Il fine non giustifica i mezzi

di Jiuliet
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IL FINE NON GIUSTIFICA I MEZZI.


            Ci si sente soli dalla parte del bersaglio
E diventi un appestato quando fai uno sbaglio
                            (Jovanotti- Fango)
                                                                                                                                      
PROLOGO

DICEMBRE

Bo entrò in casa, dopo una lunga giornata di lavoro.
…..“Casa”…..
Poteva chiamarla casa quella?
Poteva, un ragazzo nato e cresciuto in campagna, abituato agli spazi apparentemente infiniti, sentirsi a casa in un monolocale di trentacinque metri quadrati nella città di Atlanta, in Georgia?
Sospirò.
Non gli erano mai piaciute le grandi città.
Gli sembrava di soffocare, l’aria era pesante, quasi irrespirabile.
C’era troppo traffico, troppo rumore, poco spazio e a nessuno importava nulla dei propri simili (Bhè, magari quella era una caratteristica che, almeno per il momento, gli faceva comodo. Non aveva alcun bisogno di qualcuno che gli facesse delle domande a cui non voleva rispondere!)

“Non è il caso di lasciarsi andare a ripensamenti né di farsi prendere dalla nostalgia e da stupidi sentimentalismi – si disse – hai fatto la scelta giusta. Ora è questa la tua vita ed è meglio che cerchi di ricavarne il massimo”

Si avvicinò al frigorifero e prese una birra. Sarebbe stata la sua cena per quella sera; non aveva voglia di cucinare né tantomeno di uscire.
Voleva solo dormire e desiderava ardentemente che,almeno per una notte,i terribili incubi che avevano ricominciato a perseguitarlo non lo tormentassero.










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