Disaster

di madelifje
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Nei capitoli precedenti di Disaster:
Niall Horan a chiesto ad Amy Styles di sposarlo e lei ha detto di no.
Bella Malik ha litigato con Sue dopo aver scoperto che lei aveva una relazione con Harry Styles.
Harry Styles è teoricamente sposato con quell'amore di Jenny Styles.
La summenzionata Jenny ha scoperto la storia tra il marito e Sue.
William Pitsbury, il fratellastro di Amy, vive con lei a Londra.
Ed Sheeran ha incontrato William ma non l'ha riconosciuto e quest'ultimo l'ha ingannato non dicendogli della sua parentela con Amy.
Jules O'Malley adesso lavora con il suo ex ragazzo Liam Payne. Stanno cercando di essere amici.
Tutta la combriccola (tranne Jules e Liam, che sono in Irlanda) si riunisce a casa Styles per festeggiare il primo compleanno di Sophie Horan.
Ovviamente si scatena l'inferno.


 
 
 

The scars you’re keepin’



 
Non sapevo se scoppiare a ridere amaramente o piangere a dirotto. Sembrava di essere in una di quelle sitcom che criticavo sempre, con me come protagonista sfigata della situazione.
Avevo sopportato la rivelazione sconvolgente di Bella – cioè che tra il mio fratellino sposato e la mia migliore amica ci fosse una relazione – la situazione tra Ed e William – non che mi meravigliasse: il mio fratellastro amava complicare la vita al prossimo – ma lei alla festa di mia figlia… no. C’era un limite a tutto, maledizione.
− Cosa ci fa lei qui? – chiesi a Niall, come se la diretta interessata non fosse presente.
− Piuttosto, questa “lei” chi sarebbe? – si intromise mia cognata. Jenny era assolutamente incapace di farsi i fatti suoi.
− La finta fidanzata di Niall – spiegò pacatamente Bella.
Noooo! – si lasciò sfuggire Louis, richiamando a sé l’attenzione di tutti.
− La cosa si fa interessante – commentò Billy, prendendo l’ennesima manciata di noccioline.
− Puoi dirlo forte, chiunque tu sia – replicò Zayn.
− Chiedilo a Niall.
Durante tutto questo scambio di battute io non mi ero mossa. I miei occhi chiari trapassavano quelli blu di Niall, sperando in una risposta che non fosse quella suggerita dalla mia mente.
− Pensavo fosse un buon modo per farvi conoscere meglio… - balbettò lui.
− Pensavi male.
Non immaginava quanto mi avesse fatto male. Già quella biondina stava lentamente logorando la mia vita sentimentale, presentarsi al compleanno di nostra figlia era troppo. Decisamente troppo. E che l’idea fosse stata di Niall…
− Ho portato un regalo per la festeggiata! – esclamò Liz, noncurante delle occhiatacce di tutti.
Appoggiò un pacchetto dall’aria morbida davanti alla festeggiata e, dato che io non muovevo un dito, toccò a Niall scartarlo. Nel silenzio più assoluto, il rumore della carta che veniva accartocciata e strappata sembrò ancora più forte. Quando l’involucro azzurrino atterrò leggermente sul pavimento, si sentì la voce candida di Noelle mormorare – Che bello!
Era un vestito di velluto Chanel, bordeaux, con annesse scarpe di vernice nera. Un vestitino che io non avrei potuto permettermi neanche andando avanti a pane e acqua per due mesi e, quando Niall disse a Liz che “non avrebbe dovuto”, fu come se qualcuno avesse aperto il vaso di Pandora.
