Aoyagi
sente che potrebbe liquefarsi, di quel passo. È sotto il
kotatsu con l’intero
corpo salvo la testa, che sta fuori. Come se non bastasse, Teshima
è su di lui
che lo abbraccia con un sorriso dolce.
Non sa se ha più caldo per colpa del kotatsu o se per la
vicinanza del suo
compagno, di quel ragazzo che ama moltissimo e che sembra essere
l’unico a
poterlo capire. Apre appena la bocca per poter dire qualcosa ma ci
ripensa e la
richiude senza aver pronunciato una sola sillaba.
Va bene così. Vuole godersi al massimo quel momento insieme,
quel momento solo
loro.
Socchiude gli occhi mentre accarezza la schiena di Junta.
L’altro ricambia passando
una mano tra i suoi capelli chiari, in totale contrasto con i propri,
scuri.
“Hai troppo caldo, Aoyagi?”, chiede Teshima,
appoggiandogli le labbra sulla
tempia. Il ragazzo si vergogna a dover ammettere che inizia a mancargli
il
fiato ma dall’altra gli dispiace dover rinunciare alla
vicinanza dell’altro
solo per poter respirare un po’. Si sta bene sotto il kotatsu
ma il calore
corporeo è davvero troppo.
Aoyagi annuisce appena, senza riuscire a guardarlo negli occhi e Junta
si
sposta per potersi mettere dall’altro lato del tavolino in
modo da non stargli
troppo vicino.
Nonostante ora stia bene, Hajime si sente vuoto.
Lo inquieta, lo fa sentire troppo solo. Deglutisce, mentre gli occhi
saettano
verso il compagno.
Frettoloso, cerca la mano di Teshima per poterla stringere e nonostante
l’altro
sia sorpreso lo ricambia con un sorriso un po’ colpevole.
Sa che a Junta fa piacere avere sempre un po’ di contatto
fisico ma probabilmente
non vuole dargli qualche fastidio.
Quelle dita intrecciate riempiono un poco quel piccolo vuoto ed
è per questo
che Aoyagi si sposta e raggiunge Teshima, raggomitolandosi contro di
lui.
Prende il suo maglione tra le dita, come a fargli intendere che non lo
lascerà
andare, questa volta. Si pente di aver ammesso una debolezza che lo ha
allontanato. Non riesce a stargli lontano.
“Aoyagi, non ti disturba?”
“Un po’. Ma posso sopportare.”, sussurra
l’altro, rannicchiandosi ancora di
più.
Junta sbuffa divertito, prima di chinarsi, farlo uscire un
po’ da quel guscio –
soprattutto dal
kotatsu –
per dargli un
bacio a fior di labbra, seguito da altri sulla nuca, sulle guance, sul
collo.
Adora vezzeggiarlo in quella maniera, la gioia di quei piccoli gesti
è
indescrivibile.
Aoyagi sente le sue braccia circondargli di nuovo le spalle e non
può che
esserne felice.
Caldo o non caldo, il suo posto è lì.
Vicino a Teshima.