Still here
STILL
HERE
Era
passato un mese da quando l’avevo persa. Da quando non sentivo più la sua
risata, da quando non vedevo più la sua figura, i suoi bellissimi occhi
azzurri.
Alla fine non ce l’avevo fatta. Non l’avevo protetta.
Si era messa in mezzo tra il raggio del cannone e Kuvira ed aveva perso la
vita, creando un nuovo portale.
I giorni passavano monotoni, uno dietro l’altro, senza senso. Tutti gli altri
ci avevano messo una pietra sopra. Io fingevo. Il giorno mi mostravo la solita
Asami Sato, proprietaria delle Industrie del Futuro, mentre la notte usciva
quello che ero realmente, una donna sola.
Ogni
volta che toccavo il letto, incominciavo a vederla. Sognavo che fosse ancora
qui e il suo corpo era così nitido, che sembrava essere vero, e credevo che lo
fosse, ma ogni volta che mi svegliavo scompariva, tornando nelle tenebre e
portandosi dietro tutte le cose che avevo di più caro, lasciandomi da sola. Ed
incominciavo a piangere.
Piangevo fino a che non avevo più forze per continuare. Quante volte avrei
voluto lasciarmi morire, per poter andare dov’era lei? Sapevo però che non
l’avrei raggiunta ugualmente. Il suo spirito si sarebbe reincarnato nel
prossimo Avatar.
Volevo essere con lei, dov’era, ma sapevo che questo era impossibile.
Con lei, avevo perso tutto quello che era importante nella mia vita.
Ogni giorno speravo che la notte arrivasse in fretta, per poterla vedere, per
potermi convincere che lei fosse ancora qui, nonostante tutto il dolore che
avrei provato al mattino seguente.
Questa era l’unica cosa che potevo e che posso fare per averla ancora qui.
Non le
avevo mai detto cosa provavo veramente per lei. Non ero riuscita a dirle quello
che da quattro anni mi tenevo dentro. Non avrei più potuto farlo.
Non avevo fatto in tempo a salvarla, anche se non avrei davvero potuto evitare
che questo accadesse. Per quanto ho corso, l’evacuazione dal robot, mi ha
spinta troppo distante da lei.
Quando mi ero finalmente avvicinata abbastanza, sapevo che ormai era troppo
tardi: quell’enorme esplosione viola era stata troppo violenta perché fosse
ancora in vita.
Ogni
notte aspettavo con ansia la sua ombra, sperando che prima o poi potesse
portarmi con se. Non l’ha mai fatto.
Da quel giorno mi sembrava di vivere in una bolla, tutti che parlavano ed io li
sentivo lontani anni luce da me. L’unica cosa che mi teneva legata al mondo era
lei. Eppure non riuscivo a buttare via la mia vita, perché sapevo che sarebbe
stato inutile, che non l’avrei raggiunta. Vivevo quindi nel rimpianto di non essere
stata insieme a lei negli ultimi momenti, di non averle mai detto “ti amo”, di
non essere stata abbastanza forte.
Sarebbe stata questa la mia punizione, vivere senza la persona a cui tenevo di
più al mondo, proprio come la pena che lei voleva far scontare a Bataar Junior,
sapeva che questo l’avrebbe distrutto.
Quando
il suo fantasma se ne andava, riportandomi alla realtà, mi rivenivano in mente
tutti i momenti che avevamo trascorso insieme, sia belli che brutti.
Sarebbe sempre vissuta una parte di lei in me e questo il tempo non l’avrebbe
mai cancellato, nessuno avrebbe potuto farmela dimenticare, per nessuno avrei
provato gli stessi sentimenti che sentivo per lei.
Ogni notte puntualmente mi svegliavo e incominciavo a piangere, pregando di
avere per sempre l’opportunità di vederla durante i miei sogni. Di vederla
perfetta come la ricordavo. Di vederla come realmente era.
-Korra, ogni notte sogno che tu sia ancora qui, ma mi rendo conto che sei fuori
dalla mia portata e la mia speranza, di toccarti, di sentirti, si infrange così
facilmente… sogno che tu sia ancora qui, ma poi mi lasci sola, portandoti via
tutto ciò che è rimasto. Rimani qui Korra. Rimani almeno per sempre nel mio
cuore, non fare in modo che il tempo ci cancelli, non fare in modo che tu sia
stata una causa persa dall’inizio- ripeto ogni notte come un mantra, quando la
stanchezza del pianto mi fa riaddormentare.
Rimani
ancora qui, Korra.
Note
dell'autrice: So che avrei dovuto portarvi il seguito della mini long
ma... la colpa è della mia ragazza che mi ha messo in testa
"Still here" dei digital daggers, facendomi pensare a loro due, proprio
nel mezzo della scrittura del secondo capitolo. Scusate, vi
porterò quanto prima il prossimo capitolo di Just the two of us
v-v
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