− Non possiamo accettarlo – dichiarai.
− Amy, ti prego… - iniziò Harry, ma non lo lasciai finire.
− Non vedo l’utilità di regalare un abito del genere a una bambina di un anno. Non saprei quando farglielo mettere. Perciò ti sarei grata, Liz, se lo cambiassi con qualcosa di più sfruttabile: tra cinque mesi sarà troppo corto e Sophie l’avrà messo solo a Natale. Non tutti hanno i soldi che escono dal buco del culo e a tanti va bene così.
− Em… - mi supplicò Noelle.
− Spero che tu non la prenda sul personale.
Un’altra persona avrebbe incassato e cercato un modo per rendere meno terribile la situazione. Liz no.
Si passò una mano tra la chioma bionda, si schiarì la voce ed esibì la sua migliore espressione angelica.
− Senti, Amy, non so davvero perché tu ce l’abbia così tanto con me. È comprensibile che tu possa sentirti un po’… come dire… minacciata dalla mia presenza, ma non c’è bisogno di fare queste scenate, ecco.
Gelo.
Jenny smise immediatamente di mangiare. Niall imprecò sottovoce. Louis si alzò e prese in braccio Sophie, allontanandola da noi due. A Ed andò di traverso la fanta e Sue dovette dargli dei vigorosi colpi sulla schiena.
− Certo che tu, il cervello, non sai proprio cosa sia – fu il commento di William.
Nel frattempo io mi ero alzata in piedi. Non ricordavo di aver mai provato così tanta rabbia in tutta la mia vita.
− Minacciata dalla tua presenza. Certo – iniziai, - sicuro. Come se tu non avessi cercato di impressionare Niall con questo regalo costoso. O stavi forse comprando la simpatia di mia figlia?
− Tesoro, non stavo cercando di fare proprio niente. È ovvio che tu non riesca a capirlo, non è colpa tua se sei nata in una famiglia del genere. Semplicemente, da noi funziona così. Ed è per questo che i genitori del tuo ragazzo guardano me senza provare pena.
I silenzi che si erano creati fino ad adesso non erano niente, niente, in confronto a questo. Potevo quasi sentire il respiro di Sue di fianco a me.
Si sentì una notifica di whatsapp e la voce di Zayn avvisare tutti di aver appena ricevuto un audio da parte di Liam. Lo fece partire.
«Ehi Amy, visto che non mi caghi, scrivo al pakistano. Volevo fare gli auguri a quella bimba grande di Sophie, quando ci vediamo le darò il regalo. Intanto, sai qual è il faraone che è morto in un incidente stradale?» Pausa per creare suspense.  «Sutankamion! L’avete capita? Sut-an-kamion!» L’audio terminò dopo qualche secondo. Si sentì la risata soffocata di Noelle, che si affrettò a scusarsi.
Poi, con grande sorpresa di tutti, fu una voce maschile a intervenire.
− Liz, non mi sembra il caso – disse infatti Niall, con tutta la calma di questo mondo.
Nessuno si aspettava che intervenisse. Davvero. Soprattutto non dopo il mio recente rifiuto della sua proposta di matrimonio. Quella che rimase più allibita, però, fu senza ombra di dubbio Liz. Sbatté le palpebre più volte, sforzandosi di mettere a fuoco Niall, prima di assottigliare gli occhi.
− Sei stato tu a dirmi di portare qualcosa.
− Evidentemente ho commesso un errore.
