniss raccontandole i suoi ricordi felici e malinconici.
Non so se ve ne siete accorte ma il tempo in Winter Flu è
leggermente più indietro del nostro.
Mi spiego meglio... Peeta dice che il padre è nato il 22
dicembre e quindi si capisce
- sì, si capisce - che sono tipo al 19 o 20 dicembre e che sono agli sgoccioli di un
autunno alquanto gelido.
È tutto un calcolo strano e voluto dalla sottoscritta senza
uno scopo ben preciso :D
Mi sto rendendo molto ridicola... ☺
Okay. È arrivato il momento di dire "Au revoir"
Spero di ricevere altri commenti (Grazie mille ♥) e di
sapere cosa ne pensate.
Al prossimo e ultimo capitolo ♥
Un bacio ♥
*cuori a volontà*
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