For the king!

di misslegolas86
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Il corno risuonò basso e potente sul frastuono del campo di battaglia. Coprì le urla, il clangore delle armi, i barriti dei troll portando all’improvviso un innaturale silenzio, un’attesa carica di speranza o paura a seconda dei fronti. Il corno da guerra, muto e silenzioso per tanti anni tornò a far sentire la sua possente voce dalla terrazza di Erebor annunciando la discesa in campo del Re Sotto la Montagna.
Un rombante rintocco di campana seguito da una pioggia di pietre spalancò l’enorme antro, l’ingresso al più florido regno dei nani nella Terra di Mezzo. Dal buio emerse uno sparuto gruppo di nani eppure alla vista, feroci e determinati, sembrava il più micidiale esercito sceso sul campo di battaglia. A guidarli era il possente Thorin figlio di Thrain figlio di Thror legittimo signore sotto la Montagna. Armi in pugno seguito dai suoi tredici compagni corse veloce a dar man forte ai consanguinei dei Colli Ferrosi.
I nani guerrieri che stavano retrocedendo quasi soverchiati dalla furia degli orchi si aprirono meravigliati per lasciarli passare e, subito dopo, riprendendo vigore, compatti imbracciarono le armi per tornare a lottare. Fiduciosi ed esaltati dall’improvvisa piega degli eventi tutti i nani seguirono senza indugio il loro re, pronti a morire pur di difendere la terra dei loro avi.
“Per il re!” urlarono pieni di una gioia che non provavano da anni, da quando Smaug era arrivato spazzando via ogni cosa. “Per il re!” ripeterono carichi di determinazione. Non era l’Arkengemma che univa i nani intorno a Thorin, né la corona di suo nonno che ora giaceva abbandonata a terra sul pavimento d’oro del Salone dei Re. In lui i nani riconobbero i quel momento di difficoltà l’erede del grande Durin, colui che aveva l’autorità di guidarli non per qualche possedimento di oro o di pietre rare ma per il coraggio e l’audacia che contraddistingueva gli eredi del SenzaMorte.   
Thorin avanzava fiero primo tra tutti i nani seguito, subito dietro, da Fili e Kili i suoi adorati nipoti e poi da Dwalin e Balin che erano per lui come dei fratelli. Sentì in bocca il sapore agrodolce dell’adrenalina mentre il cuore batteva all’impazzata gioioso di lanciarsi di nuovo in battaglia. Il sangue dei Durin aveva avuto la meglio aiutandolo a superare la follia dell’oro, riportandolo alla vita, ridonandogli l’onore e il coraggio che lo avevano sempre contraddistinto.
“DU BEKAR!” urlò nella lingua della sua razza, lanciandosi spada in pugno contro l’orda compatta di orchi davanti a lui esaltato dalla possibilità di lottare ancora una volta contro i nemici giurati dei nani, deciso a vendicare suo padre e suo nonno.
La formazione a forma di lancia guidata da Thorin penetrò in profondità tra le fila degli orchi travolgendo e trucidando chiunque si ponesse sul suo cammino. E tra un colpo ed un affondo a Thorin sembrò di rivivere un’altra battaglia in un altro luogo della Terra di Mezzo quando era ancora un giovane nano anche se già segnato da atroci dolori. Davanti ai cancelli di Moria aveva seguito prima suo nonno e poi suo padre obbedendo ai loro ordini anche quando Thrain gli aveva imposto di non accompagnarlo nel duello mortale contro Azog. Da allora non lo aveva più visto. La battaglia di Azanulbizar era ancora una ferita atroce aperta nel suo cuore. Nella valle dei Rivi Tenebrosi sulle pendici di Zirak Zigil aveva perso tutta la sua famiglia. Il rientro ai Colli Ferrosi era stato più che mesto. Ricordava ancora le lacrime di sua sorella Dis quando le aveva annunziato che tra i nani bruciati c’erano suo marito e Frerin loro fratello nonché Thror. Thorin aveva vegliato e assistito al rogo di ognuno di loro, completamente solo al mondo.
Di Thrain non aveva trovato alcuna traccia sul campo di battaglia e per tale motivo Thorin aveva sempre nutrito la vana illusione che fosse ancora vivo. Un’inutile illusione.
Ma ora finalmente era arrivata la resa dei conti con il nemico giurato della sua stirpe e non si sarebbe tirato indietro. Thorin montò su uno degli arieti da guerra dei Colli Ferrosi
“Hai intenzione di uccidere Azog?” chiese Dain sorpreso dalla furia e dalla determinazione del cugino
“Io lo ammazzo quel pezzo di lerciume!” esclamò Thorin dando già di speroni spada in pugno. Era ora di saldare i conti col passato, di vendicare i suoi cari, solo in seguito avrebbe preso il posto che gli spettava nel mondo. Niente aveva più importanza della rivalsa contro colui che aveva sterminato i suoi cari, neanche la Montagna. Era il sangue che gli imponeva di agire e un Durin non si sarebbe mai tirato indietro.
 
SPAZIO AUTRICE
Questa volta ci ho messo un po’ per mettermi a scrivere. La visione dell’Hobbit – The Battle of five armies è stata atroce. Pur sapendo che sarebbe finita così avendo letto il libro la cosa mi ha comunque devastato.
Alla fine sono ricorsa al mio solito rimedio scrivere. L’ultimo capitolo di questa trilogia mi ha dato una marea di spunti per scrivere inoltre visto che non ho per niente voglia di lasciare la Terra di Mezzo sono convinta che scriverò ancora molte storie sull’unico Re Sotto La Montagna. Thorin è un personaggio che non riuscirò ad abbandonare mai (così come ha dichiarato anche Richard Armitage).
Per questa prima storia post BOFA ho scelto il momento che più mi ha fatto venire i brividi vedendo il film la discesa in campo di Thorin e dei suoi. Chi non si sarebbe unito al suo assalto?
Ringrazio tutti quelli che leggeranno e un grazie speciale a chi vorrà lasciare un commento.
A presto.
 




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