Si era alzato anche lui, in tutta la sua altezza, e cercava di fronteggiare la sua finta fidanzata. Forse mi aveva perdonato. O forse quella situazione faceva arrabbiare lui tanto quando me.
− Quanto siete stupidi – sussurrò lei, − entrambi. Proprio non capite, vero?
Avrei voluto chiedere a cosa si stesse riferendo, ma ormai Niall si era galvanizzato e non mi lasciò parlare.
− Forse faresti meglio ad andare via.
− Ti conviene – gli fece eco Bella.
− Sentitela, la paladina di turno.
− Sue, per l’amor di dio…
− Cosa, Louis? Io mi ero semplicemente confidata. Perché sapevo di stare facendo qualcosa di terribilmente sbagliato. Le amiche dovrebbero aiutarti, vero? Invece no. Miss Moglie Perfetta ha pensato bene di darmi della puttana e un’altra manciata di epiteti che non ripeto. Ma per Amy ci sei sempre, vero?
− Sì, Amy non va con quelli sposati. Lei ha un minimo di cervello.
Conoscevo Sue Callaghan da parecchio tempo. Il suo carattere non aveva praticamente più segreti per me. All’apparenza era una persona normalissima, calma, gentile e disponibile. Non era sempre così. Riuscivo a vedere con esattezza quando oltrepassava il punto di non ritorno e abbatteva tutti i limiti che la sorreggevano. Si lasciava andare, glielo leggevi negli occhi, e a quel punto iniziavano i guai. Sue Callaghan sembrava equilibrata. In realtà, non riusciva a capire quando fermarsi.
E in quel momento riconoscevo lo sguardo.
− Amy è quella col cervello. Sicuro. Infatti siamo qui a festeggiare il compleanno della figlia non voluta, avuta col prof di musica. Davvero molto coscienziosa. Tutti hanno sempre finto che fosse una cosa normale. Ok, fate pure. E poi, da che pulpito viene la predica! Dalla ragazza che è scappata con Zayn Malik e se l’è sposato. Sapete cosa? Siete tutti degli ipocriti di merda. Jenny, che se la prende con me solo per non dover affrontare i problemi del suo matrimonio. Louis, che fa tanto il moralista perché è semplicemente geloso. Ed, che finge di essere amico di Niall solo per potergli stare vicino. Sì, Sheeran, la tua infatuazione è così palese. E Harry… con te non trovo nemmeno le parole.
Quando finì di parlare era senza fiato. Tremava, forse a causa dell’adrenalina che stava lentamente finendo di fare effetto, oppure per la liberazione di aver finalmente detto tutto quello che pensava. Piangeva. Teneva gli occhi inchiodati su Harry, il quale, dal canto suo, non riusciva a reggere il suo sguardo.
Nessuno ebbe il coraggio di parlare per molto tempo, fino a quando Billy non si schiarì la gola.
− Certo che sai davvero come spargere merda, ragazza.
− Perché non ci diamo tutti una calmata?  − tentò Noelle, venendo prontamente ignorata.
− Perché non eviti di dire cazzate, Sue? – saltò su Louis.
− Lou, davvero, stiamo calmi. – Zayn come paciere non era un granché, ma apprezzai il tentativo. Non si può dire lo stesso della cara Jenny.
− Invece di fare la vittima, tesoro – scandì, una mano ben salda sull’avambraccio del marito – perché non capisci che qui non ti vuole nessuno?
− Perché invece non ve ne andate tutti? − E fu così che Niall Horan stupì tutti per la seconda volta della giornata.

