La guerra di Vahel

di lapoetastra
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Elene stava tornando all'accampamento con i suoi uomini.
La battaglia era vinta, i morti davvero molto pochi ed i feriti erano già stati guariti grazie alla magia del bastone di Starmoon.
Guardò le facce dei suoi compagni: erano tutti sorridenti, nonostante la stanchezza.
Perfino Bran, sempre triste e cupo, ora aveva un'espressione molto simile alla gioia dipinta sul volto affilato e, appoggiato al fratello Dow, procedeva lentamente.
< Cosa c'è, mia Signora? >, le chiese dopo un po' gentilmente Tanis, che camminava a fianco a lei.
< Niente, è solo che... mi domando se ho fatto bene a risparmiarlo >, rispose Elene, in un sussurro.
Tanis non rispose.


Derek si godeva ogni parola che rivolgeva a Calder, ormai morente.
Si divertiva a trattarlo come un idiota, uno che si era lasciato ingannare proprio dalla persona a lui più vicina.
< Addio Birghtblade, questa volta ho vinto io >, gli disse con un ghigno, sputandoli in faccia quelle parole.
Si girò ed iniziò ad incamminarsi, tronfio, quando udì una voce alle spalle.
< Non credo proprio >.
Non fece neanche in tempo a girarsi che sentì una lunga lama penetrargli nelle costole, fino a comparire insanguinata davanti ai suoi occhi.
Provò un immenso dolore, ma non solo per la ferita, piuttosto per la consapevolezza di aver perso così miseramente.
Cadde a terra e prima di morire riuscì a voltarsi per vedere chi l'aveva ucciso: aveva riconosciuto quella voce.
Eccome se l'aveva riconosciuta.


Dopo che la Signora dei draghi lo aveva colpito e lui si era accasciato al suolo, Calder era convinto che sarebbe morto a momenti.
Ma ciò non accadde.
Si accorse che non era ferito al petto, come pensava, bensì alla spalla sinistra.
Stava per cercare di alzarsi quando gli apparve davanti agli occhi il suo secondo, Derek.
Calder, capendo di essere stato ingannato e tradito, fece finta di stare per morire: sapeva infatti che se si fosse alzato e avesse fatto vedere che stava relativamente bene, Derek non avrebbe perso tempo per finirlo del tutto.
Attese dunque che l'altro si girasse per andarsene e, con un piccolo sforzo, si tirò su e trafisse la schiena del traditore.
Accertatosi che fosse morto, pulì la lunga spada sul suo corpo esanime ed iniziò ad incamminarsi verso il suo accampamento.
Solo allora gli vennero in mente le parole che Elene, la Signora dei draghi, gli aveva detto quando lo aveva ferito e che subito credeva di non aver capito: "Io ti risparmio".
Calder sorrise, e si confuse tra le ombre della sera.
 




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