"Dai, almeno un bacino piccino picciò puoi
darmelo?"
tentò ancora Antonio.
"Bastardo se non la pianti ti arriva
una testata." gli rispose dolce
Romano.
"Daaaaaaaaaaa[...]aaaaaaaai" continuò a
chiedergli il moro attaccandosi al suo collo
"peeeeeeeeeee[...]eeeeeer favoreeeeee!"
"Levati
subito pezzo di stronzo, non ne ho voglia."
Stavano
discutendo ormai da un po' su che cosa avrebbero potuto fare quella
sera, ma il castano sembrava restio a qualunque attività che
non
fosse stare sul divano a guardare una partita di calcio.
"Dai,
usciamo e andiamo al bar con Gilbert e Francis a bere qualcosa e poi
vediamo." ritentò ancora lo
spagnolo.
"No."
"Daaaai."
"No."
"Daaaai."
"Ho
detto di no."
"Ciao Tonio!" lo salutò Gilbert
quando i due latini furono entrati nel bar.
"Alla fine siete
venuti!" si intromise Francis facendo gli occhi dolci a Romano e
ricevendo un calcio sotto banco da parte di Arthur "Come
va?"
"Meglio di te quando stai con l'inglese di sicuro."
gli rispose acido l'italiano.
"Hey, Antonio per quei disegni
che dovevi passarmi?" si intromise Elizaveta prima che
succedesse chissà cosa. Succedeva sempre chissà
cosa.
"Te
li ho spediti via mail prima, quindi è tutto a posto?"
"Certo
certo." stava per continuare l'ungherese, ma venne interrotta
dal suo ragazzo che urlò a squarcia gola "Portaci sei birre
Gim!"
"Non mi chiamo Gim!" gli disse in risposta il
barista. Ma naturalmente all'albino non poteva fregarne di meno,
quindi con un alzata di spalle tornò a prestare la sua
magnifica
attenzione ai suoi amici.
Si ritrovavano spesso al bar, e
nonostante i due tsundere facessero sempre rogne si divertivano
parecchio.
Quella sera non stava facendo eccezione, neanche quando
in via del tutto eccezionale partì la musica e Eliza e
Gilbert
corsero a sfidarsi in una gara di ballo.
Dopo diverse insistrenze
Francis riuscì a trascinarsi dietro Arthur e al tavolo
rimasero solo
Antonio e Romano.
"Non vuoi proprio andare a ballare mi
amor?" chiese lo spagnolo sognante.
"Non ne ho voglia."
disse l'italiano incrociando le braccia. Antonio era così
bravo che
tutte le ragazze e Francis si giravano a guardarlo.
E questo
non. Doveva. Succedere.
"Ma ci
divertiremo!"
"No."
"Dai."
"No."
Antonio
stava per continuare quando gli sembrò di avere uno strano
dejavu.
Naah. Sciocchezze.
"Se vieni con me stanotte ti
prometto che..." non finì la frase che gli arrivò
un calcio
negli stinchi.
"Non dire queste cose in pubblico!" quasi
gli scappò un acuto. Ma non si vergognava?!?
"Ma tutti
stanno parlando di ciò che faranno dopo! Sicuramente Eliza e
Gil si
stanno sfidando proprio per chi starà sop..." e altro
calcio.
Perché Romano era così difficile da convincere?
Certo, a
volte diventava proprio irresistibile, come quando gonfiava le guance
che si colorivano di rosso pomodoro, ma...
Gli sarebbe piaciuto
che per una volta non opponesse resistenza.
"Almeno un bacino
me lo dai?" tentò per l'ennesima volta avvicinandosi
languido
all'italiano. Che dal canto suo gli rifilò una semplice
spallata
quando fu a distanza di tiro.
"Ma..." il moro stava per
aggiungere qualcosa quando cambiò improvvisamente idea
"Allora
vado a prendere qualcos'altro da bere."
"Non portare
della birra."
"Ok..." rispose assorto.
Antonio
si alzò lentamente dal tavolo e cercando di evitare la pista
da
ballo arrivò al bancone.
"Due di quelli rossi dentro ai
bicchieri tondi." disse indicando l'immagine di un cocktail
luccicante in offerta. Va bene divertirsi, ma l'appartamento va
pagato.
Certo, quando avrebbe chiesto a Romano (il suo vicino di
casa) di andare a vivere con lui, magari avrebbe potuto permettersi
qualcos'altro.
"Arrivano subito."disse allegro il
barista, almeno a ordinare non era venuto quello che lo chiamava
Gim.
"Gracias." e afferrando un bicchiere per mano si
avviò al tavolo.
"Muovi quel bel panorama che ti ritrovi
amour!" esclamò il francese piroettando.