 
***
 

Nel profondo, Jules O’Malley sapeva di non aver dimenticato Liam. Non si sarebbe mai nemmeno azzardata a pensarla, una cosa del genere, ma era vera. Avevano deciso di essere amici. Perfetto. Jules non avrebbe potuto sperare di meglio. Peccato che, da quel giorno, i suoi tailleur fossero diventati più aderenti e il trucco più curato. Peccato che parcheggiasse sempre al B2, perché la macchina di Liam aveva il posto riservato al B1 e magari si sarebbero casualmente incontrati in ascensore. Peccato che, a causa della prospettiva di quell’incontro, avesse ricominciato a spruzzarsi litri di Dior. Peccato che ridesse sempre troppo forte quando lui le raccontava la Stronzata del Giorno, in ascensore. Jules detestava la propria risata. Aveva la sensazione che cambiasse di continuo. Se sommate tutti questi elementi, forse arriverete a capire come mai, quando Allison della scrivania 5 le chiese gentilmente di far firmare delle ricevute al signor Payne, lei avrebbe tanto voluto rifiutare.  Ovviamente disse di sì. Allison della scrivania 5 era stata così gentile…
Non fare cazzate, Jules, si disse, prima di bussare all’ufficio di Liam
Non ti azzardare, insistette, mentre lui diceva “avanti”.
Oh fanculo, sospirò, mentre i suoi occhi si posavano sulla figura palestrata di lui.
− Ti ho portato delle ricevute – annunciò, come se fosse stata Babbo Natale con una pila di regali.
− Perfetto, ringrazia Allison da parte mia.
Non mi congedare. Non ci provare, Payne, o giuro che-
− Stai… facendo qualcosa?
Le si riscaldò immediatamente il cuore, ma cercò di non darlo a vedere.
− No. In realtà ho già finito tutto quello che avevo. – Ed era una balla.
− Fantastico. Allora potremmo… tipo…
Ci stava provando, Liam, a non guardarle le gambe. Davvero. Ma a lui piacevano le curve e la gonna che Jules indossava quel giorno era molto attillata.
Non provocarlo. Non sei Bridget Jones.
Ignorando la propria coscienza, Jules si sedette su una delle sedie blu imbottite e accavallò con nonchalance le gambe. Avrebbe potuto giurare di aver visto Liam deglutire. Non era così disgustosamente felice da secoli.
− Tipo?
Lo vide arrossire per qualche secondo, poi il direttore Payne riprese il controllo di sé. Sempre facendo finta di niente, si tolse la giacca. Sotto portava una di quelle camicie che Jules aveva sempre amato, con le maniche prontamente arrotolate fino al gomito.
Si difendeva bene, l’infame.
− Non so, magari potresti fare la brava dipendente e andare a prendermi un caffè.
Jules si passò con indifferenza una mano sulle cosce, poi leccò le labbra sottili. Aveva visto tante volte sua sorella Madison comportarsi così, ormai era un’esperta.
− E così vuoi un caffè.
− Già.
Si portò i capelli da una parte sola, scoprendo il collo. Liam aveva sbottonato il colletto della camicia.
− Lo prendi ancora amaro?
Appoggiò i gomiti sulla scrivania e si sporse in avanti. Per un attimo si chiese cosa avrebbe pensato Allison se avesse deciso di affacciarsi, ma accantonò immediatamente il pensiero.
− Mh, sì.
− Ginseng o espresso?
− Sì.
− Liam?
− Non sto ascoltando una parola, Juliet.
L’utilizzo del suo vero nome la lasciò spiazzata. Aveva giocato l’ultima carta, il maledetto, capovolgendo immediatamente le sorti della partita. Ormai Jules non poteva fare più niente. Era finita.
− Ah no? – domandò stupidamente, a un direttore Payne che adesso avanzava verso di lei. Jules si alzò.
− Liam?
− Dimmi.
− E se la saltassimo, questa fase?
Non se lo fece ripetere due volte. In seguito Jules cercò di ricordare come fosse finita seduta sulla scrivania, con la gonna stretta che cercava di risalire e le braccia ben ferme dietro al collo di Liam. Ricordava solo la sensazione delle labbra di lui sulle sue e del tocco delle sue mani calde sulle cosce di lei. Credette seriamente di essere in paradiso, fino a quando non udì la voce di Allison chiedere che fine avessero fatto le ricevute, per poi troncarsi a metà dell’ultima parola.

 
 ***
 

Non posso credere che ci abbiano sbattuti fuori.
− Non dirlo a me, tecnicamente io là ci abito.
Ed Sheeran soffocò una risatina. Erano sul marciapiede fuori da casa Styles, indecisi sul da farsi o forse speranzosi che Niall si affacciasse per dire loro che era tutto uno scherzo. William però sapeva che non sarebbe successo. Per esperienza personale, era in grado di riconoscere la rabbia sulla faccia da tredicenne di Niall Horan. Un po’ gli era anche grato, perché gli aveva servito su un piatto d’argento l’occasione di spiegare a Ed Sheeran come stessero le cose. L’altro, però, non sembrava molto in vena di chiacchiere.
− Hai da accendere? – provò a rompere il ghiaccio.
− Non fumo. – Forse era meglio così, William stava cercando di smettere.
Tentativo numero due.
− Bel tipetto, la Testa Blu.
Ed fece una smorfia. Affondò le mani nelle tasche e osservò le macchine che ogni tanto passavano per il viale. Billy aveva ascoltato attentamente – quasi con ammirazione – il discorso di Sue, rimanendo piuttosto sbalordito dalla parte che riguardava Ed. E adesso era semplicemente troppo curioso per lasciar correre.
− Avrebbe anche potuto farsi i cazzi suoi – commentò infine il pel di carota.
− Non lo so, quella bionda la stava facendo veramente impazzire. E anche Jen Styles. Poi quel pezzo di merda del mio fratellastro non parlava, perciò…
− Perciò ha pensato bene di tirare in mezzo persone che non c’entravano niente. Pazienza, almeno imparo a confidarmi con Amy.
Quell’ultima frase fece scattare un interruttore nella testa di Billy. Stava forse ammettendo che fosse vero? Era davvero innamorato di Niall? William non sapeva se ridere o piangere. No perché, seriamente, come aveva fatto a finire in una soap opera senza accorgersene?
− Sì beh, Testa Blu non ci è andata leggera nemmeno con lei. La vedo male.
Testa Blu? – chiese divertito.
− Sì, la pazza. Se vi mettete vicini tu, lei e Niall potete fare l’Union Jack.
E rimase un po’ stupito, Billy, per essere realmente riuscito a far ridere Ed Sheeran.
Calò un silenzio confortevole, mentre lui trovava finalmente un accendino e prendeva la tanto desiderata sigaretta. Al diavolo, avrebbe smesso il giorno dopo.
− Ma perché sono qui con te, poi? – In effetti se lo chiedeva anche Billy, ma non aveva certo intenzione di approfondire la faccenda. Avrebbe dovuto fare un’altra cosa, invece: spiegarsi. Doveva dire a Ed Sheeran come stessero le cose, che non gli aveva mentito per il piacere di ingannarlo – come credevano tutti, giustamente – ma perché era l’unica persona in tutta Londra che gli ispirasse quel minimo di simpatia. Avrebbe dovuto, sì, ma George William non era bravo in queste cose.
− Lo chiedi a me? – Era molto più facile.
− Questo in teoria è il momento in cui mi spieghi perché hai fatto finta di non avermi mai visto – gli comunicò Ed, il quale, al contrario di lui, ci sapeva fare con le relazioni sociali.
− Perché a nessuno è venuto in mente che, come tu non hai riconosciuto me, possa non averlo fatto anche io?
− È così?
William scosse la testa e Ed gli rispose con una smorfia eloquente. Faceva schifo rendersi conto di non sapere cosa dire. “Cercavo un amico” suonava patetico anche alle sue stesse orecchie.
− L’ho fatto e basta. Non farne un dramma.
− Tu hai dei problemi.
− Lo so. – Con quell’ultima frase lo stupì leggermente. Ed Sheeran non era bravo a nascondere cosa gli passasse per la testa. Probabilmente si trattava di una delle pochissime cose in cui Billy era migliore di lui. Voleva porre fine a quella pagliacciata. Lui era George William Pitsbury e se ne infischiava di quello che gli altri pensavano di lui. In quel momento non si stava comportando come al suo solito e non andava bene. A lui piaceva il proprio carattere, tutti quei complessi da dove venivano?
Fu così che, in perfetto stile Billy Pitsbury, diede la stoccata finale.
− Però non sono io quello innamorato di Niall Horan.