"Shut up
stupid frog!" lo zittì l'altro muovendosi impacciato. Odiava
ballare, sembrava un pezzo di legno in gilet. Perché a lui?
"Muovi
quel bel panorama che ti ritrovi liebe!" urlò a squarcia
gola
Gilbert.
"Pensa a ballare csibe, che tanto vincerò io!"
gli rispose Elizaveta.
Si stava divertendo un mondo a muoversi in
quel modo, sempre e comunque con l'albino.
Antonio senza far
oscillare troppo i bicchieri cercò di ritornare da Romano,
impresa
resa più difficile da tutta la gente che era andata a
scatenarsi.
"Non riuscirai a starmi dietro!" urlò
il tedesco cercando di sovrastare il caos.
"Questo è quello
che credi tu!"
"Ecco... passare a fianco della
colonna... schivare il divanetto... ci sono quasi." biascicò
piano lo spagnolo.
"Prova a fare questo." si fece
sentire Gilbert prima di fare un salto mortale in mezzo a
tutti.
"Niente di più facile!" gli rispose la ragazza,
sarebbe toccato a lei il premio. Prese la rincorsa e saltò.
Momento
di silenzio...
Atterrò alla perfezione. Ma le si stortò un tacco
e finì addosso ad Arthur.
Lo spagnolo non capì altro.
Stava
esultando per le acrobazie dei suoi amici, quando non vedendo su cosa
mise il piede cadde in avanti.
In quel momento solo Francis si
accorse di lui, ma non fece in tempo a sorreggerlo.
Il moro cercò
di pararsi con le mani, ma dato il posto dove si trovava, prima di
riuscirci sbatté la testa contro una trave di metallo.
Poi
buio.
"ANTONIO!" stava per urlare il francese, ma
venne anticipato dall'italiano.
Romano vista tutta la scena si era
subito buttato dal suo ragazzo.
"No-no-no-no-no." si
ripeteva tra sé mentre arrivava accanto al corpo del moro
circondato
da gente "No_no_no_no_no!"
"Ma che è successo?"
si fece sentire una ragazzina esclusa dalla folla.
Ma è
stronza?! pensò l'italiano guardandosi intorno
alla ricerca di
un cuscino. Una volta trovato lo posizionò sotto la testa
dello
spagnolo e attese.
Francis aveva chiamato l'ambulanza mentre il
castano riusciva solo a pensare che se fosse andato a prendere lui da
bere non sarebbe successo. O che se fossero andati a ballare non
sarebbe successo.
O che...
Era completamente in panico quando
un leggero movimento di una mano dello spagnolo lo fece calmare di
colpo. Gli si inginocchiò a fianco scostandogli i capelli
dal
volto.
Se si fosse svegliato avrebbe ballato con lui.
Si
sarebbe fatto baciare in pubblico.
Avrebbe...
Antonio mosse gli
occhi sotto le palpebre e l'italiano gli si avvicinò.
Avrebbe
dato qualsiasi cosa se quegli occhi si fossero riaperti.
"Hay
que dolor..." biascicò in quel momento lo spagnolo tenendosi
la
testa. Romano non aspettò un istante e gli saltò
al collo
baciandolo.
Buio. era tutto completamente buio.
Ah no!
Infondo c'erano delle piccole lucine rosse che si stavano
avvicinando.
Antonio si guardò intorno sconvolto, poi si
tranquillizzò quando si accorse che erano pomodori.
Dopotutto va
sempre tutto bene quando ci sono dei pomodori.
Si tirò in piedi
spolverandosi i pantaloni e si guardò intorno. Poi vide una
luce
bianca sopra di sé.
Si accorse di essersi svegliato quando sentì
contemporaneamente una sensazione bellissima e una orribile.
Per
prima cosa si portò una mano alla testa per cercare di
alleviare
quella dolorosa. Poi aprì gli occhi per capire quale fosse
quella
piacevole.
Antonio sapeva di essere un bel ragazzo, ed era
abituato ad avere delle ammiratrici. Ma non si sarebbe mai aspettato
che quel ragazzo -carino, ma pur sempre un ragazzo-
con quello
strano ciuffo ci provasse in modo così esplicito con lui da
arrivare
perfino a baciarlo in un locale pieno di gente!
E soprattutto
appena rinvenuto!
Ma i suoi amici dov'erano per permettere una
cosa del genere?
Tirandosi su si staccò dal ragazzo castano che
gli stava davanti cercando di scusarsi "Lo siento amigo, pero
jo..."
L'altro lo guardava come se non capisse, si stava
aspettando qualcosa?
Stava per continuare quando in quel momento
si sentirono le sirene dell'ambulanza fuori dal locale.
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Spero vi piaccia, io cercherò di aggiornare in un
tempo decente e con decenti spazi di tempo tra loro.
Qualsiasi cosa io abbia detto.
CIAO!
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