 
 ***
 

Niall aveva letteralmente cacciato tutti e ne era fiero.
Cioè, non proprio tutti tutti.
Noelle, Amy e Sophie erano ancora lì. La prima perché non c’entrava nulla con quello che era successo, le altre due perché non avevano altra scelta. Tecnicamente anche George William viveva lì, ma Niall continuava a fare finta di non saperlo.
Adesso però doveva occuparsi di un’altra faccenda. La più importante. Quella che vegetava sul divano fissando un punto imprecisato nel vuoto. Si avvicinò lentamente alla sua ragazza e se ne uscì con la frase più idiota della storia.
− Stai bene?
Amy gli rifilò una risposta standard a cui lui non credette, perciò si accomodò di fianco a lei sul divano.
Pensò di metterle un braccio intorno alle spalle, ma ci ripensò. Amy avrebbe potuto semplicemente ucciderlo e non si sarebbe nemmeno sentita in colpa. Non subito, almeno.
Decise di provare col sarcasmo. Normalmente le piaceva.
− Gran bella festa, eh?
− Pensi che Sue abbia ragione? – Non proprio la risposta che Niall si aspettava.
− A che proposito?
− Tu. Io. Sophie.
Oh.
− Non è stata una cosa voluta, Em. Non possiamo mica negarlo, − lei abbassò la testa. – però… Io direi che ce la stiamo cavando piuttosto bene.
− Secondo me invece ce la stiamo cavando di merda. Non riusciamo nemmeno a farle passare un bel compleanno.
Niall sorrise amaramente, decidendosi finalmente a passarle un braccio intorno alle spalle. Sentì Amy rilassarsi e prese il coraggio necessario a parlare. – Io dico di sì. Stasera ci facciamo una bella cenetta noi tre.
− Io intendevo una festa. Con gli altri.
– Prima o poi succederà. Quando io avrò ucciso tuo fratello, che forse da morto smetterà di combinare guai.
− Stiamo parlando di Harry, sarebbe capace di fare cazzate anche da Mercurio.
− Allora ci faremo l’abitudine e riusciremo a limitare i danni.
− E magari arriveremo fino al taglio della torta, prima di far scoppiare una nuova guerra mondiale.
Lui scoppiò a ridere. Gli era mancata questa situazione, tantissimo. non avevano ancora risolto i loro problemi ma, datala situazione, potevano concedersi una sorta di tregua. – Dimostriamo a Sue che dagli sbagli si può trarre qualcosa di bello?
Amy appoggiò la testa sulla sua spalla.
− Facciamolo.
La vide chiudere gli occhi.
− E, Niall?
− Mh?
− Profumi di noccioline.




 

Non so dove trovi il coraggio di fare quest'angolo autrice, davvero.
Sì, mi davate per dispersa. Avevate più o meno ragione.
Avevo promesso di provare a finire questa fic, ma non ci riuscivo. Così l'avevo lasciata nel dimenticatoio. Poi ieri mi è girato non so bene cosa e ho riaperto quel documento word che si chiama "d1". Al terzo tentativo ho beccato la password. Ho cominciato a scrivere. E a scrivere. Inizialmente volevo farmi perdonare con un capitolo corposo ma poi, come al solito, i personaggi fanno quello che vogliono loro. Tipo Ed e William, che non avrebbero nemmeno dovuto esserci. Non avrei dovuto nemmeno pubblicare oggi e, se non fosse stato per l'anonimo su ask, non l'avrei sicuramente fatto. Ho finito il capitolo un quarto d'ora fa.
Proverò davvero a continuare, perché adesso come adesso l'ispirazione c'è. Mi sono affezionata a questi personaggi, anche se loro mi odieranno.
Mi odierete anche voi, ma spero di farmi perdonare. Amy e Niall non si sono picchiati. Lui ha finalmente tirato fuori le palle. Non sapete quanto mi sia piaciuto scrivere la parte di Jules e Liam, davvero. 
Passando alle parti un po' meno tranquille... Sue ha dato di matto. Ve l'aspettavate? Bella e Jenny hanno semplicemente fatto a pezzi la sua capacità di sopportazione e lei non ha retto più. I risultati li avete visti (e non tutti :)) Quanto a Ed e Billy... Billy è Billy, lo stesso che in YAWBMA ha gridato ai quattro venti la storia tra Niall e Amy. Non ci possiamo aspettare che diventi Mr. Socievole da un momento all'altro.
Mi farò viva. Davvero. Ogni tanto date un'occhiata.
E ditemi cosa ne pensate, che sono già abbastanza in crisi di mio ♥
un bacione

Gaia   #stillhere
     




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